E con quella che comincia domani sono 29 le giornate di Premier; la conclusione di questo meraviglioso campionato si sta
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Scritto da Daniele Mantovani
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Porca vacca, pensavo di essere guarito. Pensavo di avere superato tutte le prove e di potere orgogliosamente vantarmi di non avere più dipendenza.Insomma vinto per sempre l’isopportabile bisogno di ciarlar di calcio, di farlo male , con astio e faziosità.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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L'Atletico chiama....il Barça risponde. Nell'atipico giovedì de la Liga, il Barcellona dilaga per 5-1 sul Rayo Vallecano, e rispedisce il colchoneros a -8, dopo che gli uomini di Simeone, scesi in campo nella serata di Martedì, avevano momentaneamente accorciato il gap dal Barça capolista.
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Scritto da Carmelo Catania
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Da Mexes, passando per Lopez e Montolivo

In questo periodo in cui va quasi tutto bene in casa Milan, rimane solo una piccola nota stonata. La voce infortuni.
Tutte le squadre sono alle prese con un tot di infortuni stagionali ma al Milan, spesso e volentieri, in infermeria si sa quando si entra ma non si sa quando si esce.
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Scritto da Carmelo Catania
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La champions passa da qui

Inizia oggi, venerdi 04 marzo, il ventottesimo turno di Serie A.
Alle 20.45 scontro decisivo per la Champions, tra le due terze in classifica.
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate; la sala cinematografica rischierà di sembrarvi di colpo piccola, piccolissima, soffocante. Come la stanza che da il titolo al nuovo film di Lenny Abrahamson, “Room”, che per colpa di uno psicopatico vede rinchiusi per anni Ma’, un’intensa Brie Larson che si è giustamente aggiudicata l’Oscar come miglior attrice e suo figlio Jack, dai capelli lunghi come Sansone, l’incredibile Jacob Tremblay.
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Scritto da Carmelo Catania
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"Siamo il Milan. A Sassuolo per vincere"

Dopo il ritorno in campo dal 1' minuto contro l'Alessandria, il rossonero Andrea Poli ha parlato oggi in esclusiva, ai microfoni di Milan Channel. Queste le sue dichiarazioni:
"I risultati ci hanno aiutato, quando vinci e fai bene l’entusiasmo ti porta avanti, sono contento per la finale di Coppa Italia, una partita secca che vogliamo vincere a tutti i costi.
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Scritto da Giancarlo Iacucci
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Allenamento mattutino per i rossoneri
I Rossoneri hanno iniziato l'allenamento odierno alle ore 11.30, sul campo centrale del Centro Sportivo di Milanello. La
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Scritto da Massimo Reginali
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Zarate-Perisic, così uguali eppure così diversi
Obiettivo raggiunto, Mancini ritrova la voce
"Uniformità arbitrale" è il diktat che, ad ogni inizio campionato, viene strombazzato e pubblicizzato dai massimi dirigenti arbitrali italiani.
Poi comincia il campionato e.................
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Scritto da Manuel Vanacore
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Balotelli e Alex in vantaggio su Menez e Zapata

I rossoneri si preparano alla difficile trasferta di Sassuolo, una partita fondamentale per il futuro del Milan. Oggi sicuramente non sono arrivate buone notizie dall'infermeria visto che Luiz Adriano e Montolivo non hanno recuperato dai rispettivi fastidi e quindi non saranno disponibili.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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La vittoria ai calci di rigore della Juventus ha annullato ogni possibilità di derby in finale per il Milan, ma ha portato in dote ai rossoneri una maggiore possibilità di giocare anche la Supercoppa Italia del prossimo Agosto, manifestazione a cui il Milan manca ormai dal lontano 2011, quando la giocò in quanto detentore del titolo.
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Scritto da Stefano Fontana
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Comincio ad avere le crisi d'ansia se penso che, prima o poi, tra qualche mese, la Premier finirà... Cosa farò? 'Me misero, me tapino!' (cit. Zio Paperone). Che ne sarà di me e delle mie stanche membra?
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Scritto da Stefano Fontana
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Per la F1 e la MotoGp sono giornate di lavoro duro; sono infatti imminenti i primi GP della stagione (20 marzo a Melbourne per le auto e stessa data ma in Qatar per le moto) e si provano i mezzi alla ricerca della affidabilità e delle soluzioni migliori per i team, gomme comprese.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Liga in campo per il turno infrasettimanale valido per la ventisettesima giornata di campionato. La programmazione è spalmata su 3 giorni: Martedì è sceso in campo l'Atletico, ieri sera è stato, invece, il turno del Real, e questa sera sarà, infine, di scena il Barcellona.
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Scritto da Manuel Vanacore
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Tecnica per la squadra

MILANELLO - Rossoneri al lavoro al Centro Sportivo di Milanello, per proseguire la preparazione in vista della sfida di domenica pomeriggio alle 15.00 al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro il Sassuolo.
A partire dalle 15.00 i ragazzi di mister Mihajlovic hanno iniziato il programma
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Ed ora calma e gesso. Il 21 Maggio (salvo anticipi voluti da Tavecchio) il Milan si giocherà la finale di Coppa Italia all’Olimpico di Roma contro la Juventus, finale ampiamente prevista dopo le gare dell’andata ma che ha conosciuto il brivido della grande rimonta interista non coronata solo dai calci di rigore.
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Scritto da Redazione
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AC Milan comunica che Riccardo Montolivo soffre ancora della tendinopatia achillea inserzionale sinistra con una correlata sofferenza muscolare al soleo della stessa gamba.
Luiz Adriano non ha ancora risolto il problema muscolare che lo ha fermato nei giorni scorsi.
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Scritto da Carmelo Catania
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Una serata vissuta in poltrona

E così alla fine, sarà Milan-Juventus in quel di Roma il 21 maggio. Sembrava scontato alla vigilia, ma durante i 90 minuti di San Siro è successo quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. La rimonta nerazzurra.
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Scritto da Mario Schirò
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Sorprese clamorose: campionato riaperto?

La 24^ giornata della BundesLiga, nella sua insolita veste del turno infrasettimanale, ci ha regalato delle emozioni assolutamente inaspettate, con tanti gol e diverse, clamorose, sorprese.
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Scritto da Giancarlo Iacucci
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Piero Giacomelli, arbitro della sezione arbitrale AIA di Trieste, è stato designato per dirigere Sassuolo-Milan di domenica alle 15.00. I suoi assistenti saranno Gianluca Vuoto (Livorno) e Giacomo Paganesi (Bergamo). Quarto uomo, Lorenzo Manganelli (Valdarno). Assistenti addizionali, Andrea Gervasoni (Mantova) e Riccardo Pinzani (Empoli).
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Scritto da Giancarlo Iacucci
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La Juventus raggiunge il Milan nella finale di Coppa Italia dopo aver rischiato la storica eliminazione. Ai tempi regolamentari finisce 3-0 per l'Inter (due Brozovic e Perisic) che sfiora anche il gol-qualificazione. Mancini può comunque
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Scritto da Matteo Mori
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Netto, convincente e perentorio 5-0 nella prima semifinale di ritorno.
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Scritto da Stefano Fontana
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Ma sì, stavolta esageriamo: oggi andremo a cercare i soprannomi nel mondo del calcio che cominciano con la lettera E e con la F.
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Scritto da Stefano Fontana
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Ieri si sono giocate le prime partite della 28^ giornata: 5 incontri, 17 gol, due vittorie esterne, spettacolo.
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Scritto da Manuel Vanacore
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Anche senza motivo non si fa altro che parlare di Mario

Dopo la partita d'andata anche ieri sera in ogni frase dei telecronisti Rai c'era il nome di Mario Balotelli. Ogni cosa che faceva, o non faceva, l'attaccante italiano era un errore con critiche, anche bizzarre, a seguire. Stamattina su ogni giornale si parla del suo fallimento in prima pagina, anche se alla fine dei conti l'attaccante, pur non giocando delle splendide partite, ha realizzato, tra andata e ritorno, 2 reti ed è quello che conta.
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Scritto da Manuel Vanacore
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Niklas Süle: il tedesco classe 95' gioca nell'Hoffenheim

Siamo già a Marzo e cominciano a nascere le prime idee per il mercato estivo. I rossoneri dovranno comprare almeno un centrale difensivo, forse due. Tutto dipenderà dai rinnovi di contratto di Zapata, Alex, Mexes e dalla possibile partenza in prestito di Ely.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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L'eco degli attacchi di Parigi e dello Stade de France è ancora forte, ed a pochi mesi dal via degli Europei di calcio 2016 in programma in Francia, i massimi esponenti transalpini si interrogano insieme agli organizzatori della manifestazione su come combattere la minaccia terroristica.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Tempo di scelte per Sinisa Mihajlovic. Il bello (ma anche il brutto) dell'abbondanza...

"Anche Zapata ha fatto una grande partita. Ho tre centrali così bravi che mi viene in mente di giocare a tre dietro perchè è difficile lasciar fuori qualcuno perchè dobbiamo gestirli". Così Sinisa Mihajlovic ieri, al termine della vittoria per 5-0 sull'Alessandria. Palesemente una battuta la sua, ma con un fondo di verità.
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Scritto da Carmelo Catania
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Il Sun lancia la bomba

Un vecchio pallino di Silvio Berlusconi. Una superLega europea ad inviti con tutti i top team. I club più ricchi, più forti e con più appeal mediatico.
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Scritto da Carmelo Catania
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"Non vedevo l'ora di ritornare"

Dopo il ritorno in campo e la doppietta contro l'Alessandria, Jeremy Menez ha parlato oggi in esclusiva ai microfoni di Milan Channel. Ecco le sue dichiarazioni:
"E’ stato bello soprattutto dopo un periodo così, lo aspettavo da tanto e sono molto contento della serata di ieri.
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Scritto da Giancarlo Iacucci
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Luiz Adriano e Mexes in gruppo

I giocatori in campo dal primo minuto ieri sera hanno effettuato un lavoro defaticante in palestra.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Al termine del match vinto sull'Alessandria, Jeremy Menez ha parlato in esclusiva ai microfoni di Rai Sport.
Le sue parole: "Aspettavo da tanto una serata così, è stato un periodo tosto. Stasera è stato bellissimo, sono molto contento. Ma la cosa più importante è stata andare in finale. "Quando sei fermo così tanto ti vengono molte cose in testa, ma devo ringraziare tutti, Galliani, l’allenatore, il presidente e i miei compagni, mi sono stati vicini. Ora devo guardare avanti.Cercherò sempre di dare il massimo, anche se non sono ancora al cento per cento. Mi allenerò con la testa giusta per aiutare i compagni."
Sull'Europeo: "Non ci penso. Ho lavorato tanto e oggi sono tornato a giocare da titolare. Cercherò di dare il massimo, andare agli Europei sarebbe un piacere".
Su Balotelli: "Mario ha fatto il suo, ha dato il massimo. Cercheremo sempre di aiutarlo, perché ha tanta qualità, deve solo farla vedere. È ancora giovane e speriamo che riuscirà a tirare fuori questa qualità. Non penso di aver giocato meglio di Balotelli, è stata una bella gara per tutti, poi sarà il mister a scegliere per domenica. Cercheremo di vincere col Sassuolo".
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Sinisa Mihajlovic ha parlato ai microfoni di Milan Channel nel post partita di Milan-Alessandria.
Le sue parole sulla partita: "Per noi era fondamentale centrare la finale, avere l'atteggiamento giusto, vincere in maniera così larga e mettere minuti nelle gambe. Sono molto contento, dopo 13 anni il Milan ritrova la finale, ma ci penseremo quando sarà ora. Ora ci aspetta una partita molto difficile in campionato. Ho chiesto ai giocatori di non pensare al risultato del primo tempo, sia per allenare la mentalità oltre che per rispetto dell'avversario. Ci voleva una vittoria così larga, sia per noi e per incutere timore alle nostre avversarie in campionato. L'abbiamo interpretata con il giusto atteggiamento".
Sulla coppia d'attacco di oggi: "Hanno seguito le mie indicazioni, si vede che non sono ancora in condizione. Loro due e Luiz Adriano saranno fondamentali per questo finale di stagione. Nessuno di loro sta bene, però solo giocando torneranno ad essere in condizione. Luiz Adriano domani in gruppo? Se non gli succede qualcosa stanotte, sì (ride, ndr)".
Su Romagnoli, autore di una doppietta: "Ha fatto una buona gara, al di là dei due gol. Anche Zapata ha fatto una grande partita. Ho tre centrali così bravi che mi viene in mente di giocare a tre dietro perchè è difficile lasciar fuori qualcuno perchè dobbiamo gestirli. Vediamo domenica chi far giocare".
Sul Sassuolo: "Noi pensiamo a noi stessi. Loro stanno bene e sono in fiducia perchè hanno vinto a Roma. Se giochiamo come stiamo giocando ultimamente abbiamo tutte le qualità per vincere. Le prossime tre partite saranno fondamentali per capire se possiamo lottare per il terzo posto".
Sul gruppo: "La squadra è sempre stata un gruppo, abbiamo sempre lavorato tanto in questi mesi e i risultati si vedono. Abbiamo raggiunto la finale, ma siamo ancora sesti in campionato e non abbiamo ancora fatto nulla".
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Scritto da Mario Schirò
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Ce l’abbiamo fatta! Siamo in Finale! Al termine di una partita mai in discussione, dominata in lungo e in largo dall’inizio alla fine, il Milan di Sinisa Mihajlovic conquista l’accesso alla Finale della Tim Cup 13 anni dopo l’ultima volta.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Queste le parole di Christian Abbiati ai microfoni della Rai al termine della semifinale di ritorno vinta per 5-0 sull'Alessandria: "Era uno degli obiettivi stagionali e ce l’abbiamo fatta. Siamo felici di aver raggiunto la finale, ora pensiamo alla risalita in campionato, che per noi è molto importante.
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Scritto da Matteo Mori
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Vittoria larga e prova convincente...

Abbiati: esce sui piedi di Fischnaller impedendo all'Alessandria di crederci fin da subito. Nella ripresa uscite tranquille. 6
De Sciglio: stasera sembra un buon terzino e alcuni spunti non sono male. Salva anche un gol e cerca di irridere il suo diretto avversario con alterne fortune. 6.5
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Turno infrasettimanale in B per la ventinovesima giornata. Il Crotone a Livorno non approfitta della sconfitta del Cagliari, caduto ieri per 0-1 in casa con il Novara, e non va oltre il risultato di 0-0, riducendo comunque la distanza dai sardi, primi, a 1 punto.
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Scritto da Carmelo Catania
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Menez-Balotelli in attacco
C'è Bonaventura

Queste le formazioni ufficiali di Milan e Alessandria tra poco in campo a San Siro per la gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia:
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Scritto da Carmelo Catania
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Queste le dichiarazioni rilasciate da Andrea Poli in esclusiva a Milan Channel nel pre partita di Milan-Alessandria, gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia:
"E' una partita che bisogna affrontare con il piglio giusto. Vogliamo raggiungere il nostro obiettivo e vogliamo fare bene perchè è un'occasione importante, dobbiamo interpretarla nel giusto modo, cercando di proporre un gioco propositivo. Vogliamo fare un grande risultato, perché raggiungere la finale è importante. Sarà una squadra organizzata e noi però abbiamo l'obiettivo di arrivare in finale e scenderemo in campo con voglia, determinazione e coraggio".
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Scritto da Marco Rizzo
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Ad un passo dalla finale, il Milan non può avere cali.
L'Alessandria, seguita da 15mila tifosi, tenterà di fare la storia.
Formazione: poco turnover, chance per Balo e Menez

Primo obiettivo di stagione da centrare.
La finale di Coppa Italia, che manca dalla stagone 2002-2003, quando il Milan di Ancelotti andò in finale contro la Roma di Capello, vincendo il torfeo, è a portata di mano. Dopo la vittoria sull'Alessandria di un mese fa a Torino per 0-1, con gol di Mario Balotelli, la gara di San Siro di questa sera non dovrebbe presentare troppi problemi. Ma attenzione a non sottovalutare gli uomini di Gregucci.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Dopo una lenta e lunga rincorsa la Primavera di mister Brocchi torna ad insediarsi nelle parti nobili della classifica del Girone B, quelle che, per intenderci, permettono la qualificazione diretta alle Final Eight senza passare dalla trappola dei playoff.
Se ce lo avessero detto un paio di mesi fa difficilmente avremmo creduto che la nostra squadra potesse recuperare 14 punti di svantaggio rispetto alla seconda,
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Scritto da Stefano Fontana
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Sono sempre meno le giornate al termine della stagione e le sfide si fanno sempre più infuocate, sia in vetta che in fondo alla classifica; nel turno precedente abbiamo visto come il Leicester sia tornato dalle vacanze ancora in palla, anche se un po'
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Scritto da Manuel Vanacore
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Neroverdi ancora a -6, ma con lo scontro diretto in casa

Il Milan sembra ormai rilanciato in campionato, ma ogni partita che arriva è una finale. Infatti i rossoneri a causa dei troppi punti persi ad inizio stagione per credere ancora al terzo posto devono vincere più partite possibile, altrimenti anche un solo passo falso potrebbe compromettere del tutto la rincorsa a Roma e Fiorentina che distano 6 punti e Venerdi avranno lo scontro diretto.
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Scritto da Manuel Vanacore
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Maggio si avvicina e Galliani si è già attivato

Maggio è il mese dei rinnovi in casa Milan. Ogni stagione i giocatori a fine contratto, terminato il campionato, si presentano a Casa Milan per discutere con Adriano Galliani su un eventuale rinnovo o su un possibile addio.
I rossoneri in rosa presentano cinque giocatori in scadenza di contratto a Giugno: Abbiati, Zapata
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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La sconfitta subita in casa contro i rivali dell'Atletico rischia di aver minato non la tranquillità in casa Real Madrid. I giornali spagnoli, As e Marca su tutti, hanno infatti iniziato a scrivere di uno spogliatoio caldo, e Zidane alle prese con seri problemi di gestione dei suoi campioni, sì dal punto di vista comportamentale, ma soprattutto dal punto di vista tattico.
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Scritto da Gianluca Danilo Carbone
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Vincere per riabituarsi a vincere. E'questo il pensiero del Milan all'immediata vigilia del ritorno delle semifinali di Coppa Italia contro l'Alessandria, match che potrebbe consentire ai rossoneri di strappare il biglietto per la finalissima di Roma, da giocarsi, con ogni probabilità, contro la Juventus.
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Scritto da Carmelo Catania
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Maledizione Milan al Mapei Stadium

Domenica alle 15 il Milan di Mihajlovic sarà chiamato a sfatare un vero e proprio tabù. Il Sassuolo di Berardi al Mapei Stadium.
Da quando il Sassuolo è tornato in Serie A, il Milan ha sempre perso in quel di Reggio Emilia.
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Scritto da Carmelo Catania
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Obiettivo: Finale

Questa sera alle ore 21, diretta tv su Rai2 con diretta testuale su Milanday, il Milan affronterà l'Alessandria dopo lo 0-1 dell'andata, in palio la finale del 21 maggio a Roma.
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Central perde il primato, San Lorenzo e Boca ne approfittano
Match sospeso a Sarandì

I risultati della 7^ Giornata della Primera Division Argentina hanno delineato un po di più la classifica, anche se il Torneo è lungo, si inizia a vedere un certo distacco nella classifica delle prime, con il
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Scritto da Massimo Bambara
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Sinisa sarebbe un grande affare per il Milan
C'è il rischio che non sia "da grande club", ma è un rischio da correre
Io ammiro Mihajlovic dai tempi della Stella Rossa di Belgrado.
E' un personaggio dal carisma incredibile.
Tra l'altro è un allenatore che ha mutuato su sè stesso l'approccio psicologico al calcio.
Legge molti libri di psicologia ed è un
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Scritto da Daniele Mantovani
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Il mondo che ci ospita, almeno fino a quando non lo distruggeremo (presto), vanta come principale guida la favola dei “Ruoli”. Vale a dire che da subito o con il passare dei giorni noi siamo belli o brutti, forti o deboli in funzione di una carica, di uno stemma che spesso è pre-ordinato e quasi mai frutto di meriti o
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Le recensioni di Milan Day
Con la fine del suo matrimonio e la morte della madre, Cheryl Strayed ha perso ogni speranza e dopo anni di sconsiderato comportamento autodistruttivo, finisce con il prendere una decisione avventata: senza nessuna esperienza alle spalle e mossa da grande determinazione, si imbarca in un'impresa più grande di lei: percorrerà da sola le oltre mille miglia di montagne del Pacific Crest Trail, dal confine con il Messico a quello con il Canada, in totale
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Scritto da Gianpiero Sabato
Visite: 1490

Con l’affacciarsi della primavera comincia la ridda incontrollata di nomi, rumors, soffiate e, soprattutto, cazzate prive di qualsiasi fondamento; la cosa bella (e che più fa specie) è che tutto quello che è stato detto e scritto nei mesi addietro sembra non avere più nessuna valenza.
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Scritto da Stefano Fontana
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L'aspetto più sgradevole è la vostra indifferenza

E' una dichiarazione d'amore, timida, quasi sussurrata, disperata, quasi fosse l'ultima possibilità, sia per chi la pronuncia, sia per colui a cui è cantata;
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Scritto da Carmelo Catania
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Lo United sbanca Anfield
El Clasico è blaugrana

Giornata numero 30 in Premier League.
Il Chelsea vince in casa dell’Hull City.
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Central resiste in vetta, il Boca si ferma e il San Lorenzo è secondo
Vittoria scaccia crisi per il River?

La 6^ giornata che si è giocata lo scorso weekend è iniziata con i due anticipi del venerdì.
Il Newell’s ha pareggiato in casa contro il Quilmes, i gol tutti nel finale: vantaggio Leproso con Scocco all’88’ e pareggio degli
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Scritto da Massimo Bambara
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Il brodino ad un malato cronico

La miglior notizia della serata di sabato, sono certamente i 3 punti conquistati. Non che spostino più di tanto i destini stagionali, ma quantomeno danno morale ad un truppa sfiancata da una stagione balorda.
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Scritto da Stefano Fontana
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Inattesa sconfitta interna del Bayern contro il M'blach; il Dortmund torna alla vittoria

di Mario Schirò
Il 26esimo turno della Bundes, quello che precede le due settimane di sosta durante le quali rivedremo all’opera le squadre nazionali, apre i battenti con una sfida cruciale per la zona salvezza.
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Scritto da Basrouges
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La scoperta solo dopo accurate indagini

Sono un po' ansioso e ipocondriaco; sono così ipocondriaco che quando sbadiglio penso di avere qualcosa di incurabile.
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Scritto da Stefano Fontana
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Errori a Milano, Napoli, Torino e Genova

Adesso ci sarà la pausa per le Nazionali ed è un grosso vantaggio per noi milanisti: non dovremo sorbirci il 'nostro calcio' fatto di passaggi laterali, di De Jong che s'infuria perché non sa a chi dare la palla
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Milan Made in France questa volta non si è fatto riprendere
Protesta del Tifo Organizzato

La gara dello scorso Lunedí, al Franchi, ci aveva mostrato dei segnali di miglioramento, se non nel risultato finale, almeno nel gioco, si erano visti dei segnali incoraggianti.
Ormai le settimane di Pippo Inzaghi sono scandite dal toto allenatore della prossima stagione, la scorsa settimana era stato l'improbabile
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Scritto da Lucio Faiola
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Il River vede la clamorosa eliminazione, il Boca è inarrestabile
Corinthians e San Paolo rischiano di buttare fuori i detentori del Titolo

La Copa Libertadores è una competizione meno organica rispetto alla Champions League, infatti possiamo trovare nella stessa settimana Gironi che sono alla terza giornata ed altri al quarto turno, come è esattamente la
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Le recensioni di Milan Day
Siamo negli anni ’80 e Mark Schultz, 27enne professionista nella lotta Greco-Romana è tra i migliori: varie volte campione del Mondo e Olimpico nel 1984, vive all’ombra del fratello maggiore Dave, anch’egli Oro Olimpico, soffrendo molto questa rivalità accesa prevalentemente nella sua immaginazione. La svolta arriva quando riceve la chiamata di John du Pont, uno degli uomini più ricchi d’America, che lo ingaggia nella
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Scritto da Daniele Mantovani
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Uno sguardo sul costume, la politica e lo sport Italiano

Ciao amici, come va ? E’ un po’ che non ci sentiamo, a volte devo andare a far benzina e ripartire e sono costretto ad annullare le mie righe. A volte sono costretto ai box, cambio gomme o incuria poco conta. Ma eccomi, rimetto o
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Scritto da Gianpiero Sabato
Visite: 1204

Una volta accertato che l’avventura di Pippo Inzaghi sulla panchina del Milan è giunta al capolinea, l’elenco dei possibili sostituti si arricchisce ogni giorno di più. Ma finalmente la pallina della roulette sembra si sia fermata sul numero (nome) giusto, quello di Sinisa Mihajlovic.
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Scritto da Stefano Fontana
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Ma era pioggia o erano lacrime?

Lunedì sera, uscendo dallo stadio di Firenze dopo la partita persa 2 a 1, mi affrettavo all'auto distante un paio di chilometri.
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Scritto da Basrouges
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Nemmeno un anno di tribolazioni potrà mai cancellare Superpippo

Io voglio bene a Pippo Inzaghi; non credo ci sia un solo milanista al mondo che l'abbia in uggia.
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Scritto da Carmelo Catania
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Allungo Chelsea
Ok Barça e Real

Ventinovesimo turno in Premier League. La capolista Chelsea, dopo l’eliminazione dalla Champions, pareggia 1-1 con il Southampton allo Stanford Bridge.
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Rosario Central continua a vincere ma, il Boca gli tiene testa
Tragedia nel Clasíco del Boedo

Il venerdì Argentino è iniziato con il pareggio 0 - 0 tra il Crucero del Norte e l'Olimpo, un pareggio che serve di più agli ospiti in prospettiva promedio per la retrocessione.
La 5^ Giornata è proseguita con
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Scritto da Stefano Fontana
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Leverkusen e Wolfsburg tranquilli, pari di Klopp, Amburgo sempre più giù
.

di Mario Schirò
Il turno numero 25 della Bundesliga mette di fronte, nell’anticipo del Venerdì sera, due formazioni protagoniste di una stagione diametralmente opposta: da una parte il Bayer Leverkusen,
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Scritto da Massimo Bambara
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Baricentro e paure

L'ennesima sconfitta stagionale di Firenze e l'ennesima rimonta subita, suggeriscono alcune inevitabili considerazioni.
A Firenze infatti, non va in scena un brutto Milan, per lo meno fino al gol di Destro.
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Scritto da Lucio Faiola
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Destro illude il Milan
Poi G. Rodriguez e Joaquin ci riportano nell’oltretomba

La scorsa settimana vi avevo scritto dall'imbarazzo nel dover commentare certe partite del Milan, imbarazzo che questa sera non c'è, anche se il risultato finale non è molto diverso dalle precedenti gare.
Inzaghi che ha avuto una settimana complicata, prima il
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Scritto da Stefano Fontana
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Pessima giornata solo per Gervasoni a Milano

E mentre il Milan giocherà stasera a Firenze, e sempre mentre il nostro allenatore ci confida che non sono giorni difficili, anzi, lui ride (beato lui; noi siamo in depressione caspica, ma talmente caspica che
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Scritto da Milan Day
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Momenti difficili per i cuori RossoNeri
MDM li racconta, nel bene e nel male, sempre con il Milan nel cuore
Un 2015 partito male che, purtroppo, sembra proseguire nella sua infausta corsa.
Ma Milan Day, c'è sempre. Nel bene e nel male, altrimenti, che tifosi saremmo?
Preferiremmo parlar di vittorie e di conquiste ma siamo vicini, scrivendo, al nostro Milan anche quando
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Boca continua a dominare
Le altre argentine non sanno più vincere

La settimana appena conclusa, ha visto concludersi, almeno in parte, il programma della terza giornata della Copa Libertadores.
Nel Martedì di Copa, l'Huracan conquista il
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Le recensioni di Milan Day
Cambiano le storie, si evolvono all'infinito le scenografie e le sceneggiature, ma il concetto resta sempre identico: c'è un bisogno violento, nelle varie serie e fiction, di raccontare lo sfascio. Questo è il nome e cognome di ciò che lega passato e presente e che rischia di condizionare anche gli anni a venire: la disgregazione dell'equilibrio sociale.
Che era evidentemente falso, visto come si è sciolto senza
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Scritto da Stefano Fontana
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'Sapevi che la tua giornata migliore sarebbe giunta senza te qui'

C'è una canzone che dice:
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Scritto da Carmelo Catania
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La Liga ha una nuova capolista

26° turno nella Liga spagnola. Momento nero per il Real Madrid di Ancelotti che cade a Bilbao (rete di Aduriz) e cede la testa della classifica ai rivali del Barcellona.
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Central comanda a punteggio pieno, Boca è San Lorenzo inseguono
Il River è in crisi nera

La 4^ Giornata è iniziata con i due classici anticipi del sabato, al Tomás Ducó l'Huracan Copero ha pareggiato 1 - 1 contro il Gimnasia La Plata, pareggiando l'iniziale vantaggio del
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Scritto da Stefano Fontana
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Il Bayern allunga, riscatto dello Shalke, il Dortmund impatta

di Mario Schirò
Il turno numero 24 della Bundesliga comincia con il consueto anticipo del Venerdì sera che, questa settimana, ha un peso specifico altissimo per quanto concerne la zona retrocessione.
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Scritto da Massimo Bambara
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Una lenta agonia

L'aggettivo mediocre è quello che più si addice al Milan di quest'anno, una squadra che ha pensato, inizialmente, di poter giocare solo sulle ripartenze ed è stata poi bruscamente svegliata dai secchi d'acqua gelida del campionato italiano.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Al di là dei risultati e della mancanza di gioco, la gestione di Inzaghi si caratterizza per un altro aspetto curioso che vogliamo analizzare. Mi riferisco all'utilizzo ed alla valorizzazione degli acquisti fatti dal Milan nel mercato estivo e nella sessione di gennaio, ed alla gestione di alcuni calciatori.
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Scritto da Stefano Fontana
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Giornata positiva tranne per Mazzoleni che decide di non vedere le botte di Totti

Un Milan allo sbando, senza capo (in tutti i sensi), né coda, né gioco, né grinta, né voglia si fa rimontare da un volenteroso Verona in casa, al 95'. Cambi inspiegabili se non con la logica contorta di un Mister
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Milan rimonta ma al 95’ ritorna da dove era venuto
Inzaghi salverà la panchina?

Commentare le prestazioni di questo Milan 2015 è un esercizio complicato, c'è sicuramente l'imbarazzo di dover giudicare delle scelte che spesso faccio fatica a comprendere fino in fondo.
Con questa premessa, inizio a
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Scritto da Massimo Bambara
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La decisione della Lega Calcio suggerisce una considerazione

E' molto più facile fare gli "altruisti" con i soldi della cassa delle ammende, piuttosto che dare spiegazioni su come il Parma abbia potuto ottenere l'iscrizione al massimo campionato. La Lega, ma soprattutto la Covisoc, hanno la coda bagnata.
Si cerca, maldestramente, di celare i troppi occhi chiusi in questi anni sul Parma (Covisoc dove sei?).
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Scritto da Lucio Faiola
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Il Corinthians detta il passo, il San Lorenzo deve inchinarsi
Spettacolo al Beira Rio, mentre il River rischia la figuraccia

La terza settimana della fase a gironi prosegue secondo programma, fino alla prossima sosta per le nazionali, la Copa Libertadores si gioca ogni settimana.
Per il Gruppo 3, il matedi di Copa ha
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Le recensioni di Milan Day
E’ raro che un film riesca a rispecchiare buona parte della società che rappresenta, a parlare del mondo in cui viviamo e a cosa si è arrivati dopo anni di storia: Birdman riesce a offrire un ritratto crudele, amaro e purtroppo veritiero, di cosa oggi sia diventata per il mondo la cultura, il successo: non un film, ma un’esperienza cinematografica imperdibile.
Riggan Thomson è un attore d’enorme popolarità che molti anni fa ha interpretato Birdman, supereroe di
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Scritto da Daniele Mantovani
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Nell’impazzimento del sistema, nella modestia dei sentimenti, nella volgare riclassificazione delle cose, un posto di rilievo merita la miseria con la quale si stanno rielaborando le feste durante l’anno. Lo stravolgimento fra le feste vere, quelle che profumano di buono e di giusto e quelle finte, impestate di stupidità e di falsi è lo specchio fedelissimo di dove siamo
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Scritto da Basrouges
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Improvvisi risvolti di una serata deprimente

L'altra sera mi telefona il Direttore: 'Mino! Ma che c...o mi combini? Sono 20 giorni che non fai niente! Quando ti decidi a scrivere qualcosa?'.
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Scritto da Stefano Fontana
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Fino ad allora sono solo chiacchiere...

Passiamo giornate intere ad ascoltare i 'sentito dire'; il cliente che spiffera il segreto di un altro cliente, la vicina che ha qualcosa da dire sulla dirimpettaia, il tabaccaio che ti vende le sigarette e ti mette
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Scritto da Carmelo Catania
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Il Chelsea vince la Coppa di Lega.
Ancelotti fischiato

27° turno in Premier League. Non sono scese in campo Tottenham e Chelsea impegnate nella finale di Coppa di Lega, mentre il big match di giornata si è giocato ad Anfield
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Scritto da Lucio Faiola
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Boca, Estudiantes e Central comandano in classifica
Il River torna in corsa e il San Lorenzo cade in casa

Il Campionato Argentino prosegue spedito, il 3^ Turno è iniziato con i due anticipi del venerdì, l'Arsenal di Martin Palermo ha pareggiato in casa contro il Nueva Chicago, addirittura
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Scritto da Massimo Bambara
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Il "problema" Menez

L'annata mesta del Milan, prosegue sul binario del grigiore con lo 0-0 di Verona contro il Chievo.
Squadra che scende in campo con l'onere di fare la partita, un onere che, quest'anno, è pesato troppo per il Milan.
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Scritto da Mario Stefano Schirò
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Bayern e Wolfsburg sempre di corsa, risale forte il Dortmund

di Mario Schirò
La giornata numero 23 del campionato tedesco apre il sipario nella sempre gremitissima Allianz Arena per la gara che vede opporsi il Bayern Monaco al Colonia, squadra non certo eccelsa ma che fa della compattezza e della solidità difensiva uno dei suoi punti cardine.
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Scritto da Stefano Fontana
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Poco convincenti Russo a Reggio Emilia e Cervellara a Palermo; per il resto tutto tranquillo o quasi.

Un'altra prestazione sconcertante del Milan, senza nerbo, senza attributi, senza la minima idea di gioco; scendono in campo e non sanno cosa fare, se non sperare nelle parate di Diego Lopez, nei recuperi di Nigel
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Cerchi un aggettivo per descrivere il tuo stato d'animo durante le partite del Milan e ti accorgi che è perfino difficile trovarne uno! Ormai siamo caduti in una sorta di limbo da cui non si scorge neanche in lontananza uno spiraglio di luce: l'unica cosa consolatoria che ci viene da sospirare è "speriamo che finisca presto".
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Scritto da Lucio Faiola
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Boca e Racing hanno un gran ritmo
San Paolo International rientrano in corsa

La Copa Libertadores prosegue spedita, in questa seconda settimana della competizione si sono concluse le gare della prima giornata ed iniziate alcune partite della seconda giornata dei gironi.
Nel Gruppo 3, c'è il
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Scritto da Stefano Fontana
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29^ Giornata Serie A
Almeno non si è perso ed è già qualcosa, in attesa di tempi migliori.
Il lato positivo è che ora c'è una giornata in meno alla fine del campionato.
Lazio – Milan 1 – 1: Giusto annullare il gol di Novaretti, in quanto Biava è in fuorigioco ma poi entra nel vivo dell'azione. Mancano 2 rossi (Ledesma e Perea) e una ammonizione a De Jong.
Catania – Juventus 0 – 1: Movimentata partita ieri sera a Catania: Chiellini e Bergessio se le danno di santa ragione e l'arbitro aspetta troppo a prendere provvedimenti, soprattutto nei confronti dell'argentino, un po' troppo nervoso.
Inter – Atalanta 1 – 2: mancherebbe un rigore su Ranocchia, dato che Stendardo lo trattiene in area.
E lo stesso Ranocchia non può rientrare sul contropiede atalantino che causerà lo 0 a 1. Sul secondo gol dei bergamaschi, Denis è sì in fuorigioco ma ininfluente.
Napoli – Fiorentina 0 – 1: Giusta l'espulsione di Ghoulam in quanto Bakic è proiettato verso la rete, quindi chiarissima occasione da gol. L'infortunio di Mertens, che sembrava colpa di Savic, invece, è dovuto al fatto che il giocatore belga mette male il piede sul terreno.
Chievo – Roma 0 – 2: regolare il gol di Gervinho, dato che Totti, in off side, si disinteressa del pallone.
Piccola nota a margine: quando un allenatore vede un proprio giocatore con la bava alla bocca in attesa solo dell'occasione buona per farsi giustizia, deve prendere provvedimenti immediati, prima che qualcuno si faccia male sul serio o, nel migliore dei casi, la propria squadra resti in inferiorità numerica. Vero Maran?
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Scritto da Marco Brucculeri
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Abbiati: ordinaria amministrazione, mai veramente impegnato se non dai passaggi dei compagni. Voto 6
Bonera: schierato come terzino, si limita soprattutto a difendere ma lo fa con efficacia. Voto 6
Mexes: domina l'area di rigore ed in fase offensiva segna il prezioso goal del vantaggio. Voto 7
Rami: contiene bene ed in un paio di occasioni sbroglia difficili matasse su palle alte. Voto 6,5
Constant: attento e preciso, concede anche qualche buona giocata . Voto 6
De Jong: e' ovunque a centrocampo ed offre anche ottimi lanci in fase di impostazione.Voto 7
Muntari: buona prova, con tanta quantità abbinata a buone giocate e conclusioni a rete.Voto 6,5
Taarabt: quando parte lo fermano solo atterrandolo. Ottimi spunti, cala nel finale fino alla sostituzione. Voto 6,5
Kakà: grande cuore e tanta corsa, manca di freschezza in certe fasi di gara. Voto 6
Honda: parte molto timido e migliora con i minuti di gioco. Nella ripresa regala buoni spunti e guadagna la punizione per il raddoppio. Voto 6
Balotelli: propizia il goal con la prima punizione e raddoppia con la seconda. Gioca con impegno per tutta la gara, attaccando e difendendo. Voto 6,5
Zaccardo: ultimi minuti, ingiudicabile.
Birsa: anche per lui pochi minuti, S.V.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Essere in disaccordo con la curva e con i suoi metodi vuol dire forse essere un tifoso a cui va bene tutto quello che fa la società e che chiude gli occhi dinanzi allo sfascio generale che sta colpendo il Milan? No, non significa questo.
Significa avere una concezione diversa di quello che vuol dire fare il tifoso. Significa che davanti a manifestazioni del genere bisogna prendere le distanze, perché il tifoso deve mantenere la capacità di critica e di contestazione quando le cose vanno male, provando, tuttavia, a non danneggiare ulteriormente la propria squadra già in difficoltà.
Si critica prima e si fischia dopo, ma durante la partita bisogna sostenere i propri giocatori, e non bisogna creare ad arte un clima di tensione che finisca per minare irrimediabilmente noi stessi. E poi diciamoci le cose fino in fondo: io sono incazzato con la società e con la squadra che permettono alla fine della partita ad una delegazione di questi personaggi di incontrare il tecnico ed un gruppo di giocatori per avere delle scuse e per ottenere spiegazioni.
Ma stiamo scherzando? Ma fatemi capire: i giocatori e l’allenatore devono scusarsi con quattro pregiudicati che sono stati condannati negli anni scorsi per tentata estorsione nei confronti della nostra società per questioni economiche? Io non mi sento assolutamente rappresentato come tifoso da questa gente, e chi di dovere (società, squadra ed allenatore) dovrebbe piuttosto mettere la faccia davanti alla stragrande maggioranza dei tifosi, davanti a chi ama il Milan sempre e comunque e che soffre come un cane nei momenti bui come questi, piuttosto che appecoronarsi contro chi ti idolatra finchè ti regalano i biglietti e ti finanziano trasferte e coreografie e che invece ti contestano e ti invitano a toglierti dai coglioni quando ti rifiuti di farlo o quando ti rifiuti di essere loro amico. No grazie.
Preferisco essere il tifoso che soffre, sostiene, fischia e critica alla fine delle partite e che il giorno del ritiro dell’immenso Paolo Maldini è in piedi sui gradoni di San Siro ad applaudire e commuoversi per quello che ha rappresentato per la mia storia invece di fischiarlo e mostrarsi indifferente perché il Capitano non ha mai voluto “vendersi l’anima alla curva”.
Ma purtroppo non c’è da aspettarsi cose diverse da parte di una società che ormai è palesemente allo sbando, dove non si capisce più chi fa chi e chi fa cosa, dove ogni giorno si susseguono voci su faide interne tra Amministratori Delegati, su dossier segreti presentati al Presidente, su delazioni nei confronti dell’allenatore, su spaccature irreparabili che porteranno a fine anno alla defenestrazione definitiva di Galliani e via discorrendo. Così come spero che sia una notizia falsa il fatto che Berlusconi abbia dato a Seedorf sette giorni per salvare il posto. Ma cosa vuol dire? O si crede in lui o non si crede e lo si manda a casa a fine stagione! Cosa significa “ha due partite per salvare il posto”? E se anche andassero bene, cosa facciamo, la prossima volta che non vince tre partite, lo rimettiamo in discussione? Ma per favore!
Insomma, al di là della cattiva gestione sportiva della squadra con risultati pessimi, ci stiamo facendo notare nel mondo per aver definitivamente perso la nostra caratteristica principale: una società solida, snella, formata da uomini che stanno insieme da sempre, abilissima nel campo della comunicazione, capace di proteggere squadra e spogliatoio impedendo che uscissero all’esterno voci e spifferi di qualsivoglia malcontento e con un Presidente appassionato e coinvolto. Ecco, appunto. C’era una volta….ed ora non c’è più!
Infine due appunti brevissimi. La prima riguarda Paolo Maldini. Non entro nel merito delle sue dichiarazioni, molte delle quali sono assolutamente da condividere. Tuttavia mi sento di poter tranquillamente dire che trovo di cattivo gusto dire certe cose sul “nemico” Galliani e sulla gestione del Milan nel suo momento di più grande difficoltà. C’è sicuramente da trovare fuori dal campo lo stile e la classe che aveva da giocatore.
La seconda riguarda Ambrosini. E smettiamola una volta per tutte con il rimpiangere la mancata conferma dell’ex capitano rossonero. Ambrosini non è un giocatore affidabile fisicamente da almeno tre anni. Rimpiangere uno che quest’anno in campionato ha disputato 1004 minuti (16 presenze di cui ben 5 subentrato da panchinaro) vuol dire proprio voler dare fiato alla bocca e voler alimentare polemiche basate sul nulla. Ma le considerazioni relative a questa stagione valgono anche per le ultime due stagioni disputate al Milan, trascorse praticamente sul lettino dell’infermeria. Che poi su Ambrosini ci sarebbe da fare una considerazione che vale tutta la sua carriera milanista: 344 presenze in campionato in 17 stagioni sono cifre che si commentano da sole. Quindi proviamo a guardare avanti e pensare ai giovani invece di rimpiangere i giocatori finiti.
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Scritto da Carmelo Catania
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Lazio - Milan
Amelia: partita attenta, non deve effettuare grosse parate. Incolpevole sul gol. 6
De Sciglio: partita senza sbavature. Bene in fase difensiva mentre in fase offensiva non si fa vedere molto. Esce acciaccato nel finale. 6
Bonera: entra negli ultimi minuti e commette un fallo al limite dell’area che rischia di farci perdere la partita. SV
Rami: partita attenta e senza sbavature. 6
Mexes: dopo le ultime deludenti prestazione, oggi arriva una buona prestazione del francese, soprattutto nel 1T. Qualche colpa sul gol biancoceleste. 5.5
Constant: lanciato titolare anche lui gioca una buona partita difensiva. Nullo però il suo apporto in fase di spinta. 5.5
De Jong: solita partita di sostanza dell’olandese. 6
Essien: come De Jong gioca una buona partita, lotta e si fa ammonire nella ripresa. In ripresa. 6
Poli: partita di sacrificio per Andrea, non si fa vedere molto in zona gol come nelle precedenti apparizioni ma gioca una buona partita. Si innervosisce nella ripresa procurandosi un cartellino giallo che gli farà saltare Firenze. 6
Muntari: sostituisce Poli nel finale e fa il compitino. 6
Kakà: il migliore in campo. Ci mette l’anima ogni volta che tocca palla. Suo il cross dal quale nasce lo 0-1. 7
Honda: prestazione sottotono per il giapponese. Cresce nel finale di primo tempo e prova a rendersi pericoloso con qualche tiro. Sostituito all’ottavo della ripresa non la prende benissimo. 5.5
Pazzini: lotta come sempre ma le palle giocabili sono veramente poche. Ha una grande chance nel finale. 6
Balotelli: entra nella ripresa e si conferma l’uomo più pericoloso. Colpisce un palo clamoroso nel finale. 6
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Scritto da Stefano Fontana
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Abbiamo perso.
Non solo sul campo ma anche la dignità ed il senso dell'onore.
In compenso, però, abbiamo riscoperto qualcosa che sembrava perduto nella prima metà degli anni '80, cioè il senso del ridicolo. Prima il teatrino Galliani – Barbara, poi l'allontanamento (doveroso ma ritardato) di Allegri col conseguente broncio dell'AD, l'arrivo di Seedorf accolto come un santone, le brutte partite giocate in maniera indecorosa e le ultime squallidissime performances della dirigenza, fra spifferi, smentite, mutismi e azzardi.
In tutto questo desolante panorama vorremmo alzare una voce positiva, ottimista, senza tempo.
E quale miglior voce se non Mina?
'Ti vedrò fuggire
non ti chiamerò
fino a che ti fermerai al limite del niente.'
Stiamo assistendo, infatti, alla fuga del nostro Milan, quello che conoscevamo come vincente ed impermeabile ad isterismi vari; ma fin dove potrà mai giungere, questa situazione? Al niente; non porta a niente, se non, forse, all'oblio.
'E tornerai qui da me
come un fiume che scorrerà contro corrente
e poi tra i tuoi luoghi noi mai sommersi, mai
troveremo cosa vuoi.
Sarà sorprendente anche per noi
mai sconfitti e mai eroi
noi soltanto e quella luna puritana su di noi.'
Sì, perché il Milan tornerà; tornerà a vincere, a dominare, ne siamo certi.
'Mai sconfitti e mai eroi, solo milanisti' verrebbe da aggiungere.
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Scritto da Max Bambara
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Quando una stagione è incanalata sui sentieri della negatività, nascono anche partite come Milan Parma, una gara atipica, singolare, aspra nella sua durezza sportiva.
Il Milan, reduca da una eliminazione scottante in Champions contro l'Atletico, vuole tornare alla vittoria, non tanto e solo per trovare la strada che conduce alla Europa Leauge, quanto per ridare fiducia e coraggio ad un gruppo che nell'ultimo mese ha molto seminato ed ha poco raccolto.
Pronti via e la formazione iniziale sembra un segnale di grande rispetto verso il Parma, con Seedorf che rinuncia a Taarabt per aggiungere un centrocampista in più di contenimento (Essien).
Il Parma gioca senza il centravanti puro, ha un uomo più a centrocampo e Seedorf pensa con questa mossa di salvaguardare il palleggio e di non andar sotto coi numeri in mediana.
Tutto però viene reso vano da un'espulsione dopo pochi minuti. La squadra commette un duplice errore, sia nel mancato attacco della palla, sia di allineamento difensivo. Emanuelson si lascia sfuggire Schelotto che lo prende alle spalle e Abbiati è costretto al fallo.
E' rosso diretto, Cassano segna il rigore e così il Mlan si trova davanti una montagna dopo soli 5 minuti di match. Una montagna ardua da scalare, in dieci uomini, e con molti giocatori reduci dalle tossine fisiche e nervose della partita di Champions giocata al martedì.
Il Parma non perde mai il controllo della partita, rischia solo su un palo di Balotelli sugli sviluppi di un corner ed è bravo in ripartenza a mettere il Milan in difficoltà, soprattutto sulle corsie esterne.
Seedorf ha ridisegnato la squadra con un 4-3-1-1, in cui Kakà fatica ad accorciare su Marchionni, sempre libero di ricevere e di impostare l'azione, con conseguenze alquanto positive per la manovra offensiva ducale.
Nella ripresa il 2-0 non è altro che la risultante di un predominio territoriale abbastanza marcato.
Lì però il Milan si accende e scatta quella famosa scintilla nervosa che rende vana la parte tattica del match. Trova il pari con Ramì e poi attacca con generosità trovando in un rigore generoso trasformato da Balotelli il pallone da spingere dentro per il sospirato pareggio.
Il Milan però non si accontenta, rimane lungo e sconclusionato in campo ed il Parma ha buon gioco nel colpire di rimessa, con Amauri che imita Crespo col tacco, segnando il 3-2 che ipoteca la gara.
La squadra è ormai alle corde fisiche e nel finale Abate lascia il Milan in nove, con un Montolivo in campo solo per onor di firma. Il 4-2 di Biabiany non è altro che la punizione ultima, forse ingenerosa, per una squadra oltre ogni tollerabile soglia di acido lattico.
I dubbi riguardano la gestione tecnica del mister nelle sue scelte iniziali e nei cambi, ma riguardando con calma la gara, emerge molto chiaro un dato: la squadra ha poche energie mentali e reagisce solo sul piano nervoso.
Urge un delicato lavoro di rilassamento, ancora prima che una sterzata sul piano del gioco per uscire dal cunicolo nel quale siamo finiti.
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Scritto da Alberto Rini
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La Juventus con Pirlo sbanca il Ferraris, Roma e Napoli vincono per i posti in Champions, prosegue il buon momento dell'Inter, mentre il Milan affonda contro il Parma e sotto la contestazione della Sud.
La 28^ giornata si apre con l'anticipo del sabato tra Hellas Verona ed Inter. L'Inter a parte forte, con un Mauro Icardi scatenato in avvio. Due colpi di testa del centravanti, il primo su cross di Guarin è quello più pericoloso: traversa a Rafael battuto.
Sul secondo traversone è eccellente il taglio ad anticipare Moras, meno l'incornata, che termina a lato. A ridosso del quarto d'ora la pressione nerazzurra si concretizza. Jonathan sulla destra mette a sedere Albertazzi e crossa, Palacio nel cuore dell'area piccola si ritrova in posizione per correggere il cross a porta sguarnita e il suo piattone è vincente. Il Verona non riesce a recuperare campo, l'Inter gestisce a picimento la gara. La ripresa segue il canovaccio del primo tempo. Hernanes su calcio di punizione colpisce la seconda traversa per i nerazzurri, il Verona ha un sussulto e con MOras da ottima posizione di testa avrebbe la palla del pari, ma il colpo di testa finisce sopra la traversa. Jonathan in contropiede si intestardisce ma alla fine ha ragione lui. NOn serve i compagni che lo accompagnano, esegue un tiro debole sul quale però Rafael non è irresistibile e sulla ribattuta, il terzino destro nerazzrro realizza il 2-0 finale.
Terza vittoria consecutiva per l'Atalanta, questa volta a spese di una Sampdoria fin troppo arrendevole.I blucerchiati si fanno apprezzare solo in avvio di gara, impegnando Consigli con Gabbiadini. Al 36' l'Atalanta passa, Estigarribia si accentra dalla destra, palla a Denis che la tocca al volo per Carmona che dal limite di prima intenzione infila Da Costa. I padroni di casa insistono a arrivano al raddoppio al 42’ su calcio d’angolo, batte Cigarini e sul secondo palo Bonaventura, tutto solo, di testa la mette dentro. Al 10' del secondo tempo arriva il tris orobico: grande azione Denis-Moralez con cross dalla destra di Maxi, in area Krsticic buca clamorosamente la palla consegnandola al Tanque che, solo davanti a Da Costa, ha tutto il tempo di aggiustarsela sul destro e firmare il decimo centro in campionato. Gara archiviata e salvezza oramai ad un passo per i bergamaschi.
Una Lazio bella e cinica espugna il Sant’Elia battendo il Cagliari per 2-0 con le reti, una per tempo, di Lulic e Keita.I biancocelesti passano al 19', dormita della difesa di casa, Ledesma serve Lulic, che di sinistro batte Avramov. Un brutto Cagliari cerca di scuotersi nella ripresa, ma è la Lazio ad avere le migliori occasioni per raddoppiare con Keita e Klose ma Avramov è attento. Al 65' il Cagliari ha la grande occasione per pareggiare. Biglia atterra Vecino mentre tenta di rinviare un pallone in mezzo all'area di rigore biancoceleste, per Irrati è calcio di rigore. Sulla palla va Pinilla ma il suo tiro esce a fil di palo. Palla rimessa in gioco da Marchetti, cambio di fronte di attacco, Klose serve Keita ed è 2-0 per i laziali. Il finale vede un rosso per doppia ammonizione di Conti ed una Lazio che anche in superiorità numerica gestisce il vantaggio eporta Roma i tre punti.
Livorno-Bologna 2-1, vittoria e sorpasso per i labronici. Succede tutto nella ripresa, dopo un primo tempo nel quale il Livorno cerca di alzare i ritmi ed il Bologna invece tende inevitabilmente ad abbassarli. Emeghara serve Benassi al primo minuto ed il giovane centrocampista batte Curci con un perfetto rasoterra. Otto minuti dopo arriva il raddoppio amaranto. Contropiede del Livorno, la difesa del Bologna si impappina, Paulinho si ritorva solo davanti a Curci e lo batte per il 2-0. Il Bologna scompare ancora di più dal campo e se non fosse una mezza pazzia di Emeghara la gara sarebbe archiviata da tempo. L'attaccante amaranto trattiene in modo vistoso quanto inutile Morleo, causa quindi il rigore e si fa espellere per doppia ammonizione. Lazaros realizza il rigore e da un sussulto di speranza ai suoi, ma gli uomini di Di Carlo serrano le fila nei cinque minuti finali e portano a casa tre punti d'oro per la lotta salvezza.
Altra sfida di importanza capitale per la salvezza va in scena a Reggio Emilia, tra Sassuolo e Catania. partono bene i catanesi con Keko che al 3' minuti colpisce il palo con un bel tiro a giro, poi Andujar risponde a Sansone. Al 30' il gol degli ospiti. Barrientos serve da campione Bergessio, l'attaccante stoppa e solo davanti a Pegolo lo trafigge. Si va al riposo con gli etnei in vantaggio ed un Sassuolo in difficoltà. Ma gli emiliani lasciano le paure nello spogliatoio ed entrano in campo nelle ripresa davvero con un diverso attegiamento. Floro Flores confeziona due assist al bacio per Zaza e Missiroli che, nello spazio di appena sei minuti, piazzano l’uno-due che mette in ginocchio il Catania. Sansone all’89', dopo essersi divorato il gol del 3-1 pochi minuti prima, si fa perdonare mettendo il sigillo personale su un secondo tempo dominato dagli emiliani. Il Sassuolo festeggia un successo che ne rilancia le ambizioni in chiave salvezza. Per il Catania, ancora a secco di vittorie lontano dal Massimino, è notte fonda.
Il Milan, in un San Siro in contestazione va a picco contro il Parma. Terza sconfitta consecutiva in campionato, quattro se si considera anche quella di Champions con l'Atletico. Notte fonda per Seedorf ed i suoi ragazzi sin da principio. Dormita di Emanuelson, Schelotto si invola verso la porta ed Abbiati commette il grave errore di abbattere l'argentino. Cartellino rosso per il n.1 del Milan, gol di Cassano e gara che dopo cinque minuti è già indirizzata. Il Parma è padrone del campo e gli episodi sono contrari al Milan. balotelli da 1 metro colpisce il palo invece di metterla dentro. Il primo tempo finisce con un Parma stra-padrone del campo. Cassano ad inizio ripresa raddoppia con un perfetto rasoterra dal centro dell'area. Sul 2-0 i rossoneri hanno un sussulto di orgoglio. Rami di testa accorcia, Montolivo si procura un calcio di rigore in modo molto furbo e Balotelli realizza l'insperato pari. Lo sforzo però non viene ripagato. Giro di lancette e Schelotto ancora lui fa a fette la difesa rossonera servendo Amauri che di tacco brucia De Jong ed Amelia. Il sigillo finale di Biabiany in pieno recupero è la ciliegina sulla torta di un Parma al 15° risultato utile consecutivo.
La Fiorentina rialza la testa dopo la sconfitta allo Juventus Stadium di una settimana fa e batte, con non poche difficoltà, 3-1 un buon Chievo. La Viola passa subito all'11' con Cuadrado servito da Pizarro. Il Chievo è vivo e sfiora più volte il pareggio con Paloschi, ma l’ex milanista manca di freddezza sotto porta: clamoroso l’errore a tu per tu con Neto. Nel momento migliore degli ospiti, però, arriva il raddoppio con Anderson lesto nel rubar palla nella trequarti avversaria e far partire il “treno” Cuadrado, il colombiano entra in area e dal fondo di destra serve sul secondo palo Matri per i più facili dei tap-in. Nella ripresa il Chievo ha più gamba e meno paura di sbagliare e al 17' si fa sotto con una rete di Paloschi che, servito sul filo del fuorigioco da Rigoni, salta Neto in uscita e infila a porta vuota. Poco dopo la mezz’ora Pizarro dal dischetto si lascia ipnotizzare da Agazzi, ma l’estremo clivense allo scadere non può nulla contro Mario Gomez che lo infila sotto le gambe. Il gol del tedesco, però, è viziato da un netto fuorigioco non visto dal guardalinee. Chissà se protesteranno anche questa volta i tifosi gigliati guidati dal capo-popolo Della Valle?
Servono due magie alla Juventus per avere la meglio sul Genoa. La prima è quella di Buffon che al minuto 71' para un rigore a Calaiò. La seconda è di Pirlo che con una punizione magistrale regala così tre punti ai suoi. La Juve ha provato a prendere subito il comando delle operazioni ma ha dovuto fare i conti con un Genoa molto aggressivo. Nonostante questo però i bianconeri la gara l'avevano già sbloccata al 28' quando Pogba liberava in area Osvaldo che con un morbido pallonetto scavalcava Perin. Un gol di splendida fattura che il guardalinee, però, ha annullato vedendo un inesistente fuorigioco. L'azione però nasce da un capovolgimento di fronte nel quale il Genoa reclamava giustamente un calcio di rigore per fallo su Bertolacci. Nella ripresa il Genoa ci prova con ancor più ardore, Bertolacci e Motta sfiorano la rete uno in sequenza all'altro. Al 71' primo episodio chiave. Vidal colpisce di mano in area, Calaiò subentrato a Gilardino va sul dischetto ma la conclusione è debole e Buffon para. Al minuto 89' l'altro episodio. Pirlo calcia una punizione col contagiri che si insacca all'incrocio. E'è il colpo del K.O. per il Genoa e per chi sperava ancora che il Campionato fosse aperto.
La giornata si conclude con i posticipi del lunedi che vedono in campo il Napoli a Torino e la Roma ricevere in casa l'Udinese.
All'Olimpico di Torino decide un contestatissimo gol di Higuain al 90', viziato da un intervento falloso ai danni di Glik, episodio che manda su tutte le furie Giampiero Ventura e tutta la Torino granata, che già pregustavano un risultato positivo al termine di una gara giocata con personalità e vigore. Toro sfortunato anche in altri episodi, specialmente nwel primo tempo quando il palo dice di no ad una punizione perfetta di Bovo. Il Napoli stenta ed il Torino insiste. Meggiorini in avvio di ripresa colpisce un altro palo, poi Immobile si divora un'ottima occasione. L'episodio che risolve il match si verifica ad un minuto dal 90': Hamsik pennella un lancio di quaranta metri per Higuain, il Pipita sgomita con Glik e lo mette giù, ritrovandosi indisturbato a tu per tu con Padelli. Il destro del Pipita si insacca per i te punti partenopei.
La Roma batte 3-2 l'Udinese all'Olimpico. Ad aprire le marcature Totti al 22',poi il raddoppio di Destro al 30'. Accorcia le distanze ad inizio ripresa l'ex laziale Pinzi,mentre il 3-1 dei giallorossi arriva da una staffilata fuori area di Torosidis al 69'.Il 3-2 Udinese è di Bastaal minuto 80'. La Roma ricaccia così a tre punti il Napoli consolidando il secondo posto e rimanendo a -14 dalla Juventus capolista con una gara da recuperare contro il Parma.
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Scritto da Stefano Fontana
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28^ Giornata Serie A
Juventus schiacciasassi, la Fiorentina ritorna su, l'Inter corre, il Milan crolla. Questo è e questo dobbiamo sorbirci.
Speriamo che la ruota cominci a girare nel senso giusto per noi quanto prima o saran dolori.
Milan Parma 2 – 4: Bel Parma, atleticamente superiore, pimpante, vivace, ben diretto ed allenato, con 2/3 individualità di spicco e due bidoni rigenerati. Consiglierei la dirigenza del Milan di prendere Amauri e Schelotto, così almeno ce li leviamo dalle scatole. Questi vedono rossonero e si esaltano. Netto il rigore per il Parma e giusta l'espulsione di Abbiati. Generoso invece il rigore per il Milan, dato che il fallo comincia fuori area ed in area è più Montolivo che trattiene che Oby. Graziato Mexes nel primo tempo; poteva essere espulso. Nel secondo rientra più tranquillo.
Verona Inter 0 – 2: Toni le tenta di tutte pur di farsi fischiare un rigore a favore ma l'arbitro è sempre sul pezzo, attento e sicuro. Proteste di Icardi per una spinta di Moras alle spalle ma il rigore non c'era; giusta una punizione.
Genoa Juventus 0 – 1: brutta gara per la terna arbitrale; manca un gol alla Juve (Osvaldo era in gioco) e forse un rigore al Genoa (Lichsteiner su Bertolacci). Diversa valutazione su episodi abbastanza simili; Antonelli e Vidal toccano entrambi la palla col braccio ma se il primo è giudicato involontario, il secondo è punito col rigore.
Fiorentina Chievo 3 – 1: partita abbastanza semplice, macchiata da un gol in fuorigioco (Gomez); giusto assegnare il rigore alla viola (poi sbagliato da Pizarro).
Atalanta Sampdoria 3 – 0: non visto un pugno di Benalouane rifilato a Regini (e basta col chiamarlo Vascoregini!) in pieno stomaco. Non si può valutare la forza del gesto ma sarà decisiva la prova-tv.
Piccola nota a margine: Clarence ieri ha sostituito Emanuelson dopo 5 minuti dall'inizio del secondo tempo. Errore imperdonabile. Con quel clima, e sapendo che doveva cambiarlo, avrebbe potuto e dovuto effettuare la sostituzione nell'intervallo, evitando ad Urby la pioggia di fischi. Imparerà pure lui.
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Scritto da Marco Brucculeri
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Abbiati: si fa espellere ad inizio partita, situazione negativa che penalizza totalmente la squadra per tutta la gara. S. V.
Emanuelson: non e' un terzino, non sa difendere ma non conclude nulla nemmeno in fase offensiva. Voto 4,5
Mexes: si fa ammonire gratuitamente e poi rischia più volte l'espulsione. Non e' affidabile e si perde in giocate inutili. Voto 4,5
Bonera: per impegno ed attaccamento alla maglia, e' appena meglio del compagno di reparto. Voto 5
Abate: forse non stava bene ma della sua prestazione non c'è nulla da salvare sia in difesa che in fase di spinta. Voto 4,5
Essien: esce subito dopo l'espulsione di Abbiati. S. V.
De Jong: lavora molto ma non può arginare da solo tutte le falle a protezione della difesa. Voto 5,5
Montolivo: oltre al rigore procurato e' poca cosa, impreciso e prevedibile. Voto 5
Poli: si impegna, corre, lotta e porta un minimo di qualità. Voto 6
Kakà: solito vecchio cuore rossonero ma è spremuto e dovrebbe rifiatare. Voto 5
Balotelli: troppo spesso cammina e non è evidentemente in grado di fare la differenza come ci si aspetterebbe. Voto 5
Amelia: qualche buon intervento, fondamentalmente incolpevoli sulle reti subite. Voto 6
Pazzini: quando entra fa valere il suo peso ma non ha mai palloni giocabili. Voto 5,5
Rami: tiene a galla la baracca, segna, si impegna e da tutto. Da riscattare a fine stagione.Voto 6
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Lone Survivor
Il conflitto bellico tra Afghanistan e coalizione Stati Uniti d’America-Gran Bretagna è iniziato nel 2001, successivamente all’attentato alle torri gemelle di Manhattan; ad aggiungersi ai primi bombardamenti di USA e UK contro l’Afghanistan furono successivamente Francia, Canada, Australia, Olanda, Germania, Italia, Danimarca, Nuova Zelanda, Norvegia.Nonostante la caduta di molte città talebane la guerra è ancora in corso.
Lone Survivor è un imperdibile film di guerra degno di cult come “Black Hawk Down”.
Scritto e diretto da Peter Berg, è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo autobiografico di Marcus Luttrell, unico sopravvissuto dell'operazione Red Wings e comandante dei Navy Seals in missione con altri tre uomini per catturare il capo dei talebani Ahmad Shah.
Le sue memorie sono ancora più atroci e spaventose rispetto all’agguato che vediamo sullo schermo, seguito dal tentativo di salvarsi la vita e trovare un rifugio nonostante le ossa rotte e le ferite.
Il calvario dei soldati è descritto con furia voyeuristica e, insieme, con precisione millimetrica.
Sventurati eroi, uomini fatti di coraggio e paura, di sangue e carne martoriata.
Lo spettacolo di vita e morte, entrambi insensate, vive negli occhi di un cast virile e mimetico che esprime senso di squadra e amicizia.
Mark Walhberg, Eric Bana, Emil Hirsch, Taylor Kitsch.
Tutti straordinari.
Un film che ti rimane dentro proprio come i proiettili, le fratture e i tagli che martoriano i corpi dei quattro soldati americani.
Lone Survivor è si un’apologia di tutti i più sentiti valori americani, dal patriottismo, al coraggio, all’eroismo, al sacrificio fino all’amicizia, ma è soprattutto un'ininterrotta sequela di scontri a fuoco, cadute, ferimenti, salvataggi miracolosi e azione quasi senza sosta che fanno del film qualcosa di
unico nell'odierno panorama del cinema bellico.
“Non è un’operazione maledetta, è l’Afghanistan”.
Vedere “dal vivo” uno scontro a fuoco, una lotta per la sopravvivenza e rimanere sorpresi dagli aiuti
che inaspettatamente si possono ricevere.
Perché nessuno è solo, nemmeno un Navy Seals in territorio nemico.
“The only easy day was yesterday”.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Liberi da ogni turbamento. Finalmente è venuta meno anche l’ultima competizione della stagione, così adesso ci possiamo mettere l’anima in pace e seguire le partite che mancano da qui a fine anno, con la serenità d’animo di chi non ha più nulla da chiedere, evitando di continuare a rodersi il fegato.
Dico finalmente perché era praticamente impossibile pensare di andare a Madrid e conquistare una qualificazione dopo aver perso la gara d’andata in casa. E sono ancora più sincero: quand’anche Kakà avesse messo dentro il colpo di testa del 1-2, sono strasicuro che il Milan non sarebbe statoassolutamente in grado di reggere quel vantaggio fino alla fine.
Perché siamo una squadra fragilissima, anzi non lo siamo affatto; perché commettiamo sempre e comunque degli errori/orrori in fase difensiva che l’avversario avrebbe sfruttato; perché non abbiamo la personalità per poter reggere il confronto con questi avversari; perché nel Milan gioca gente che gare di questo lignaggio dovrebbe guardarle in televisione comodamente seduto sul divano con in mano uno spritz e due olive.
L’Atletico Madrid non è il Barcellona, il Real Madrid o il Bayern, ma è U-N-A-S-Q-U-A-D-R-A, un insieme di buoni giocatori con qualche individualità di spicco che sa perfettamente cosa fare, come farlo e quando farlo! Una squadra che, dopo la dissennata gestione di Jesus Gil, nel corso degli ultimi 3/4 anni è cresciuta gradualmente fino a raggiungere un livello che gli permette di essere nell’elite del calcio europeo (dal 2010 ad oggi ha vinto anche due Europa League e due Supercoppe Europee) e che gli permette di reggere il confronto nella Liga con le superpotenze Barca e Real.
Mi soffermo sull’Atletico volutamente, perché nelle condizioni in cui si trova oggi l’Ac Milan è necessario prendere queste squadre e queste società a modello. Da loro bisogna imparare che i soldi a disposizione non sono molti ma vanno spesi bene, e se hai un campione in rosa (Falcao) e ti danno 60 milioni di Euro (Monaco), quei soldi li prendi e ne usi la metà per rinforzare (veramente) la squadra.
L’Atletico ha speso 5,1 milioni per prendere David Villa dal Barcellona, ma soprattutto è stato in grado di prendere un 33enne come Demichelis (classe 1980) a parametro zero dal Malaga e rivenderlo quest’inverno dopo pochi mesi al Manchester City per 5 milioni di Euro. Io non ricordo un solo giocatore del Milan comprato a parametro zero che abbia poi fruttato una plusvalenza importante. Anzi, al contrario li abbiamo solo dati in prestito (o portati a scadenza con ingaggi faraonici) sobbarcandoci quasi sempre parte del costo dell’ingaggio.
Capite contro chi abbiamo perso? Contro chi ha idee chiare, ha un progetto ben preciso ed è stato in grado di costruire una vera squadra con giocatori utili e funzionali. Qualcuno obietterà che questo Atletico forse non vincerà nulla (né Liga né Champions), e forse sarà così; ma permettetemi di dire che almeno è una squadra vera, cazzuta, che guarda negli occhi tutti, sfida da pari a pari le big d’Europa, non va in giro a fare figure di merda ed ogni tanto qualche trofeo lo porta a casa (Europa League, Supercoppe Europee o Coppa del Re). A me francamente non sembra poca cosa. Le cose non succedono mai per caso, e non basta il blasone o una scritta sulla maglia per ottenere dei risultati.
Ecco, prendiamo esempio dai virtuosi, facciamo tabula rasa e ricominciamo con un progetto serio, coraggioso e per certi versi affascinante (seguire passo passo la creazione e la crescita di una squadra giovane spesso crea più entusiasmo che seguire stancamente una squadra che vince sempre o non vince mai pensando erroneamente di “essere a posto così”).
Una volta Berlusconi per mandare via Zaccheroni usò la metafora del sarto e dei tessuti, dicendo che se hai dei buoni tessuti ma un cattivo sarto non avrai mai un abito all’altezza. Usando la stessa metafora potremmo oggi dire che la storia di questa stagione sta dimostrando che se hai dei tessuti inadeguati neanche Cristian Dior riuscirà a farti fare una bella figura in una serata di gala.
Questo per dire che se i risultati non arrivano non è solo colpa del sarto (Allegri o Seedorf), ma probabilmente è anche colpa del fatto che la squadra non è all’altezza (per non dire altro) ed è anche colpa di chi l’ha costruita (società). Bisogna prendere atto che questa rosa è per la maggior parte composta da giocatori inutili e scarsi, su cui non bisogna più insistere e che bisogna avere il coraggio di mandare via.
Abbiati ha finito il suo tempo (al massimo va bene come dodicesimo), Bonera e Mexes è ora che salutino la compagnia (magari cercando di tirare fuori due soldi dal francese, per intenderci alla Demichelis di cui sopra), Abate va accompagnato in braccio al primo che sia disposto a darti del denaro (in cinque anni ha tirato fuori lo straccio di un gol ma soprattutto i suoi cross vincenti si contano sulle dita di una mano), bisogna cedere Constant, Essien, Muntari, Robinho, Amelia, Silvestre, Zaccardo, Birsa e Nocerino, Traorè e Niang quando rientreranno dal prestito.
Sfruttiamo questi mesi per mettere “sotto osservazione” Rami e Taarabt, e decidiamo cosa fare di Balotelli: se ci danno 40 milioni di Euro lo vendiamo e li reinvestiamo (ma stavolta sul serio), altrimenti ce lo teniamo e proviamo a sfruttare ancora il suo talento. Honda ce lo teniamo stretto, non fosse altro che non ci si può privare dell’unica fonte milionaria di reddito.
E chi prendiamo? Beh, a questo ci devono pensare Seedorf, Galliani, il nuovo DS e se volete pure Barbara Berlusconi. Basta che sia gente giovane, motivata, funzionale e che abbia chiaro in testa che cosa significa indossare la maglia dell’AC Milan!
Ed infine un cenno a mister Seedorf. I mesi che mancano da qui a fine stagione gli servano per trasmettere (a chi resterà) le sue idee di gioco e tattiche, ma servano anche a lui per studiare e crescere come allenatore, perché alcune sue scelte ci lasciano spesso perplessi.
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Scritto da Stefano Fontana
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'Perché spegni?'
'Non ho spento; ho staccato la spina.'
Dialogo diieri sera, al secondo gol (un autogol) dell'Atletico.
Inutile continuare; non ci sono parole per descrivere quel peso che mi opprime qui allo sterno.
Mi sarebbe piaciuto mettermi di fronte alla squadra ed incalzarla con domande e riflessioni sul suo comportamento.
Avrei detto: 'E adesso siediti su quella seggiola...'
'Stavolta ascoltami senza interrompere...
E' tanto tempo che volevo dirtelo...'
Ad un certo punto Riccardo Cocciante canta: 'Povero diavolo, che pena mi fai.'
No, a me non fa pena ma rabbia, tanta rabbia.
Intendiamoci: non solo per la squadra o qualche singolo giocatore ma per tutti, a partire dal Presidente, passando per Galliani e giungere ai giocatori.
'Tu mi rimpiangerai, bella senz'anima.'
Riccardo Cocciante, Bella senz'anima, 1974.
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Scritto da Nicola d'Altilia
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Ben ritrovati con il settimanale riassunto di quel che accade nel nostro settore giovanile.
La Primavera di Inzaghi sta diventando “grande”, e non solo perchè i ragazzi stan crescendo dal punto di vista anagrafico ma (a proposito auguri a due portieri neo maggiorenni Gori e Ferrari) soprattutto dal punto di vista del carattere espresso in campo; ad inizio stagione i ragazzi infatti spesso erano “avvezzi” a grandi e passionali rimonte ma quel che mancava era quel pizzico di cinismo necessario per sfruttare al meglio le occasioni da rete e portare a casa i 3 punti.
Sabato infatti la primavera è riuscita a vincere per 3 a 2 nonostante l’inizio vantaggio del Varese su rigore, nonostante un altro rigore parato da Gabriel, nonostante l’espulsione di Mister Inzaghi, di Pacifico e di un giallo per simulazione inesistente su Felicioli dato che aveva nettamente subito fallo; insomma nonostante tutto e tutti.
Le reti portano la firma di Vido che segna una bella doppietta e di Pedone.
Gli Allievi Nazionali affrontano in trasferta il Cagliari e vincono segnando un goal per tempo: il primo di Crociata seguito nel secondo tempo da bomber Cutrone.
Gli Allievi I/II divisione di Mister Brocchi invece vincono con un netto 5 a 0 ad opera di Tsadjout, Torrasi, Hamadi, Zanellato e Ndiaye, insomma non c’è stata partita; da segnalare che due autori dei goal (Tsadjout e Torrasi) sono un anno più piccoli, infatti provengono dai Giovanissimi Nazionali che questo week end hanno avuto un turno di riposo.
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Scritto da Paolo Bellettieri
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Kyle Korver si ferma a 127
127, leggasi centoventisette, partite con almeno una tripla a segno, record da brividi anche per uno Sniper Team. La striscia positiva si è interrotta qualche giorno fa nel match contro Portland, uno 0/5 che interrompe la striscia più lunga nella storia della NBA. Una striscia iniziata il 2 novembre 2012, nella prima partita di Kyle Korver con la maglia degli Atlanta Hawks, terminata dopo 127 gare, e andata ben oltre il precedente record di Dana Barros ( 89 gare tra il 1994 e il 1996, con le maglie 76ers e Celtics ).
Ora che la striscia di Kyle si è interrotta, chi sarà il prossimo giocatore nella NBA a provare ad insidiare il suo record? Al momento nella lista dei tiratori con almeno una striscia aperta il più pericoloso è sicuramente Stephen Curry, che è uno che di triple e di record se ne intende. Di sicuro non potrà superare Korver in questa stagione, dato che al momento è a 50 partite consecutive con almeno una tripla a bersaglio.
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Scritto da Max Bambara
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Più che una sconfitta irriverente, quella di Udine appare come una sconfitta inevitabile. A Genova il turn over fu più massiccio, eppure il risultato fu diverso, come anche la prestazione. Tuttavia si esclude un aspetto, secondo me fondamentale in tutto quello che sta avvenendo, ossia che Seedorf ha diritto ai suoi errori ed è bene che li faccia tutti quest'anno.
La formazione di Udine non è infatti concettualmente concepibile. Nelle ultime settimane alle spalle della punta il terzetto di trequartisti titolari era diventato Taarabt, Kakà, Poli. E’ induttiva la ragione: si tratta di giocatori bravi ad attaccare lo spazio, oltrechè nell'assist.
Schierare tre giocatori come Birsa, Honda e Robinho alle spalle di un attaccate d'area e non di giocata come Pazzini, è un grave errore tattico. Dei tre il più dinamico è Robinho. Ma se tutti la vogliono sui piedi la manovra diventa lenta, involuta, prevedibile.
L’azione migliore del Milan è un cross di De Sciglio da destra sul quale Pazzini sfiora e Scuffet salva in angolo; non è un’azione nella quale il contributo dei trequartisti è decisivo, se si esclude il lavoro senza palla di Honda.
L'alternativa tattica reale era quella di rischiare Taarabt dall'inizio, ossia almeno un giocatore che attacca gli spazi e che va senza palla. Avrebbe avuto nettamente più senso. Oggi non è più possibile giocare da fermi; o meglio ne può giocare uno solo e deve essere il più forte.
La critica che sento rivolgere al Milan in queste ore concerne una presunta non volontà di arrivare sesto per fare l’Europa League. Trovo insulso sinceramente ritenere che il Milan, scientemente, programmi il non ingresso in coppa, ma trovo anche normale che alla società e all’allenatore tale prospettiva non spiaccia per nulla.
Se vuoi creare una squadra con una forte impronta di gioco, lavorando sui dettagli e sui particolari, hai bisogno di un anno con le settimane libere per lavorare. Qualsiasi allenatore spera di allenare un grande club partendo da un anno sabbatico dalle coppe.
La Juve di Conte deve molto della sua impostazione tattica alla stagione 2011-2012. Il Milan di Capello nacque anche grazie alle luci di Marsiglia che consentirono al tecnico di Pieris di plasmare a sua immagine una squadra che veniva da un’altra cultura tecnica.
Educare una squadra ad un calcio offensivo, aggressivo, di possesso, lavorando contemporaneamente sulle distanze fra i reparti, richiede tempo e lavoro certosino, un lavoro impossibile da fare se le settimane sono impegnate dalle sedute di rifinitura e scarico pre e post coppa.
Può non piacere ma è così. Seedorf è venuto per ricostruire, non per gestire. Deve cambiare mentalità e questo richiede tempo. In questi ultimi 2 mesi può solo valutare il materiale a disposizione e dare le prime direttive del suo modo di intendere e di vedere il calcio, una sorta di manifesto del pensiero. Ma per fare giocare il Milan come lui vuole serve tempo e applicazione.
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Scritto da Alberto Rini
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Ancora una prova di forza della Juventus che batte la Fiorentina, il Napoli sconfigge la Roma e si avvicina al secondo posto. Milan battuto a Udine.
La 27^ giornata si apre al Friuli di Udine, dove i bianconeri di Guidolin ospitano nell'anticipo delle 18 il Milan.
Decide Di Natale, autentica bestia nera dei rossoneri (12° centro per lui contro il Milan), una gara dai due volti. Nel primo tempo un buon Milan, nonostante il massiccio turn-over applicato da Seedorf, viene fermato da Scuffet. La ripresa invece è di chiara marca bianconera e con il gol di Di Natale permette a Guidolin di rifiatare in classifica. Milan buono nei primi 45' come dicevamo.
De Sciglio dalla destra per Pazzini che non riesce a indirizzare verso la porta. Scuffet rischia la papera al quarto d’ora, quando manca la sfera in uscita ma viene graziato proprio dal Pazzo, che a porta vuota è sorpreso dal buco dell’estremo classe 1996 mettendo a lato. De Sciglio è irresistibile fino all’intervallo, è ancora lui a pescare Pazzini al 32', la girata del centravanti è ottima così come la risposta di Scuffet, che poco prima aveva ringraziato Zapata per un’incornata alta da pochi passi. La ripresa sembra iniziare con un copione simile, anche se il fronte di gioco è un altro: Emanuelson per Robinho, colpo di testa respinto dal solito Scuffet. Guidolin decide di osare e mette in difficoltà subito il Milan con il cambio di attegiamento. Al minuto 22, Pereyra riceve palla centralmente e innesca in profondità Bruno Fernandes, il 32 bianconero mette in mezzo e Di Natale non può davvero sbagliare: tocco a porta vuota, vantaggio figlio di una splendida manovra corale. Dopo il vantaggio, Il Milan non c'è più, denotando i soliti limiti fisici e mentali di una squadra che quando va sotto nel punteggio non riesce a reagire.
Il cuore e la grinta non bastano al Catania per battere il Cagliari nell’anticipo delle 20.45 del Massimino. L’inizio è di marca sarda, con il Cagliari più deciso ed intraprendente. Gli uomini di Lopez non creano particolari occasioni da rete, ma loro manovra è più fluida e l’aggressività in mediana riesce a bloccare le fonti di gioco del Catania. Con il passare dei minuti, però, i padroni di casa prendono coraggio e Lodi sale in cattedra, dettando geometrie molto efficaci. Proprio il regista su calcio di punizione impegna Avramov in angolo. Sul finire del tempo, al 44', l’estremo difensore dei sardi si rende ancora protagonista di un doppio intervento su Barrientos. La ripresa è decisamente più vivace. Il Catania inizia in avanti, ma è il Cagliari a trovare il vantaggio con Vecino al 53'. Nenè serve Sau in area e, dopo un contrasto, la palla finisce sui piedi del centrocampista abilissimo ad anticipare tutti. Il Catania però è vivo e ci mette meno di dieci minuti a riequililbrare la gara. Calcio di punizione di Lodi dalla destra Bergessio sfiora il pallone quel tanto che basta per regalare agli etnei il pari al 62'. Con il pareggio e complice anche l'espulsione di Avelar, gli etnei provano in tutti i modi a vincere la gara, ma prima Biraghi di esterno e poi Rolin di testa colpiscono il palo. SI spengono così anche le velleità di portare a casa tre punti fondamentali.
Anticipo domenicale delle 12.30 di grande tradizione allo Juventus Stadium tra i bianconeri e la Fiorentina. Pur faticando, la Juventus fa 14, tante infatti, sono le vittorie casalinghe in altrettante gare davanti al pubblico di casa. La Fiorentina non si fa vedere nella metà campo avversaria, è la Juventus a controllare le redini del gioco, pur senza creare grandi occasioni fino a metà frazione, quando si infiamma Asamoah. Il ghanese, assoluto vincitore del duello con Cuadrado, spara da sinistra al 26', una deviazione non agevola Neto che risolve però con una risposta di puro istinto. Al 42' il gol decisivo. Asamoah entra in area dallasinistra, irride Cuadrado con un numero suola-tacco in dribbling, passa in mezzo ad Aquilani e Diakité e prova la botta con il destro, leggerissima deviazione di Pizarro, palla contro il palo e poi in porta. La ripresa è diversa. la Fiorentina appare più spregiudicata, la Juventus come a San Siro contro il Milan, decide di votarsi al sacrificio pur di ottenre la vittoria. Ogbonna rischia l’autogol su un traversone velenoso di Vargas, Gomez ci prova in girata ma non va. Al 35' Matos grazia la Juventus : splendida azione sull’asse Vargas-Wolski, il polacco di testa corregge il cross del peruviano e servendo Matos davanti a Buffon, ma il colpo di testa da due passi finisce sulla traversa. La Fiorentina di fatto si spegne qui e la Juve allunga ancora di più in testa alla classifica.
La gara tra Chievo e Genoa si decide in un finale rocambolesco. Quando il gol di Gilardino sembrava sigillare il pareggio, allo scadere del recupero Paloschi regala la vittoria ai clivensi realizzaqndo il secondo rigore di giornata per la sua personalissima doppietta. La gara si era subito indirizzata al 5', quando Konatè, atterrando Stoian commetteva fallo per il primo rigore del Chievo realizzato da Paloschi. Così il primo tempo viene archiviato con il Chievo a difendersi dagli attacchi sterili del Genoa. La musica cambia nella ripresa. Il Grifone aumenta la pressione e chiude il Chievo nella propria metà campo. La pressione si concretizza al minuto 88, sull’angolo di Sturaro, Gilardino ruba il tempo alla difesa avversaria e di testa deposita in rete il gol del pareggio. Sembra finita qui, ma il Chievo con la forza della disperazione si butta in avanti. Il lungo lancio per Lazarevic sorprende la retroguardia rossoblu, con Motta che in area appoggia il braccio sul collo dello sloveno che naturalmente non fa niente per evitare di cadere. Paloschi ringrazia e sigla il definitivo 2-1.
In un Olimpico deserto per protestare contro Lotito, la Lazio ospita l'Atalanta. Decide Maxi Moralez con un gol nella ripresa, permettendo ai bergamaschi di centrare la seconda vittoria in trasferta in campionato. Dopo un primo tempo bloccato, la ripresa è più vivace. Al 15' minuto l'Atalanta trova il gol. Cross dalla sinistra di Brivio, colpo di testa di Estigarribia con miracolo di Marchetti, ma Maxi Moralez è lesto e insacca sulla respinta del portiere. La Lazio, rimasta in dieci per l'espulsione di Candreva, cerca in qualche modo di impensierire Consigli, ma è molto più pericolosa l'Atalanta in contropiede. Finisce così, tra i fischi del semideserto Olimpico.
Al termine di una partita a due facce, è la Sampdoria a gioire nel pomeriggio di Marassi, grazie ad una rimonta incredibile sul Livorno. I labronici partono forte, Paulinho colpisce la traversa al 12', sette minuti dopo Mbaye firma il suo primo gol in A, ribadendo in rete il tiro di Mesbah deviato sul palo da Da Costa. passano otto minuti e sempre Mbaye porta il Livorno sul 2-0 con un colpo di testa sottomisura. La Samp reagisce con rabbia ma senza idee, colpendo una traversa su punizione di Gabbiadini. Nella ripresa è tutta un'altra Samp. Dopo appena otto minuti il risultato è già in parità. Krsticic al 4', poi un'autorete sfortunata di Ceccherini al minuto 8 riportano il risultato sul 2-2. Al 23' Okaka tira in porta e trova la deviazione di Coda che spiazza Bardi per il gol del sorpasso. La gara si chiude al 30' quando Gabbiadini, servito da Okaka, realizza il 4-2 finale.
Davvero poco da raccontare nel derby emiliano tra Bologna e Sassuolo, lo zero a zero è la fotografia chiara e nitida di una gara brutta e noiosa, che ha messo in evidenza i limiti delle due squadre.
Chi è in grado di fermare il Parma? Con la vittoria di ieri ai danni del Verona, i ducali centrano il 15° risultato utile consecutivo, si piazzano al sesto posto a solamente 2 punti della tanto esaltata e osannata Fiorentina. A mettere la firma sul successo degli uomini di Donadoni sono nel primo tempo il francese Biabiany e nel recupero Schelotto, dopo l'ennesima magia di Antonio Cassano, ancora una volta determinante con la sua classe. Nonostante la battuta d'arresto, non esce comunque ridimensionata l'Hellas, matricola rivelazione che se l'è giocata sino alla fine praticamente alla pari. Al 20' sugli sviluppi di un corner da fuori Gobbi lascia partire una conclusione sbilenca, Biabiany sfiora con la punta del piede ma basta perché la conclusione finisca fra Maietta e Rafael che guardano la palla incocciare sul palo e, poi, finire in rete. L'intervento del portiere è troppo tardivo, il pallone ha già superato la linea di porta. Il 2-0 arriva nel recupero finale, Rafael pasticcia con il pallone in area e serve Cassano, il pallonetto del fantasista ducale scavalca il portiere e finisce sul palo ma sulla ribattuta è pronto Schelotto a ribadire in rete di testa.
L’Inter festeggia con un successo per 1-0 sul Torino il suo 106° anniversario. A decidere è un gran bel gol di Palacio al 30' del primo tempo con un colpo di testa, Cambiasso premia con un pallonetto l’inserimento di Palacio, che cerca la sponda aerea ma di fatto scavalca imparabilmente Padelli. Nella ripresa il Torino cerca di avanzare un pò il baricentro per cercare di recuperare la gara. Kurtic e Basha ci provano ma senza incidere, l'Inter risponde cercando il 2-0 prima con Kovacic e poi Hernanes. Finisce 1-0 ed Inter ad un solo punto dalla Fiorentina al quinto posto.
Finale di giornata dedicato al Napoli-Roma, sfida che vale la lotta al secondo posto. Si perchè se la Roma aveva ancora qualche velleità di Scudetto, con la sconfitta di ieri sera, dovrà più guardarsi alle spalle che puntare in avanti. Anche se, a dirla tutta, una Roma molto rimaneggiata causa assenze pesanti, ieri sera davvero non meritava di perdere. La Roma è partita con personalità, ha preso subito possesso del centrocampo e con veloci triangolazioni ha finito per mettere per ben due volte solo davanti alla porta Gervinho: l'ivoriano, però, l'ha tradita deviando prima debolmente un pallone al bacio lanciatogli da Strootman poi calciando per due volte (3' e 38') addosso a Reina da due passi. Qualcosa di meglio gli azzurri hanno fatto in avvio di ripresa sfruttando due palle perse in ripartenza dai giallorossi ma ancora Mertens con destro da fuori alto, poi Callejon con diagonale addosso a De Sanctis a tu per tu col portiere e infine Higuain ed il destro alto su cross di Mertens, non hanno trovato il modo per sbloccare il risultato. La Roma però non si è scomposta più di tanto, ma anzi conun colpo di testa di Florenzi ha sfiorato nuovamente il vantaggio. Ma come spesso accade, un episodio può condannarti. Ghoulam, alla prima discesa della partita sulla sinistra, ha effettuato un cross col contagiri per la testa di Callejon che con un colpo di testa perfetto ha mandato il pallone a baciare la parte inferiore dell'incrocio alla destra di De Sanctis. Fine del sogno scudetto per i giallorossi, speranza per il secondo posto per i partenopei.
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Scritto da Stefano Fontana
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Evitiamo commenti riguardanti i nostri colori e passiamo all'esame delle partite del turno appena concluso.
Juventus – Fiorentina 1 – 0: Buona direzione di gara di Orsato; il gol annullato a Diakité sarebbe stato valido ma chi poteva vedere quel mezzo piede di Pogba? Ed il rigore pro-Juve, con intervento falloso in mischia, era anch'esso difficile da valutare. Piuttosto: perché la Fiorentina non ha giocato per oltre un'ora? Ah, mancava Borja Valero...
Napoli – Roma 1 – 0: risultato bugiardo ma se la palla non la metti dentro, c'è poco da fare. Giusto annullare il gol di Benatia, in off-side. Rischio rosso per Taddei per un'entrata killer su Mertens: solo un giallo per lui.
Chievo – Genoa 2 – 1: due rigori, uno all'inizio ed uno alla fine del match, condannano un tutto sommato buon Genoa; rigori entrambi giusti da fischiare. Pensare che Gasperini era disoccupato e Liverani sedeva sulla panca del Genoa, vengono i brividi.
Sampdoria – Livorno 4 – 2: due rigori, uno per parte, non sanzionati dall'arbitro Giacomelli. Il primo per un intervento di Palombo su Greco ed il secondo, invece, per un fallo su Okaka, invertito dal fischietto che ha punito una inesistente trattenuta di Okaka, che, anzi, l'ha subita.
Lazio – Atalanta 1 – 0: manca un rigore ai laziali, per un'entrata selvaggia di Benalouane su Keita.
Catania – Cagliari 1 – 1: ne parlo perché era arbitrata da Rizzoli, reduce da un derby della Mole tutt'altro che sereno. Ebbene, ha confermato che sta attraversando un down di condizione; sbaglia l'impossibile nella ripresa. Avelar non andava espulso, forse ci stava un rigore per il Catania e l'ammonizione ad Astori se l'è proprio inventata. Urge un periodo di relax per Rizzoli.
Piccola nota a margine: Lotito, porta le chiavi della società al sindaco di Roma e lavatene le mani. Mandali tutti a quel paese.
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Scritto da Marco Brucculeri
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Atletico Madrid - Milan
Abbiati: non ha mai colpe sui goal subiti ma mai una volta che con un miracolo vada a cambiare il corso degli eventi. Voto 5
Emanuelson: totalmente fuori condizione, impreciso ed impaurito. Voto 4,5
Rami: non ha alcuna copertura dalla squadra ed è' sempre esposto all'uno contro uno. Serata sfortunata, si perde Diego costa e devia un pallone sul secondo goal subito. Voto 5
Bonera: prova a giocare con l'esperienza ma a certi livelli non basta. I tiratori dell'atletico hanno sempre tutto lo spazio ed il tempo per calciare indisturbati. Voto 5
Abate: troppo poca la sua qualità tecnica per giocare partite di questo livello con la maglia del Milan. Voto 4,5
De Jong: almeno, rispetto agli altri, ha sempre l'atteggiamento e la grinta del combattente. Voto 5,5
Essien: anche per lui condizione pessima e serata storta. Sovrastato dagli avversari. Voto 4,5
Taarabt: non trova mai le distanze giuste con i compagni ed ogni tentativo di giocata viene spento sul nascere. Voto 5
Kakà: e' l'unico a salvarsi e lotta come può, da vecchio cuore rossonero. Voto 6
Poli: corre molto ma alla fine non incide ne in copertura e nemmeno un fase di inserimento. Voto 5
Balotelli: veramente una delusione, nella gara più importante sparisce dal campo e gioca la sua personale partita contro l'arbitro. Voto 3
Robinho: entra in campo, colpisce la solita traversa e poco altro. Voto 5
Pazzini: entra nel finale ma non gli arriva mezzo pallone giocabile decentemente. s.v.
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Scritto da Paolo Bellettieri
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La grande bellezza
Paolo Sorrentino è uno dei più grandi talenti negli ultimi 20 anni nel cinema italiano.
La Grande Bellezza era, ed è, una fotografia perfetta, un ritratto sontuoso della Grande Decadenza italiana.
Un paese che ha perso il senso di sé, che ha abbassato in maniera drammatica i parametri del suo gusto, il livello della sua cultura, che ha visto fondere senza rimedio le sue classi dirigenti.
La Grande Bellezza non racconta solo Roma, racconta l’Italia, racconta tutto il mondo occidentale.
Sorrentino non celebra la grande bellezza contemporanea di questo paese, celebra la perdita della Grande Bellezza: ci troviamo davanti una cartolina, una lucida analisi impietosa di un paese dove la cosa più viva sono le macerie.
Roma è la metafora del mondo di oggi.
Così vuoto, così volgare, così decadente, ma ancora così bello da togliere il fiato.
Proprio come Roma, biglietto da visita di un Paese tutto sbagliato.
Un paese splendido eppure allo sfascio, dove non si può che vagare ammirando il passato e ricercare il tempo perduto perché il futuro è un buco nero.
Un paese di nani e ballerine, squallidi personaggi, maschere sfatte, che stride con la Grande Bellezza di Roma.
Film amaro e spirituale che racconta un presente dove per salvarsi si deve scappare dalla città.
Le nullità che al potere avrebbero dovuto custodirla, l'hanno depredata, l'hanno affossata con il loro cattivo esempio anzichè esaltarla e da nullità quali sono son riusciti a distruggere l'eternità della bellezza che il passato ci aveva tramandato.
Una città che però resta di una bellezza imperiale perché vivere a Roma, in fondo, è un modo per perdere dolcemente la vita.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Tante lodi e belle parole hanno accompagnato la prestazione del Milan contro la Juventus, ma la sostanza dei fatti è che ancora una volta i punti ed il risultato se li portano via gli altri.
Se da una parte non si può che constatare la crescita della squadra in termini di gioco e di mentalità, dall’altra non può non suonare come un campanello d’allarme il fatto che la squadra non riesca a tramutare in gol l’enorme mole di gioco espresso che a tratti assume anche le forme di un vero e proprio dominio. L’Atletico Madrid prima e la Juventus poi ringraziano e portano a casa, mettendo prepotentemente a nudo la differenza tra noi e le squadre che possono considerarsi ad un livello superiore al nostro.
Non basta giocare bene 45/50 minuti e mettere in seria difficoltà gli avversari più forti, perché se poi questi avversari non li ferisci è pressoché certo che prima o poi vieni punito. Perché gli altri sono più forti di noi e perché comunque la nostra difesa, nonostante la crescita generale della nostra fase difensiva, finisce quasi sempre per commettere qualche errore che magari ti puoi permettere contro Verona, Cagliari, Bologna e Sampdoria ma non contro i campioni delle squadre top come Higuain, Diego Costa o Tevez.
E’ paradossale che i problemi maggiori la squadra di Seedorf li stia mostrando in attacco, visto che dall’inizio dell’anno da giornalisti e tifosi l’attacco viene unanimemente considerato il reparto più forte di questa squadra. La realtà è che è vero che gli uomini migliori il Milan ce li ha là davanti, ma è anche vero che ci manca il cecchino implacabile oppure chi riesce a vincere le partite da solo.
Balotelli è l’unico giocatore in grado di fare la differenza, ma purtroppo non è ancora un mostro di continuità in questo senso. Da Pazzini non ci si poteva aspettare che rientrasse dopo il lungo infortunio con le stesse medie gol che aveva lo scorso anno, e poi, comunque, diciamolo onestamente: per poter timbrare con continuità Pazzini deve avere alle spalle una squadra che giochi bene e gli fornisca, durante una partita, un numero discreto di palloni da trasformare in gol.
E’ vero che gli interventi prioritari andranno fatti in difesa ed a centrocampo, ma le vere ambizioni del prossimo Milan dipenderanno dall’intenzione o meno della società di mettere in rosa un fromboliere di alto livello. La differenza tra una buona squadra ed una squadra vincente la fanno i giocatori decisivi, quelli che sono in grado di far girare le partite ed in grado di trascinare i propri compagni. Altrimenti si può costruire una squadra di buon livello, ma non in grado di vincere. Ecco, in sostanza siamo ancora una squadra in costruzione, con un allenatore che deve sfruttare il resto della stagione per mettere a punto il modo di giocare del prossimo anno, ma soprattutto per capire bene chi degli attuali uomini in rosa deve rimanere e quali sono invece i ruoli su cui in estate bisognerà necessariamente intervenire.
Nel frattempo, in questa fase di transizione, bisognerà comunque provare a fare i risultati anche contro le squadre più forti. Il percorso di crescita non potrà semplicemente prevedere per ora di giocare bene e fregarsene del risultato, non fosse altro che per il fatto che vincere aiuta a vincere. No, perché sembra quasi che per inerzia ci stiamo abituando a perdere tutti (o quasi) gli scontri con le big ed a consolarci, però, di aver comunque giocato bene e messo in difficoltà l’avversario. Questo al Milan non basta. Per ora va bene avere ritrovato un gioco, ma bisogna cominciare ad allenarsi a vincere.
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Scritto da Marco Brucculeri
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Abbiati: incolpevole sulla rete di Di Natale, si produce in un paio di buoni interventi e per il resto e' ordinaria amministrazione. Voto 6
Emanuelson: piuttosto bloccato rispetto ad altre prestazioni, cala come tutta la squadra con il passare dei minuti. Voto 5
Mexes: appare fuori condizione, sempre in difficoltà in ogni duello con gli avversari. Voto 4,5
Zapata: riesce con la velocità a compensare agli errori tecnici ed appare ancora lontano dalla migliore condizione. Troppo impreciso in troppi frangenti di gioco. Voto 5
De Sciglio: nel primo tempo spinge discretamente mettendo a frutto il lavoro con buoni cross. Nella ripresa sembra staccare la spina. Voto 5,5
Montolivo: troppo spesso preso in mezzo dagli avversari, fatica a trovare le giuste distanze anche a causa della scarsa prestazione del compagno di reparto. Voto 5
Muntari: fatica a difendere e crea confusione in fase di impostazione. Gara negativa sotto molteplici aspetti. Voto 4,5
Birsa: da tempo non giocava e questa prestazione non e' certamente stata uno spot favorevole perché le cose cambino. Poco reattivo e deficitario in ogni fase di gioco. Voto 5
Honda: gioca una gara sicuramente negativa, in parte giustificato solo dalla lunga trasferta infrasettimanale con la nazionale. Non riesce mai a far fruttare le sue doti tecniche. Voto 4,5
Robinho: prova qualche spunto ma si imbatte sistematicamente nella difesa avversaria. Poco reattivo. Voto 5
Pazzini: lotta sempre molto e produce tanto movimento anche per i compagni. Non mette a frutto due occasioni che andrebbero meglio sfruttate. Voto 5,5
Taarabt: entra nell'ultima fase di gara ma non incide in alcun modo. Sembra che la testa sia già a Madrid. Voto 5
Balotelli: superato l'infortunio alla spalla, ritrova il campo e qualche buona giocata ma quando entra, la squadra e' in fase calante. Voto 5,5
Essien: si piazza a centrocampo nel finale, non ha modo di mettersi più di tanto in evidenza.Voto 5,5
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Scritto da Max Bambara
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Il calcio è uno sport meraviglioso e affascinante proprio perchè non sempre vince chi merita. E' in questa strana regola che si cela la bellezza e l'imponderabile follia di questo sport.
Bisogna sapere accettare queste sue singolari alchimie e quei risultati che hanno un odor di beffa, perchè il destino del calcio è sempre pronto a rinoscere i meriti dei coraggiosi, anche se con ritardo.
Milan Juventus di domenica sera è stata una perfetta sintesi di questa regola. Il Milan ha infatti giocato una grande partita, ha dominato l'avversario nel primo tempo ed ha creato un numero incredibile di palle gol.
I demeriti rossoneri sono ravvisabili di certo in una scarsa precisione sotto porta, in un inevitabile calo fisico a metà ripresa ed in una gestione dei cambi probabilmente rivedibile.
Tuttavia è indubbio che, al netto di queste imperfezioni, se c'era una squadra che doveva uscire coi tre punti in tasca da San Siro, quella era certamente il Milan.
Clarence Seedorf, in nemmeno due mesi, ha cambiato completamente l'indole e la mentalità di questa squadra, portando il Milan a riscoprire il gusto del gioco, del tocco, del palleggio, la cultura della verticalizzazione ed il coraggio di giocarsela a sistema puro dietro.
Questi meriti assoluti da parte dell'olandese sono il suo tesoro ed il suo scrigno prezioso facenti capo ad un modo di sentire il calcio che si avvicina tantissimo alla storia milanista.
Non è, non può essere, il singolo risultato a far mutare opinioni e considerazioni. La forza delle prestazioni e del gioco invece, è una semina importante che il buon Clarence sta mietendo, al fine di creare una squadra che abbia cultura offensiva, aspetto totalmente assente invece nel Milan di Allegri.
Dove porterà il lavoro di Seedorf solo il tempo potrà dirlo.
Di certo c'è che se si va oltre i singoli episodi, il Milan ha dominato la Juventus come predominio territoriale, ha costretto la Juventus a fare una fase offensiva ridotta ed ha avuto oltre il doppio delle palle gol bianconere.
Prendeteli questi dati, analizzateli e pesateli. La loro consistenza vale un dna: quello che Seedorf ha ridato al Milan.
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Scritto da Nicola d'Altilia
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Bentornati con un nuovo appuntamento con il riepilogo sui risultati ottenuti dal nostro settore giovanile nel week end appena scorso.
La Primavera, archiviata l’eliminazione dalla Uefa Youth League ad opera del Chelsea, ritorna a disputare un match di campionato questa volta contro il Cagliari in trasferta.
La partita si è chiusa sul 1 a 0 per i rossoneri, grazie al goal di Pinato nel primo tempo; una partita molto difficile e combattuta a seguito anche dell’espulsione per il doppio giallo di Tamas.
Ottima la prova difensiva di Gori, decisivo su 3-4 occasioni per i sardi.
Pareggio amaro per gli Allievi Nazionali; il primo tempo si chiude infatti per 2 a 0 a favore dei ragazzi di mister Danesi grazie ai goal di Vassallo e Gamarra (su rigore) nel secondo tempo però arriva un espulsione e gli orobici riescono a rimontare.
Il Milan mantiene comunque la vetta della classifica contro l’Inter.
Gli Allievi I/II Divisione portano a casa i 3 punti contro il Parma grazie alle reti di Careccia e Spinelli.
Vincono anche i Giovanissimi Nazionali per 2 a 1 contro il Cagliari grazie alle reti di Tsadjout e Gabbia, mantenendo il terzo posto in classifica a -4 dal secondo posto e con una partita in meno da giocare che dovrebbe esser recuperata Mercoledi, pioggia permettendo.
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Scritto da Alberto Rini
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Il Milan gioca, la Juve vince. Roma e Inter giocano a calci e non a calcio, il Napoli rimane impantanato a Livorno.
La 26^ giornata si apre con lo scontro all'Olimpico di Roma, tra i giallorossi padroni di casa e l'Inter. Con una prova tatticamente perfetta, gli uomini di Mazzarri imbrigliano la squadra di Garcia e riescono a strappare un buon punto. All'interno di un giusto pari non sono mancati, comunque, gli episodi contestati, un paio per parte: l'Inter recrimina per un probabile fallo di Benatia su Icardi nel primo tempo e per un pugno rifilato a palla lontana da De Rossi a Icardi su un blocco in area.
Episodi simili sono capitati nell'area opposta nella ripresa: la Roma si è lamentata per un affondamento in area di Destro, trattenuto da Samuel, e poi per una gomitata nel finale rifilata da Juan Jesus a Romagnoli prima di un angolo. Roma brava in apertura con una girata di Gervinho ben fermata da Handanovic, alla quale ha risposto un colpo di testa di Palacio alto di poco. nella ripresa da segnalare l'occasionissima di Pjanic che solo davanti al portiere nerazzurro non trovfa di meglio che tirargli di fatto addosso.
Alle 12.30 della domenica scontro salvezza tra Cagliari ed Udinese. Vincono i sardi 3-0 senza nemmeno strafare, giocando una partita normale e punendo di fato ad ogni occasione una Udinese sprecona, che con Di Natale in apertura poteva passare in vantaggio, se il bomber campano non falliva una comoda occasione di sinistro. Nel ribaltamento di fronte, Ibarbo addomestica una palla in area di rigore con il petto e di controbalzo fulmina Scuffet. Dopo una traversa di Di Natale, il Cagliari cerca di gestire la gara, fino a quando non la chiude definitivamente nella ripresa. Punizione di Ibraimi e colpo al volo di destro di Avelar per il 2-0. Sempre Ibraimi in contropiede con una azione solitaria deposita la palla per il 3-0 finale.
Partita fisica e combattuta a Bergamo, tra Atalanta e Chievo. Rete di Carmona nel primo tempo,bravo a riprendere una corta ribattuta di Frey e scaricare un destro alle spalle di Agazzi.La ripresa si apre con l'espulsione di Cesar che si fa cacciare dall’arbitro per una manata a Denis, ma Dainelli agguanta il pari di testa. Poi Colantuono indovina il cambio, entra Cigarini e regala i tre punti agli orobici concludendo una bella triangolazione con Denis.
Termina con un pareggio senza gol la sfida tra Verona e Bologna. Ai punti avrebbero meritato gli emiliani: più incisivi in fase offensiva, concedono poco o nulla ai veneti. L'occasione migliore capita a Bianchi, che sbaglia un rigore all'inizio del secondo tempo. Il Verona risulta pericoloso solo con una conclusione da lontano di Romulo messa in angolo da Curci. Finale molto nervoso: espulso Cristaldo per una manata rifilata a Moras.
Con la vittoria in casa del Sassuolo, il Parma centra il 14° risultato utile consecutivo. A decidere la gara, il gol in apertura di Parolo, bravo a concludere con un perfetto inserimento un invitante assist di Biabiany. la gara per i ducali è così subito in discesa, tenuta in vita più dagli errori di Amauri e Cassano che non realizzano il 2-0, che dagli spunti dei neroverdi. Ci si mette poi Berardi a dare la mazzata finale ai suoi compagni facendosi espellere un minuto dopo il suo ingresso in campo. Finisce così anche l'avventura di Malesani sulla panchina del Sassuolo. Si attende per oggi il comunicato ufficiale del ritorno in panca di Di Francesco.
Dopo due sconfitte consecutive si rialza la Samp, colpaccio all’Olimpico di Torino contro i granata, tre punti per guardare con serenità la classifica e epr far stoppare sul più bello i ragazzi di Ventura. I blucerchiati paertono subito bene ed al 7' sono in vantaggio. Punizione dalla trequarti, palla respinta di testa da Glik e mischia all’interno dell’area, tocco di Mustafi per Okaka in posizione impercettibile di fuorigioco e deviazione facile dell’attaccante a rete. Okaka scatenato viene fermato dalla traversa su invitante assist di Eder. Il Toro ci prova, ma Immobile ha le polveri bagnate. Carica a testa bassa il Torino nella ripresa, Kurtic e Cerci mancano il bersaglio in meno di 2'. Al 23' Immobile ci prova ma la conclusione è a lato. Al 34' il gol di Gabbiadini su calcio piazzato chiude la partita.
A Marassi, il Genoa riceve il Catania, e con una rete per tempo i liguri sbrigano la pratica, cogliendo il quarto risultato utile consecutivo. Apre le marcature Antonelli al 14', sul cross di Sculli da sinistra grave errore di Spolli che cicca il rinvio, Andujar fa quel che può salvandosi d'istinto sul primo tiro ravvicinato di Antonelli, ma il laterale rossoblù approfitta di un rimpallo con Gilardino e insacca la rete del vantaggio. I catanesi escono dalla gara nel momento in cui Bellusci viene espulso. Così la ripresa è quasi accademica per i rossoblu, all'85' Sturaro calcia piegando le mani di Andujar per il 2-0 finale.
Derby "tirrenico" tra Livorno e Napoli. I partenopei ci provano in tutti i modi nel primo tempo fino al vantaggio, sfiorandolo con pandev fermato dalla traversa. Lo trovano al 31' quando sempre Pandev è spinto a terra da Mbaye. Per mazzoleni è rigore, che Mertens non sbaglia. la gara sembra in discesa oramai, ma una comica papera di Reina rimette in carreggiata gli amaranto. Discesa sulla sinistra di Mesbah, palla in mezzo per il tacco di Mbaye, Reina non la trattiene e finisce col sospingerla dentro per il più comico degli autogol. Nella ripresa una occasione per parte. la prima è per il Livorno, ma Paulinho spara addosso a Reina da ottima posizione. la seconda è per il napoli, ma Zapata non riesce a trovare sottoporta il colpo per il gol. Finisce così 1-1, con rimpianti da entrambe le parti.
La Lazio sbanca il Franchi e affonda la Fiorentina nel giorno in cui i viola speravano di accorciare sul terzo posto difeso dal Napoli. A Firenze finisce 1-0 per gli uomini di Reja con un gol nei primi minuti della gara di Cana. Il vantaggio ospite arriva sugli sviluppi di un calcio d'angolo con Cana, ben appostato al limite dell'area piccola, lesto nell'approfittare di uno svarione di Gonzalo Rodriguez e infilare Neto con una mezza rovesciata molto bella. La reazione viola è timida e confusa, così nel finale i biancocelesti vanno a un passo dal raddoppio con Konko che raccoglie un traversone dalla sinistra di Candreva e col ginocchio colpisce in pieno la traversa. Nella ripresa la musica non cambia ed è ancora la squadra di Reja a rendersi pericolosa con Onazi, subentrato all'acciaccato Ledesma, ma il nigeriano, a tu per tu con Netotira debolmente. Nel finale la Fiorentina va vicinissima al pareggio prima con Anderson, poi con Aquilani, ma in entrambe le occasioni Marchetti vola a deviare in angolo.
La chiusura della giornata è tutta dedicata a Milan-Juventus. Partita bellissima, soprattuto per merito del Milan, ma la vittoria va ai bianconeri. Il Milan parte fortissimo, Poli annulla Pirlo, Pazzini mette in soggezione i tre difensori della Juventus, Kakà e Taarabt imperversano con i loro attacchi che partono dall'esterno. Proprio una combinazione tra il marocchino ed il brasiliano mette quest'ultimo davanti a Buffon per sferrare il colpo decisivo, ma il primo tiro è debole e facilemnte respinto da Buffon, la palla torna ancora a Kakà che cerca di piazzarla, ma trova Bonucci appostato sulla linea pronto a ribattere. Poli dal limite e con una conclusione in posizione defilata potrebbe segnare, ma la doccia fredda è dietro l'angolo. Una palla lunga non sventata bene da Rami permette a Marchisio di innescare Tevez. L'argentino serve l'accorrente Lichtsteiner che a sua volta serve Llorente per una facile conclusione da depositare in rete. E' l'1-0 bianconero allo scadere del primo tempo. la ripresa vede un Milan un pò stanco ma comunque deciso a cercare il pari. Poli ha sulla testa la palla dell'1-1 ma la mette a lato. Negli sviluppi dell'azione si scontra terribilemnte di testa con caceres ed è costretto ad uscire. La Juventus comincia a gestire meglio il campo ed al 68' chiude la partita. tevez controlla una palla dal limite dell'area, nessun milanista lo va a pressare, così ha tutto il tempo di caricare un missile che si stampa sotto la traversa con un Abbiati un pò troppo fuori dalla porta. Nei restanti minuti Pogba copisce un palo esterno e Robinho una traversa. Davvero beffarda la gara per il Milan, ma l'andamento della partita sta a segnalare la differenza netta che c'è tra le due squadre.
Il prossimo turno vede il Milan in trasferta ad Udine, la Juventus riceve la Fiorentina, mentre il Napoli ospita la Roma. In pratica le prime quattro si scontrano tra di loro.
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Scritto da Stefano Fontana
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26^ Giornata Serie A
Avanti così; un bel Milan esce sconfitto contro i volponi bianconeri, che han capitalizzato al massimo le poche azioni d'attacco, poche almeno fino al secondo gol. L'infortunio di Poli ci è costato moltissimo sul piano tattico e dinamico, in quanto Saponara, che gli è subentrato, non è all'altezza del Milan. Bravo giocatore, ottimi colpi anche ma al Milan servono scarpe chiodate, non ballerine. Coraggioso Seedorf ad inserirlo ma Saponara non lo ha ripagato abbastanza: sembrava fuori ruolo perennemente, in ritardo, svogliato e insicuro. O lo si recupera mandandolo in prestito o lasciamolo al Parma. Così com'è non ci serve.
Roma Inter 0 – 0: arbitraggio altamente insufficiente, quello di Bergonzi. Non vede nulla, lascia correre spesso, poco assecondato dai collaboratori, mette in piedi una prestazione da censura.
Purtroppo, e ci secca ripeterlo ad ogni turno giocato, all'Inter mancano almeno 3 rigori (6 per la Gazza, orpo!); le espulsioni non viste da una parte e dall'altra (De Rossi da bullo de borgata su Icardi, Castan spacca caviglie sempre su Icardi, Juan Jesus su Romagnoli, Benatia su Icardi) pesano sull'esito della partita, anche se, alla fine, un punto a testa è giusto. Icardi le ha prese per tutto il tempo; bravo a non reagire...
Fiorentina Lazio 0 – 1: bel successo laziale a Firenze; Fiorentina che reclama per un rigore non concesso sul finire del match. Gomez viene cinturato da Cana e cade a terra. Potrebbe essere rigore. Chissenefrega.
Torino Sampdoria 0 – 2: successo esterno per la squadra di Sinisa ed anche meritato, a dirla tutta. Un Torino un po' in confusione ultimamente; non è che, per caso eh, si siano montati la testa? Han perso sì smalto ma anche umiltà, a quanto pare. Il primo gol di Okaka, comunque, era in fuorigioco abbastanza netto.
Sassuolo Parma 0 – 1: la partita che è costata l'esonero a Malesani, ha preso una brutta piega sin da subito, quando Biabiany, pescato da un lancio in off side, mette in moto Parolo che segna il gol decisivo. Berardi, dopo l'ubriacatura di gol contro il Milan di Allegri, forse pensava di essere diventato il nuovo Marco Van Basten ma ieri, dopo appena 50” dal suo ingresso, più che Van Basten ha emulato Pasquale Bruno. Giusta l'espulsione.
Verona Bologna 0 – 0: giusto il rigore fischiato a favore dei felsinei. Partita segnata da alcune irregolarità vistose, tipo lo schiaffo di Cristaldo rifilato a Moras, una gomitata sempre di Cristaldo (che gli è costata l'espulsione), spinta di Moras su Cristaldo (ancora loro...) e di Cacciatore su Christodopoulos.
Genoa Catania 2 – 0: manca un rigore ai genoani per un fallo di Rinaudo su Fetfatzidis.
Piccola nota a margine: Icardi s'è lamentato poco, quasi niente per il trattamento riservatogli sabato sera a Roma. E' come se se lo aspettasse. Sta a vedere che la sua 'baldanza' non è passata inosservata e, soprattutto, non è piaciuta all'ambiente tutto...
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Scritto da Marco Brucculeri
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Abbiati: buon intervento salva risultato ad inizio gara poi poca reattività sui gol subiti. Voto 6
Emanuelson: sembra un motore instancabile sulla fascia, peccato che i
cross non siano altrettanto precisi. Voto 6,5
Rami: solita partita arcigna e giocata sull'anticipo. Tiene sempre alta la difesa, peccato per la deviazione che porta al vantaggio ospite. Voto 6,5
Bonera: mette sul piatto la sua esperienza per arginare gli avversari ed in parte la ricetta riesce. Voto 6
Abate: buon primo tempo, cala nella ripresa e difetta sempre di precisione nelle giocate.Voto 6
De Jong: corre, lotta, pressa e raddoppia contro un centrocampo non facile da affrontare. Voto 6
Montolivo: aiuta molto in fase di interdizione ed è ordinato nelle ripartenze. Voto 6
Kakà: ha le migliori occasioni ma le sbaglia e non sempre e' lucido per gestire al meglio le ripartenze. Voto 5
Poli: e' l'uomo in più in attacco e a centrocampo, questo lo porta purtroppo a non essere lucido sotto rete. Esce per una brutta botta al volto. Voto 6
Taarabt: e' l'unico in grado di poter fare giocate importanti, cala nel corso della gara dopo aver speso moltissimo. Voto 6,5
Pazzini: lotta e nel primo tempo sovrasta Bonucci. Riceve pochi palloni. Voto 6
Saponara: il confronto con Poli e' impietoso, manca di slancio e gamba. Voto 5
Honda: entra nel peggior momento per la squadra ma non ha la capacità di migliorare le cose. Voto 5,5
Robinho: entra nel finale e prova a creare scompiglio, colpisce anche una traversa su tiro a botta sicura. S.V.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Sono passati solo 10 giorni tra il Milan che ha affrontato il Bologna a San Siro e quello che ha espugnato Marassi contro la Sampdoria, passando attraverso il mercoledì di Champions contro l’Atletico Madrid, eppure sembra di vedere una squadra completamente diversa. Una squadra priva di idee, di convinzione e di spinta atletico/emotiva si è trasformata in una squadra equilibrata, offensiva e convinta dei propri mezzi.
Si sa che per tradizione il Milan di Champions è una squadra che offre sempre il meglio di sé stessa, ed è per questo che si aspettava la prova di Genova per capire realmente se i passi avanti mostrati dalla squadra di Seedorf fossero un fuoco di paglia oppure una reale crescita lungo il cammino che il tecnico olandese ha intenzione di far percorrere alla propria compagine da qui al prossimo futuro.
Ebbene, la risposta è stata netta e positiva, il Milan sta pian piano tornando ad essere una squadra vera. Nella bella intervista rilasciata in settimana da Clarence alla Gazzetta, il tecnico rossonero ha sottolineato come lui preferisca lavorare coi suoi giocatori sulle cose fatte bene piuttosto che sugli errori, ma noi siamo convinti, conoscendo bene la professionalità dell’uomo, che quando Seedorf si trova da solo a pensare alla sua squadra si concentri molto sugli errori commessi per trovarne i correttivi.
Non c’è ombra di dubbio, la lezione di Napoli è servita molto dal punto di vista tattico. Quel Milan “sprovveduto” ed impotente ha lasciato spazio ad un Milan che, pur confermando lo stesso modulo, riesce a fare una fase difensiva molto più efficace, passando velocemente da un 4-2-3-1 offensivo ad un 4-4-1-1 difensivo. Ma al di là dei numeri e dei moduli, che secondo il mister sono una cosa “noiosa da giornalisti”, la sensazione è che stia lentamente lievitando la consapevolezza della squadra nei propri mezzi, una crescita mentale di cui si sentiva onestamente la mancanza e che viene attuata sapientemente coinvolgendo praticamente tutta la rosa a disposizione. Non si può non notare come ben nove undicesimi della formazione iniziale che ha affrontato la Samp fossero diversi da quelli che hanno affrontato l’Atletico Madrid.
Clarence Seedorf ha giocato in carriera centinaia di partite di Champions per non sapere che lo sforzo fisico e mentale profuso in una gara importante come quella europea possa avere delle ripercussioni negative nella successiva gara di campionato. Il coinvolgimento quasi totale della rosa può portare, da questo punto di vista, dei benefici notevoli. Certo, c’è chi le occasioni le sa cogliere (Zaccardo) e chi invece non si fa trovare prontissimo all’appuntamento (vedi Saponara), ma la cosa importante è che tutti si sentano coinvolti nel progetto e la crescita della squadra sia il più omogeneo possibile. Ecco, il Milan deve crescere come squadra, deve tornare ad essere un’entità coesa che sappia perfettamente cosa fare e che trascini il tifo milanista verso quell’entusiasmo da tempo sconosciuto.
Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra identità, abbiamo bisogno di un gruppo di giocatori (e non di singole individualità) che ci facciano tornare a trepidare per questa maglia. Abbiamo bisogno di un condottiero come Clarence, un leader vero, sfrontato al punto giusto, che se fosse capace di trasmettere ad ogni suo giocatore un minimo della “presunzione” (peraltro, nel suo caso, più che giustificata) che aveva lui da calciatore saremmo già a buon punto.
In questo contesto di squadra non si può, comunque, non notare come gli ultimi acquisti invernali si stiano rivelando più che azzeccati. Ramì e Taarabt (ma anche Honda) si stanno dimostrando dei validi rinforzi: è vero che in questa sessione sono giunti a zero euro (cioè in prestito), ma se vogliamo rivederli il prossimo anno in maglia rossonera la società è costretta a sborsare circa 14 milioni di euro. Questo per dire che per rinforzare una squadra non si può pensare di comprare solo ed esclusivamente dei parametri zero, bisogna investire dei soldi.
La capacità sta nello scovare dei rinforzi veri (e validi), spendendo bene (e senza dissanguarsi) i soldi a disposizione. Vale più prendere un Ramì a 7 milioni e facendogli sottoscrivere un triennale da 1,5/2 milioni di euro l’anno piuttosto che prendere un Mexes a parametro zero facendogli sottoscrivere un quadriennale da 4,5/5 milioni di euro l’anno. Sembra una cosa ovvia e scontata, ma spesso fa più effetto mediatico andare a prendere un nome altisonante che va a scadenza ma che è poco motivato ed ha poco da offrire, piuttosto che avere il coraggio di prendere giocatori di buon livello ma non ancora affermati che possono invece rivelarsi degli acquisti veramente utili. Allo Sean Sogliano di turno (o chi per lui) della nuova era del duo Galliani/Barbara Berlusconi l’arduo, ma non impossibile,compito.
Chiudo con un riferimento alla notizia rimbalzata dalla Francia nel corso della settimana. Quando Niang fu fermato dai vigili di Milano alla guida di una macchina senza patente spacciandosi (lui che era diciassettenne) per Traorè ci siamo tutti fatti una risata e l’abbiamo catalogato come un gesto goliardico.
Dopo aver letto quello che gli è successo poco tempo fa in Francia alla guida di una Ferrari, abbiamo avuto invece la prova: la vera testa di minchia di Milanello era rappresentata da M’Baye Niang, uno che al posto del cervello sembra avere la segatura, addirittura in grado di far sembrare un santo perfino Balotelli, che invece i nostri giornalisti continuano a massacrare in ogni suo gesto ed a cui si continua a dare noiose e stucchevoli lezioni di moralità.
Ma la cosa più preoccupante è che addirittura ancora peggio sia messo il procuratore di Niang, il quale ha avuto la capacità di andare a dire che se il suo assistito si spalma con una Ferrari (peraltro non sua) su un albero dopo aver fatto a sportellate con altre macchine ed aver rischiato di ammazzare una dozzina di persone la colpa è dell’AC Milan! Roba da internare all’istante.
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Scritto da Stefano Fontana
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Bel pomeriggio domenicale, quello appena trascorso.
Sugli spalti a Genova, ma anche altrove, si vedevano finalmente colori chiari, facce smorte, ma abbigliate per la primavera.
Avete notato come cambino icolori sulle tribune non appena cambia il tempo?
In inverno prevalgono le tinte scure ma basta che la bella stagione faccia capolino con temperature più che accettabili che le persone si vestono d'estate.
Bel colpo d'occhio.
Abbiamo vinto, convinto seppur reduci da una sconfitta (immeritatissima) in Champions League; e quei colori, quella temperatura, il cielo blu han rasserenato l'ambiente, come quei pomeriggi primaverili di domenica passati in riva al fiume a dorso nudo, sdraiati su teli con disegni improbabili, a chiacchierare fitto, viso a viso, con la ragazza che ci faceva battere il cuore.
E mentre si parlava, una radiolina accesa appoggiata a qualche sasso trasmetteva i risultati della serie A, che obbligava le nostre orecchie a concentrarsi ora sulle parole della ragazza, ora su Ameri e Ciotti che intervenivano. 'Scusa Ameri...' è ormai storia per noi che non siamo poi giovanissimi.
E tutta questa atmosfera bucolica nella memoria mi ha conciliato col creato e una canzone ha cominciato a risuonare nelle vene.
E' un pezzo dei The Ronettes, del 1963; la cover dei Ramones (del 1980) è però quella con cui ho trascorso l'estate proprio dell'80, con le domeniche pomeriggio sul fiume Chiese con una ragazza.
Non c'erano Ameri e Ciotti ma si ascoltava buona musica e si sbirciava nelle scollature.
La canzone dice:
'Non posso farci niente se mi sento così,
sono così felice di averti (ri)trovato...'
Abbiamo ritrovato il nostro Milan.
Non c'era il fiume ma si era in riva al mare ma a noi non interessa...
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Scritto da Max Bambara
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Sampdoria Milan non è stata una gara perfetta da parte dei rossoneri, è stata semmai una partita in cui il Milan ha fatto un ulteriore passo in avanti sul piano del gioco, della fluidità di manovra, della brillatezza.
La squadra inizia a credere nelle idee del suo tecnico e piano piano sta riscoprendo quel gusto del gioco che tanto infelicemente aveva perso nella precedente gestione tecnica.
Contro la Samp di Mihajlovic, il Milan è stato piacevole, a tratti frizzante, ma soprattutto ha giocato con l'idea sempre di fare gol e di recuperare la palla più vicino possibile alla porta avversaria, al fine di essere letali e cattivi.
Il gol di Taarabt nasce da una azione che dà senso al modulo coi 4 davanti con gli esterni che giocano a piedi invertiti. Chiaramente i tempi di gioco non possono essere perfetti, ma le intenzioni oggi, contano più dei dati reali.
Credo che Clarence Seedorf in questo momento più che un allenatore sia un educatore. Repentinamente calatosi nelle vesti di tecnico, già dopo pochissimi giorni Clarence ha capito che la prima cosa che mancava a questa squadra era la riscoperta di emozioni antiche come la mentalità offensiva, il gusto del tocco, la voglia di giocare la palla e di recuperarla prima possibile.
Non è stato un lavoro facile e sotto molti aspetti è ancora lungo il percorso che lo attende.
La pazienza è d'obbligo e l'apertura di credito verso di lui deve essere assoluta. Credo che oggi, per pareggiare il gap con quei paesi che hanno un sistema calcio più competitivo del nostro, servano mentalità offensiva ed idee nuove.
Al patrimonio culturale prima ancora che tecnico di Seedorf, appartengono entrambi questi requisiti.
Sosteniamolo perchè la strada non sarà breve e dovremo avere la forza di applaudire anche i passaggi a vuoto che, inevitabilmente, ci saranno. Ora però, in fondo a quel tunnel nel quale eravamo finiti, si intravede una luce che, di settimana in settimana, diviene sempre più limpida.
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Scritto da Alberto Rini
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La Juventus vince il derby, grazie anche a Rizzoli, la Roma tiene il ritmo sbancando Bologna, Napoli e Fiorentina impattano, il Milan convince e vince a Genova contro la Samp.
Venticinquesima giornata che si apre a Bologna, di scena i felsinei padroni di casa e la ROma di Garcia. Pur senza incantare, la Roma torna da Bologna con tre punti preziosi, che consentono ai giallorossi di rimanere in scia alla Juventus. È Radja Nainggolan, al suo primo gol con la maglia della Roma, a decidere il match del Dall'Ara, stendendo un Bologna che mostra compattezza e voglia di lottare ma tanta evanescenza negli ultimi sedici metri.
I rossoblù partono bene nel primo tempo, con De Sanctis protagonista su Bianchi. La Roma cresce col passare dei minuti con Mattia Destro colpendo il palo con un destro piazzato dal limite e a pochi minuti dal riposo, Gervinho attira su di sé le attenzioni della difesa di casa, scarica per Pjanic che premia l'inserimento vincente di Nainggolan. Nella ripresa il Bologna prova a recuparare lo svantaggio, lo sfiora un paio di volte con colpi di testa da calcio d'angolo, ma soprattuto con il greco Christodoulopoulos che in pieno recupero non riesce a raggiungere una palla solo da destinare in porta servitagli da Moscardelli.
Il Verona batte il Livorno 3-2 all'Armando Picchi nell'anticipo di pranzo . La squadra di Mandorlini domina il primo tempo e sblocca il match al 33' con Jankovic, un cross potente e velenoso che induce Bardi all'errore. Al 43' arriva il raddoppio firmato da Romulo su assist di Toni, che poi si rifa' nel recupero del primo tempo calciando a rete un suggerimento di Iturbe. Nella ripresa il Verona deve solo gestire il vantaggio ma la squadra di Di Carlo trova due reti in meno di un minuto, con Paulinho al 27' e Greco al 28', sfiora anche il pari ma alla fine a trionfare sono i gialloblu.
Un gol per tempo nella sfida del Friuli tra Udinese ed Atalanta. Primi 45' di marca nerazzurra con conseguente vantaggio realizzato da Brivio che supera Scuffet con un pallonetto. L'Atalanta potrebbe raddoppiare: punizione di Moralez dalla destra, tocco di Stendardo e Yepes praticamente a porta vuota non riesce a deviare. Nella ripresa i bergamaschi però si fanno troppo sulla difensiva, l'Udinese prende campo ma non riesce ad incidere. Ci vuole un epsodio dubbio come il rigore decretato a favore dei friulani dall'arbitro Di Bello. Stendardo e Di natale si sfiorano su una palla respinta da Consigli, la caduta dell'attaccante bianconero induce l'arbitro a fischiare il rigore che il capitano bianconero non sbaglia. L'Atalanta si sveglia e ci prova con Cigarini che scheggia la traversa, ma non basta schiodare il risultato.
Sfida salvezza a Verona, tra Chievo e Catania. Con un gol per tempo i clivensi trovano la prima vittoria del 2014 e si aggiudicano tre punti fondamentali. Il vantaggio arriva al 37', Thereau trasforma il rigore, dubbio, fischiato da Orsato per un presunto tocco di mano in area di Pablo Alvarez su conclusione di Frey. Nella seconda frazione di gioco è il Catania rendersi subito pericoloso. Al 4', Lodi, su punizione, cerca e trova Bergessio che di sponda serve Pablo Alvarez che di testa conclude a rete ma Agazzi è bravo ad evitare il pareggio degli ospiti. Il Chievo, sornione, amministra bene l'iniziale sfuriata dei catanesi ed alla prima vera occasione, al 23' st, raddoppia il vantaggio. Guarente, su calcio di punizione, trova la testa di Rigoni che è bravo a sorprendere un poco attento Andujar sul secondo palo. Di fatto la gara finisce qui, con il Chievo che si riporta al quart'ultimo posto e lascia i catanesi al penultimo.
Davanti agli occhi di Erick Tohir, Mazzarri vorrebeb dare continuità alla vittoria di Firenze contro un Cagliari, reduce da una settimana sofferta nella quale pareva certo l'esonero di Lopez per Pulga. I sardi invece giocano una buona gara e aiutano il tecnico uruguagio a consolidare la fiducia ridataglia da Cellino. La partita scorre sorniona, l'Inter ci prova ma senza grande spirito. Lo 0 a 0 pare scritto, nella prima parte, ma arriva il vantaggio sardo al 40' su rigore per un mani in area di Jesus, a braccia larghe. Ci starebbe anche l'ammonizione, e sarebbe la seconda, per il brasiliano. Russo non infierisce. La ripresa si apre con Icardi al posto di Milito, e bastano sei minuti al giovane argentino per mettersi in mostra, sul traversone di Nagatomo, Icardi si fa trovare pronto sul palo più lontano e di testa serve Rolando, rimasto avanti, per la deviazione sotto misura che il pur bravo Avramov non riesce a trattenere. Il finale dell'Inter non è arrembante, ma ci vuole prima una parata di Avramov su Palacio, poi la traversa dice no a Icardi di testa, ed infine un rigore che Russo non vede per un sandwich di Rossettini e Astori sempre su Icardi, per permettere al Cagliari di portare a casa un punto d'oro.
Il Milan dimentica l'amara sconfitta con l'Atletico Madrid e infligge la prima sconfitta interna alla Sampdoria targata Mihajlovic, grazie ad una gara che i rossoneri fanno propria con merito, mostrando bel gioco ed idee ben più chiare. Il Milan passa subito con Taarabt, cross di Rami, colpo di testa del marocchino, respinta pessima di Da Costa che permette al rossonero di ribadire in rete. Il Milan è padrone del campo, Saponara con un bel tiro al volo sfiora il raddoppio. la Samp nel primo tempo non c'è. Un pò meglio nella ripresa, ma il Milan raddoppia praticamente subito. Tra le polemiche sampdoriane. Cross morbido di Taarabt, il contrasto aereo di Pazzini su Da Costa pare a tutti falloso tranne che a Doveri, Rami con una comoda zuccata realizza il gol del raddoppio. Amelia è bravo su Eder due volte, la prima in uscita bassa quando lo anticipa con i piedi, per Maxi Lopez sarebbe rigore, ma con le sue reiterate proteste si fa espellere da Doveri. La seconda parata, d'istinto è su una conclusione a zero metri del brasiliano, sulla quale Amelia è portentoso. Tre punti che fanno morale e classifica per i rossoneri.
La Juve non conosce pause. Vince anche il 6° derby di fila, centra il 13° successo su 13 in casa e tiene a debita distanza la Roma. Per il Toro è l'ennesima delusione (la striscia senza successi nella stracittadina sale a quota 16), ma in tutto questo non si può dimenticare il netto fallo da rigore commesso all'80' da Pirlo su El Kaddouri che, probabilmente, avrebbe potuto interrompere l'incredibile maledizione. Il Toro parte forte e nelle ripartenze è pericolosissimo in almeno tre occasioni con El Kaddouri con un pallonetto alto a tu per tu con Buffon, con Immobile destro in girata sull'esterno della rete e Kurtic con un destro di poco oltre l'incrocio. Una invenzione di Tevez al 30' sblocca la gara, l'argentino controlla la sfera con il sinistro e con un destro in girata al fulmicotone brucia Padelli infilando la palla nell'angolo. Nella ripresa i bianconeri gestiscono la gara, lasciano ai granata un pò di campo che però non riescono a gestire. Vidal rischia più volte il secondo giallo e quindi il rosso prima che Conte lo sostituisca, poi all'80' il "fattaccio". El Kaddouri recupera un pallone vagante in area, ma viene steso da Pirlo. Rigore netto che Rizzoli, coperto da un difensore bianconero, non vede, soprattutto per colpa dell'uomo di porta Calvarese che non lo ha supporta, consegnado l'ennesima vittoria tra le polemiche ai bianconeri.
In un Olimpico in piena contestazione contro Lotito, la Lazio si rialza e conquista tre punti soffertissimi contro il Sassuolo, a cui la cura Malesani pare non sortire effetti (quattro partite e quattro sconfitte per il tecnico subentrato a Di Francesco). Sblocca tutto il siluro di Radu al 37' che si infila vicino al palo. Nella ripresa il pareggio firmato dall'ex, Floccari servito da Magnanelli. La Lazio si rialza con Gonzalez servendo Klose che in diagonale batte Pegolo. Floro Fores tira una punizione alla Maradona con palla nell'incrocio e ad aggirare la barriera, con Berisha un tantinello in ritardo. I giochi sarebbero chiusi, se non fosse per Cannavaro che, involontariamente, fa un gran regalo ai laziali. Su cross di Radu ì, il difensore per gestire Candreva che cerca di colpire di testa, lo anticipa, deviando così la palla la quel tanto che gli permette di entrare a fil di palo. ma la vittoria non ferma il tifo biancoceleste intento a protestare contro Lotito.
I posticipi del lunedi si aprono con lo scontro tra Parma e Fiorentina. Ben disposte in campo in uno speculare 3-5-2, le squadre si affrontano a viso aperto. Botta e risposta allo scadere del primo tempo. Al minuto 39', il Parma passa. Amauri riceve sulla sinistra e in un fazzoletto d'area di rigore riesce a saltare Gonzalo Rodriguez. Il brasiliano scarica all'indietro e viene assistito dalla deviazione di Pizarro, che modifica la traiettoria del pallone e permette ad Antonio Cassano di infilare comodamente di piatto destro. La formazione di Donadoni continua a pressare, la Fiorentina stavolta riesce ad aggirare il dispositivo parmense e ad arrivare in porta. Joaquin per Matri, cross basso per l'inserimento centrale di Borja Valero. L'ex Villarreal si butta alla ricerca della palla e si scontra con Molinaro, pronto alla chiusura della diagonale: impatto regolare, la sfera sfila sul secondo palo e Cuadrado, a porta vuota, insacca in scivolata. L'avvio di ripresa è da incubo per gli ospiti. Paletta lancia Biabiany in profondità, sul cross del francese non arriva nessuno e il pallone scorre via. Viene raccolto sull'out opposto e sul contro-cross è proprio l'ex Sampdoria il più veloce di tutti: Tomovic lo abbatte con una mossa da film di Bruce Lee, le proteste viola per il penalty assegnato da Gervasoni risultano inconcepibili. Amauri realizza per il 2-1. Diakitè viene espulso, il Parma sembra padrone oramai della gara. Neto tiene in vita i suoi con una doppi aparata su Cassani e Amauri. Montella si gioca la carta Fernandez ed il cileno lo ripaga. Punizione da oltre 25 metri, posizione defilata sulla destra, destro a giro, molto giro, sfera sopra la barriera a caccia dell'angolo opposto, Mirante è ingannato dalla doppia barriera schierata dai viola, fa un passo verso sinistra e quando capisce che la traiettoria non è quella ipotizzata è troppo tardi. Pallone sotto l'incrocio. Finisce qui una gara bella ma troppo nervosa per i viola, da segnalare infatti anche l'espulsione di Borja Valero e Munari per reciproche scorrettezze.
Un Napoli dai due volti si fa riprendere nel finale dal Genoa e perde una buona occasione per allungare il passo nei confronti della Fiorentina, bloccata a Parma. Trascinato da un ispirato Mertens, il Napoli è partito in quarta e, dopo aver spaventato in tre circostanze Perin con lo stesso belga e con Higuain, è passato grazie al 13° sigillo in campionato del "Pipita": l'argentino è scattato sul filo del fuorigioco su un lancio smarcante di Hamsik e con un morbido pallonetto ha infilato il portiere rossoblu in uscita. Il Genoa ha reagito con carattere andando per tre volte vicino al pari. Prima con un colpo di testa di Antonelli e poi con Konaté che non ha capitalizzato due ottime palle-gol: la prima con con un diagonale debole sull'uscita di Reina, sventato sulla linea da Fernandez, la seconda con un colpo di testa ravvicinato schiacciato tra le braccia del portiere azzurro. Il Napoli non è rimasto a guardare e, tra un brivido e l'altro, ha fallito l'occasione per raddoppiare ancora con Higuain e Mertens. Con il risultato in bilico, ci pensa l'ex Calaiò a rovinare la serata ai partenopei. All'84' con una parabola imprendibile su punizione realizza il gol che vale il pareggio del Genoa.
Prossimo turno molto interessante con almeno tre partite su tutte. Si inizia sabato sera con Roma-Inter e si conclude con Fiorentina-Lazio, ma soprattutto con Milan-Juventus, banco di prova per i progressi intravisti nel Milan targato Seedorf.
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Scritto da Stefano Fontana
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Buon Milan, quello visto ieri a Genova, belle manovre, ragazzi concentrati, un Rami in gran spolvero, Pazzini un gigante, un Taarabt che si conferma ad ogni partita ed uno Zaccardo abbastanza attento e pronto. Sugli altri campi abbiamo visto alcune belle partite e sugli spalti qualche idiota; ma veniamo al sodo.
Sampdoria – Milan 0 – 2: cominciamo col dire che non v'era alcun rigore su Eder, in quanto Amelia prende nettamente il pallone e non può certo evaporare. In più, Eder è già in caduta ancor prima che Amelia tocchi il pallone... Da annullare il gol di Rami, in quanto Pazzini interviene col braccio ad ostacolare un timido Da Costa. Inspiegabile il mancato rosso a Gabbiadini per un'entrata killer su Taarabt; forse perché aveva espulso (giustamente) poco prima un isterico Maxi Lopez? Bah, calcoli mentali dell'arbitro. Un plauso va comunque a Mihajlovich che ha sportivamente ammesso la sconfitta meritata.
Juventus – Torino 1 – 0: rigore netto non fischiato contro la Juve per fallo di Pirlo (che era diffidato e sarebbe dovuto essere ammonito) su El Kaddouri; visibilissmo l'aggancio del bresciano sul granata. Rizzoli non s'è fidato a fischiare, forse ingannato dalla caduta in ritardo del marocchino. Vidal ha avuto almeno un paio di occasioni per essere espulso: s'è impegnato, ha dispensato rasoiate a destra e a manca, se le è sudate ma Rizzoli niente, non ha voluto premiarlo... Da segnalare anche una trattenuta molto dubbia in area del Toro su Llorente.
Inter – Cagliari 1 – 1: e veniamo a Mister Lacrima sul viso, cioè Mazzarri. Purtroppo non ha tutti i torti; oddio, il rigore c'era, siamo sinceri. Se quella pippa da pensione di Samuel non avesse ciccato, se quell'altro pippone di Jesus non tenesse le braccia aperte come se tentasse di volare, il rigore mica glielo fischiava... Non ha fischiato, però, un rigore su Icardi per fallo di Astori nel serrate finale. Mi scoccia tantissimo dar ragione a Mr. Lacrimuccia: e dateglielo 'sto rigore e facciamola finita!
Chievo – Catania 2 – 0: Giusto rigore per i veneti. Ma qui vogliamo parlare di Spolli, che scambia le teste degli avversari per palloni da calpestare o calciare. Ieri ha volutamente passeggiato sulla testa di Hetemaj, l'altra volta fece altrettanto con Matos della Fiorentina. Cosa aspettano a fermarlo per 4 o 5 giornate?
Piccola nota a margine: riguardo all'episodio Pirlo-El Kaddouri, c'è da rilevare l'intervento di quel sant'uomo di Buffon. Costui, che parla spesso a sproposito pensando che la fascia di capitano dia superpoteri, ha dichiarato: “ L'episodio di El Kaddouri? Dalla mia posizione non c'è stato neanche contatto e il semplice contatto non sarebbe neanche bastato, non basta toccare un giocatore in area". Della serie: non basta che il pallone passi interamente la linea di porta per essere gol. E va bé.
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Scritto da Marco Brucculeri
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Sampdoria - Milan
Amelia: prestazione positiva con un grande intervento nel finale che tiene in sicurezza il risultato. Voto 6,5
Constant: qualche imprecisione di troppo in fase di disimpegno, troppo timido in fase di spinta. Voto 5,5
Rami: oltre al goal gioca con precisione e sempre sull'anticipo, difensore da Milan. Voto 7
Zaccardo: quando come oggi e' chiamato in causa, e' capace di farsi trovare pronto. Punta al sodo senza svolazzi. Voto 6
Abate: buona corsa ed inserimenti negli spazi liberi. Può sempre migliorare il cross. Voto 6
Muntari: si impegna sempre molto e per questo a volte rischia di essere troppo irruento. Voto 6
Montolivo: trova buone geometrie e tiene in equilibrio la squadra in ogni fase di gioco. Voto 6,5
Taraabt: Seedorf lo ha definito un diamante grezzo, lui intanto gioca a tutto campo e con grande qualità, uno dei pochi un grado di saltare l'uomo. Voto 7,5
Saponara: ha molta voglia di far bene e forse per troppa emozione riesce solo a sfiorare il goal. Ha ampi margini di miglioramento. Voto 6
Honda: una delle sue migliori prestazioni da quando è arrivato, soprattutto in fase di non possesso. Voto 6,5
Pazzini: lotta sempre contro tutta la difesa avversaria ed è un cliente difficile per chiunque. Voto 6,5
Poli: entra nella fase finale di gara e porta ulteriore equilibrio per gestire il risultato. Voto 6
Essien: continua a crescere e dimostra di trovarsi sempre meglio nella coppia di centrocampo. Voto 6
Emanuelson: minuti finali per lui, S.V.
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Benedetta sosta... o no?
La sosta per la Nazionale è un bene per il Milan o invece rappresenta un elemento di disturbo?
E sì, perché in fondo la pausa va ad interrompere un cammino che, dopo la sosta invernale, è fatto di 8 vittorie e 3 pareggi in 11 partite e perché veniamo comunque da una miniserie aperta di 3 vittorie consecutive (Lazio, Genoa e Palermo). In fondo è sempre un’incognita spezzare un ritmo di questo tipo.
Tuttavia, questa volta, possiamo presumibilmente pensare che questa sosta sia benedetta ed arrivi nel momento giusto, per diversi motivi.
Innanzitutto perché in mezzo a tutte queste partite di campionato ci sono state le due gare di Champions col Barcellona che hanno prosciugato più energie fisiche e mentali del previsto: la vittoria dell’andata ha reso equilibrata per 180’ un’eliminatoria che alla vigilia sembrava una passeggiata a favore dei catalani, e la botta della “remuntada” qualche scoria l’ha comunque lasciata anche se sono passati i più forti ed i favoriti.
Se poi andiamo ad analizzare le partite più recenti, non possiamo non ammettere che le ultime due gare di campionato (con Genoa e Palermo) hanno dimostrato un Milan un po’ in affanno atletico e con minore brillantezza (rispetto a quella dimostrata, per esempio, contro la Lazio), capace di vincere le gare con le giocate di Pazzini e Balotelli, ma giocando decisamente al di sotto delle capacità dimostrate dall’inizio del 2013 in poi. Un pit stop, quindi, può essere salutare per ricaricare le batterie in vista di quella che si presenta come una sorta di volatona finale per la conquista del podio che vorrebbe dire Champions anche per la prossima stagione.
A maggior ragione dopo la sosta serve ripresentarsi tirati a lucido sin da subito, visto che il prossimo mese sarà caratterizzato dal ciclo di gare che, nel bene o nel male, risulteranno decisive per l’esito finale della stagione: in sequenza ci aspettano le trasferte con Chievo e Fiorentina, il Napoli in casa e la Juve ancora in trasferta.
Soprattutto dall’esito degli scontri diretti con Fiorentina e Napoli dipenderà gran parte del nostro destino. Le soste per le nazionali non consentono quasi mai un recupero fisico ottimale perché una squadra come il Milan deve comunque “prestare” una dozzina di giocatori alle varie rappresentative nazionali (e tra questi alcuni come Zapata, Yepes e Muntari rientreranno a ridosso della gara col Chievo), ma comunque permettono allo staff tecnico di lavorare bene con una parte importante della rosa e di recuperare qualche giocatore fermo ai box per infortunio (per esempio è probabile il recupero di Pazzini per la panchina di Verona).
In questo scenario sarebbe una manna dal cielo riuscire anche a recuperare per lo sprint finale qualche giocatore il cui rendimento finora è stato al di sotto delle attese. Riuscire, per esempio, a riavere l’apporto di un Robinho o di un Nocerino sarebbe cosa importante e gradita per mister Allegri.
A proposito dei due nomi citati vogliamo farci qualche domanda e fare qualche riflessione. Prendiamo, ad esempio, l’attaccante brasiliano. Prima che iniziasse il mercato di gennaio Binho giocava spesso titolare, segnando qualche gol importante (Juventus e Torino) e fornendo qualche assist decisivo er El Shaarawy (Napoli e Roma per esempio).
Una volta sfumata la trattativa col Santos, abbiamo scoperto che Robinho doveva allenarsi per recuperare la forma perduta (?!?) e che nella gerarchia degli attaccanti rossoneri era scalato, di fatto, all’ultimo posto. Ma possibile che da qui a fine stagione, quando probabilmente riprenderà e si chiuderà la trattativa coi brasiliani, la classe di Robinho non potrà risultare utile alla causa rossonera? E Nocerino? Possibile che non esista una via di mezzo tra il Nocerino straripante della scorsa stagione e quello impalpabile di questa? Già si sente qualche dichiarazione del suo agente di apertura ad un possibile futuro napoletano, come se il suo assistito si fosse ormai rassegnato a non rientrare più nei piani del Milan.
Nel nostro piccolo ci sentiamo di dire sia al Milan che a Nocerino di valutare bene la situazione prima di fare scelte azzardate: Se c’è un dato di fatto oggettivo del Milan di questi anni, questo è rappresentato al fatto che Massimiliano Allegri non ha mai dimostrato prevenzione nei confronti di nessuno, premiando sempre chi sta meglio fisicamente e chi si dimostra mentalmente “presente” alla causa.
Il Flamini di quest’anno ne è l’esempio più lampante, e non è l’unico di questi anni di gestione del tecnico livornese.
Per tenere l’andatura che ha permesso al Milan di compiere una rimonta straordinaria, sarà importante che tutti i componenti della rosa siano a disposizione e, soprattutto, siano coinvolti fisicamente e mentalmente nel perseguimento dell’obiettivo finale.
C’è bisogno di tutti, nessuno escluso!
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Arrivano i "mostri"!
Certo, dispiace sempre quando si viene eliminati dalla Champions, e dispiace ancora di più quando l’eliminazione avviene dopo aver accumulato un discreto vantaggio nella gara d’andata, ma francamente ho sempre pensato che sarebbe stato il Barcellona, in un modo o nell’altro, ad approdare ai quarti di finale.
Lo scrissi subito dopo il sorteggio, l’ho scritto il giorno dopo la gara di San Siro nonostante il 2-0 a nostro favore.
Le motivazioni? Per me il Barca rimaneva favorito, in primo luogo perché potenzialmente (e realmente) è una squadra nettamente più forte della nostra, e poi perché era tutto da valutare l’impatto che avrebbe avuto sulla nostra giovane squadra l’”effetto Camp Nou”, uno stadio ed un ambiente in grado di sospingere i propri beniamini e nello stesso tempo di mettere duramente in soggezione gli ospiti, tanto più se al cospetto della squadra più forte del mondo si presenta una squadra imbottita di giovani e di debuttanti a questi livelli.
Remuntada doveva essere, e Remuntada (ahinoi) è stata. Non c’è niente da dire, il Barcellona visto ieri ha inferto al Milan una dura lezione, facendo tornare dalla sua parte una strameritata qualificazione che fino alla vigilia, invece, pendeva dalla nostra parte.
Quando Messi e compagni giocano in questo modo e fanno correre la palla a questa velocità non hai molte armi a disposizione, e diventa anche inutile e superfluo che i componenti la difesa blaugrana non siano particolarmente irresistibili.
Il Barcellona è una squadra che comincia a pressarti con i suoi attaccanti già nella tua trequarti campo, non lasciandoti mai la tranquillità nell’impostare l’azione da dietro e costringendoti quasi sempre a ripartire con affanno con lanci lunghi privi di efficacia.
Non è assolutamente un caso che ben due dei tre gol subiti (secondo e terzo) siano nati da errori in uscita che hanno permesso ai catalani un rapido recupero del pallone e di cogliere d’infilata una difesa che si ritrova completamente impreparata.
Della serata e di questa eliminatoria ci resta un solo dubbio: chissà cosa sarebbe potuto accadere se il palo del diciottenne Niang si fosse tramutato in gol.
Non lo sapremo mai perché nel calcio non esiste la controprova, ma è chiaro che passare nel giro di pochi secondi dall’1-1 allo 0-2 qualcosa poteva spostare.
Forse il Barcellona avrebbe vinto comunque 4-1, ma non si può non prendere anche in considerazione che il gol di Niang avrebbe potuto ribaltare tutto lo scenario; per mettere a segno rimonte di questo tipo è necessario che tutto sia perfetto e che l’entusiasmo sia sempre al massimo, e quindi non è azzardato pensare che quell’episodio poteva rappresentare una piccola crepa nell’invalicabile muro blaugrana (anche il momento della gara, il 38’, poteva essere quello ideale, a ridosso della fine del primo tempo).
Vabbè, inutile pensarci, bisogna farsene una ragione e restare per sempre col nostro dubbio irrisolto.
Al termine della partita bisogna solo rendere al Milan l’onore delle armi, e ringraziare la nostra squadra per aver reso combattutissima una sfida che alla vigilia sembrava dovesse essere per il Barcellona una bella passeggiata di salute.
Possiamo essere orgogliosi di come i nostri ragazzi si sono battuti, e dobbiamo considerare questo doppio confronto come un altro momento importante sulla strada della crescita che questo giovane Milan sta percorrendo in modo oggettivo.
Ciò che il Milan ha fatto nella gara d’andata resta e resterà indelebile, e non può essere cancellato dall’esito finale della qualificazione.
Adesso mister Allegri dovrà essere bravo a fare in modo che i suoi ragazzi diano al risultato di ieri il giusto peso: non bisogna fare un dramma di quanto successo, ma bisogna solo considerare il doppio confronto una bella battaglia dove a spuntarla è stata la squadra obiettivamente più forte, ma dove i rossoneri sono stati dei contendenti comunque degni. Non possiamo permetterci nessun rilassamento, né farci prendere dallo sconforto.
C’è da inseguire il vero (e realisticamente raggiungibile) grande obiettivo della stagione, e cioè la qualificazione alla Champions della prossima stagione.
Domenica arriva il Palermo, e non possiamo assolutamente arrestare ora, in campionato, una marcia che fino a questo momento è stata travolgente (ed i 44 punti nelle ultime 20 partite sono lì a dimostrarlo).
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Scritto da Alberto Rini
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Forse ci siamo. La Juventus piega il Catania al 92°, il Napoli si schianta col Chievo ed è più +9 per i bianconeri. Il Milan sbanca il Ferraris genoano, la Fiorentina passa all'Olimpico laziale, l'Inter frana in casa col Bologna e la corsa Champions si riapre anche per il secondo posto.
In coda il Siena non si arrende e vince a Palermo, il Pescara K.O. con l'Atalanta alza bandiera bianca.
La giornata di campionato inizia il venerdi sera con l'anticipo del Milan sul campo del Genoa di Ballardini per gli impegni "champions league" dei rossoneri. La gara è importante sia per i rossoneri che vogliono continuare nella loro rincorsa all'Europa che conta, sia per i rossoblu che vogliono proseguire nel cammino di consolidamento di classfica lontani dalla zona calda della retrocessione. Forse con la testa già a Barcellona il Milan non comincia in modo brillante, mentre il Genoa invece è molto convinto e determinato.
Determinazione che però sfocia in entrate dure ed al limite della regolarità come quella di Portanova che dopo pochi minuti invece supera la legalità. Pazzini si libera ssullo scarico del pallone e Portanova o randella violentemente da dietro. Per Damato è solo giallo, per Pazzini significherà invece infortunio e addio al sogno di calcare il Camp Nou. Ma prima di alzare bandiera bianca, il Pazzo decide di lasciare il segno portando il Milan in vantaggio con un gran destro dal limite dell'area. Entra Balotelli ed inizia il forcing del Genoa. I rossoblu non ci stanno a perdere ovviamente e lamentano almeno un paio di calci di rigore che Damato non concede. Gli animi si surriscaldano, Granqvist prima e Bertolacci poi meriterebbero il rosso che non arriva. Il Milan pur non giocando benissimo ha le migliori occasioni per raddoppiare, due volte con Flamini, sulla seconda bravissimo Frey, ma poi Balotelli su un geniale assist di Zapata decide di mettere il sigillo alla gara. Partita chiusa se non fosse che Bovo dopo aver strattonato per almeno 20 metri Constant decide di randellarlo da dietro e atterrarlo. Il fallo cattivo e brutto provoca la reazione di Constant che genera un parapiglia. Ne fa le spese il difensore rossonero che già ammonito viene espulso. La superiorità numerica da la carica ai genoani che caricano a testa bassa. Ci pensa Abbiati in un paio di circostanze chiudere la porta e guidare i suoi alla vittoria finale e terzo posto al riparo.
Per la "nuova" Roma di Andreazzoli, la gara di Udine è importante per capire se può ambire davvero al terzo posto anche lei, oppure al massimo ad un posto di Europa League. Di fronte però c'è l'Udinese di Guidolin, che certo non è per nessuno un avversario facile. Alla fine è 1-1, con molto rammarico per i giallorossi, che accarezzano l'idea della quarta vittoria consecutiva. E' Lamela a portare avanti i romanisti, che meritano il vantaggio ma hanno il torto di accontentarsi e di non chiudere quindi la gara. Così, con qualche occasione di troppo mancata da parte della Roma, l'udinese della ripresa trova coraggio e Muriel sigla il pareggio. Osvaldo avrebbe la palla d'oro al 90°, ma il suo pallonetto scavalca si Brkic in uscita ma finisce troppo a lato.
La non brillantissima Atalanta delle ultime giornate, riceve il Pescara del nuovo allenatore Bucchi, chiamato a risollevare una situazione quasi drammatica. La gara è importante per entrambe, per i padroni casa perchè vincendo scaverebbero un solco importante dalla "zona rossa", per i pescaresi invece significherebbe accorciare verso l'alto. D'Agostino fa sognare i biancocelesti portandoli in vantaggio e rendendoli anche padroni del gioco. Poi, una ingenuità provoca il calcio di rigore che Denis realizza per l'1-1. Si sgretolano anche le piccole certezze abruzzesi e Denis realizza il 2-1 finale solo in area, libero di stoppare la palla e battere Pelizzoli. Vittoria che sa di salvezza per i nerazzurri, sconfitta dal sapore opposto per il Pescara, che vede sempre più vicina la serie B.
Per l'ennesima volta Is Arenas è vuoto perchè chiuso ai tifosi, e per l'ennesima volta una bella partita del Cagliari è per pochi intimi. In uno stadio desolatamente vuoto, i sardi ricevono la brillante Sampdoria di Delio Rossi. Ma quasi per una strana maledizione, i blucerchiati scesi in campo in Sardegna, non sembrano per nulla la squadra palsmata da Rossi. Così uno straripante Ibarbo li punisce con una tripletta ed annichilisce i blucerchiati capaci solamente di realizzare il gol della bandiera praticamente a tempo scaduto con un rigore di Maxi Lopez. Tre punti che servono al Cagliari per mettersi al riparo in modo quasi definitivo e portarsi a 34 punti, per la Samp una sconfitta indolore per quanto riguarda la classifica, preoccupante per l'approccio mentale su cui Rossi dovrà lavorare.
Dopo il pareggio nello scontro diretto, il Napoli non può fare più passi falsi e va in casa di un Chievo che non vince dalla trasferta di Roma con la Lazio (26 gennaio scorso). Ci si aspetterebbe una gara con gli azzurri subito protagonisti, invece gli uomini di Mazzarri mettono in campo una delle gare più disastrose della stagione. Lenti, apatici, prevedibili. Il Chievo non fa cose straordinarie per portarsi sul 2-0 nel primo tempo. Dramè colpisce dalla distanza. Thereau raddoppia sul finire. La reazione del Napoli è tutta in un calcio di rigore di Cavani che Puggioni neutralizza in apertura di secondo tempo. Addio sogno scudetto per i campani che anzi devono guardarsi alle spalle dall'arrivo del Milan e delle altre pretendenti alla Champions League.
Partita d'alta classifica allo Juve Stadium, tra i bianconeri ed il Catania di Maran scottato dalla rimonta subita contro l'Inter nella scorsa giornata. Purtroppo per i catanesi anche questa volta i minuti di recupero saranno fatali e costeranno punti importanti per il sogno "Europa". Si perchè la Juventus vista in campo non è quella delle migliori occasioni. Un pò lenta, poco incisiva nei suoi uomini migliori (Pirlo, Vucinic), si trascina stancamente in attesa di trovare l'episodio che le consentirebbe di spianare la strada verso la vittoria. Ci deve pensare Giaccherini, al 92°, bravo a raccogliere una palla vagante in area e trafiggere Andujar. Gli eteni fino ad allora si erano difesi con ordine, rischiando pochissimo, in una gara spiccatamente difensiva. Certo che, senza i minuti di recupero delle ultime due partite, la classifica sarebbe decisamente sorridente per i siciliani. Discorso scudetto praticamente chiuso per i bianconeri.
Una delle gare più importanti di questo turno di campionato è senza dubbio lo scontro in coda tra Palermo e Siena. In ballo per entrambe la speranza di poter lottare ancora. Il biglietto vincente lo stacca il Siena di Iachini. Il biglietto verso l'Inferno invece è per il Palermo. I rosanero partono forte e trovano il vantaggio con Anselmo e finire in vantaggio il primo tempo. Il Siena però non molla mai, rimane concentrato sempre e prima con Emeghara (sesto gol per lui in sette gare) e poi con Rosina su calcio di rigore ribalta tutto e vince meritatamente. Per il Palermo è contestazione e praticamente serie B, mentre per il Siena (che senza penalizzazione avrebbe 30 punti), continua il sogno di una permanenza in serie A che avrebbe del miracoloso.
Il Parma torna alla vittoria circa due mesi dall'ultima, e lo fa contro un Torino che fino ad un quarto d'ora dalla fine era in vantaggio. Le squadre, senza particolari assilli di classifica giocano a viso aperto una buona partita, specialmente nel secondo tempo. Se nel primo tempo a parte i buoni proporsiti i tabellini non riportano un granchè, nel secondo succede tutto e di più. Santana porta in vantaggio il Torino, che sembra gestire bene la gara. Poi complice l'infortunio di Ogbonna e l'espolosione di Amauri, cede di schianto. Si perchè a poco meno di quindici minuti allo scadere, il Parma con Amauri, poi Sansone e poi con altre due reti dell'italo brasiliano sigla il 4-1 finale che finalmente ridona il sorriso a Ghirardi e Donadoni.
L'Inter di Stramaccioni dopo la scoppola di Londra in Europa League, deve dimostrare se è quella che non molla mai di Catania o quella cancellata dal campo dal Tottenham. La risposta è nei piedi di Gilardino che sigla il gol della vittoria del Bologna e nella confusione di Stramaccioni che non riesce questa volta a raddrizzare la gara in corsa. Davvero avvilente lo spettacolo offerto dai nerazzurri, mentre un Bologna con un buon Diamanti, un efficace Gilardino ed un ottimo Taider centra la quarta vittoria consecutiva in modo strameritato. per i nerazzurri ora sarà fondamentale non "sbracare" come detto dallo stesso tecnico nel post partita.
La domenica si chiude con lo scontro tra Lazio e Fiorentina per "l'Europa che conta". La bella Lazio di Stoccarda contro la Fiorentina ritrovata di Montella. Non c'è gara, perchè alla fine i viola giocando un calcio molto bello fatto di tocchi e manovra conquista l'Olimpico. Segnano Jovetic nel primo tempo e Ljacjc nel secondo a siglare un dominio pressochè totale. La Lazio dimostra di avere una rosa troppo risicata se il cambio di Hernanes è il giovane Onazi. La Fiorentina di Montella sembra aver finalmente messo alle spalle il periodo nero e pò guardare con fiducia al sogno chiamato "Coppa dei Campioni".
La prossima giornata non vede scontri diretti particolari. La Juventus è di scena al Dall'Ara di Bologna, il Napoli cerca ossigeno in casa con l'Atalanta, il Milan ospita il Palermo che pensa al ritorno di Sannino in panchina per l'ennesino cambio alla guida. Buon Campionato a tutti!
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Scritto da Massimo Bambara
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Una partita anomala
Per qualche istante venerdì sera, siamo tornati con la mente all'aprile del 2006, in un soleggiato pomeriggio di Messina, dove la squadra peloritana ospitava il Milan di Carlo Ancelotti, che a distanza di pochi giorni, si sarebbe giocato il ritorno della semifinale di Champions a Barcellona.
Mutato il tempo, la squadra e le condizioni climatiche, tuttavia il clima in campo ha molto ricordato quella gara, col Genoa che, in maniera antisportiva e provocatoria, ha giocato una partita tesa ad intimidire il Milan fin dalle prime giocate, con l'obiettivo di inibire palesemente qualsiasi ardore della squadra rossonera.
Ne è venuta fuori una partita tutt'altro che bella e godibile, con un Milan che dopo soli 20 minuti ha dovuto fare a meno del prode Pazzin, autore di un gol bellissimo pur claudicante, ma azzoppato da un'entrata indecente di Portanova.
E' alquanto arduo oggi, poter fare un'analisi tattica di una partita che, per molti versi, è stata più vissuta sui nervi e sulla tensione, piuttosto che sulle qualità tecniche delle due squadre.
Il Milan ha rinunciato dopo pochissimi minuti alla sua idea di gioco corale, inibito da un Genoa che ha scelto l'arma del fallo intenzionale e cattivo, come avviso minaccioso ed intimidatorio.
Ne è venuta fuori una gara tirata, agonisticamente intensa, ma povera e alquanto scarna nei contenuti tecnici.
Il Genoa con Bovo e Tozser centrali di centrocampo in sostituzione di Matuzalem e Kucka, perdeva moltissimo sia in fase di rilancio dell'azione che in fase di interdizione ed aggressione degli spazi.
Ballardini ha scelto Bovo in quella posizione, probabilmente per le doti di calcio a 50 metri dell'ex palermitano, utili ad innescare facilmente la corsa e le qualità di Cassani e Antonelli su entrambe le fasce, ma il Milan è stato bravo a rimanere compatto sugli esterni anche in inferiorità numerica.
E' proprio nella situazione di sottonumero, nella seconda parte della ripresa, che il Milan si è dimostrato squadra che è molto cresciuta sotto il profilo mentale.
Saper soffrire contro una formazione coriacea e di valore come quella dei grifoni, è una dote da tener cara per il futuro. Di fatto il Milan, fatta eccezione per una sola conclusione di Immobile, non ha mai concesso il tiro in porta da dentro l'area di rigore ai giocatori del Genoa.
Ottimo Abbiati nelle uscite, benissimo i centrali che nulla hanno sbagliato.
Sulle ripartenze siamo stati invece decisamente rivedibili, ma va evidenziato che il Milan aveva Balotelli in una situazione fisica precaria. Mario si è dovuto gestire e non poteva garantire quella capacità di tenere i contatti fisici per far salire la squadra, che di solito ha nel suo repertorio.
Adesso è già tempo di Barcellona Milan, nella speranza che si tratti di una festa dello sport e con la convinzione che comunque vada, il Milan quest'anno ha tracciato la via giusta per il futuro.
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Scritto da Massimo Bambara
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Crescita continua
Il Milan conquista i 3 punti e il tanto desiderato terzo posto con una prestazione di grande livello, a conferma di una notevole crescita complessiva della squadra.
Indubbio che l'espulsione di Candreva abbia decisamente svantaggiato la Lazio, ma sul punto mi permetto solo un'osservazione.
Il regolamento non parla di ultimo uomo, bensì di chiara occasione da gol, ragione per cui l'aspetto predominante nella decisione arbitrale, non può essere la posizione di Dias, bensì quella di El Shaarawy che ha solo la porta davanti senza la trattenuta di Candreva.
Chiuso questo inciso di carattere regolamentare, vorrei lodare il Milan ed il suo allenatore, che è stato molto bravo soprattutto nell'ultimo mese.
Il Milan di metà gennaio faceva risultati ma ancora non convinceva. Questo Milan invece è probabilmente una delle squadre che offre il gioco più gradevole del campionato.
Nulla viene lasciato al caso. I movimenti senza palla dei centrocampisti sono continui e tesi a favorire la fluidità dell'azione offensiva rossonera, mentre i tagli degli attaccanti esterni sono sempre puntuali e funzionali ai movimenti del centravanti.
Questo Milan si sta avvicinando ad essere una squadra spettacolare ed i meriti, i grandi meriti, sono di chi lo ha saputo guidare con enorme sagacia negli ultimi mesi, ponendo fine a quegli errori concettuali (Boateng a trequarti fisso) che avevano condizionato il nostro inizio di stagione.
Col 4-3-1-2 questa squadra faceva un'enorme fatica a salire, perchè gli mancava un punto di riferimento tecnico capace di venire incontro e proteggere la palla spalle alla porta.
Con l'attuale strutturazione invece la squadra ha almeno 3 giocatori di qualità ai quali può appoggiarsi in fase di uscita della palla e questo ne ha aumentato notevolmente la sicurezza e la tranquillità.
Dal punto di vista strettamente tecnico la miglior versione del Milan non può, a mio avviso, rinunciare a Muntari a sinistra, un mancino puro che rende immediata la prima giocata sulla corsa del terzino. Tuttavia va dato merito anche a Montolivo di essersi discretamente disimpegnato sul centrosinistra del centrocampo.
La crescita improvvisa di Boateng sull'out destro d'attacco, ha messo poi in crisi la titolarità di Niang, non foss'altro perchè quella in cui sta giocando adesso è la posizione adatta ad esaltare le caratteristiche del ghanese.
I meriti di Prince sono enormi, soprattutto per quanto riguarda il salto di qualità mentale che è riuscito a fare (il gol a Barcellona è come se lo avesse sbloccato), ma sono convinto che il francese, capace di saltare sempre il primo avversario che ha davanti grazia ad una falcata quasi unica, sia un elemento al quale il Milan difficilmente potrà rinunciare nel lungo periodo.
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Scritto da Alberto Rini
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La giornata numero ventisette è senza dubbio quella degli scontri al vertice. Napoli-Juventus per il vertice, Milan-Lazio per il terzo posto ma con un occhio anche al secondo, Catania-Inter per l'Europa che conta.
Venerdi ore 20.45 al San Paolo è tutto pronto. Coreografia delle grandi occasioni sulle tribune con un Vesuvio pronto a spazzare tutto, ambiente molto caldo per la Juventus già dal suo arrivo in città, con assalti al pullman bianconero con tanto di uova e sassi. Ma a noi interessa il calcio giocato e non queste sceneggiate da incivili. E' la gara chiave per lo scudetto, i partenopei a -6 devono assolutamente vincere o quantomeno non perdere per mantenere vive le speranze di un miracolo chiamato "tricolore". I bianconeri forti anche dello scontro diretto dell'andata non devono perdere. Ne esce così una gara molto tesa, dura (Chiellini e Cavani non se le mandano a dire), ma che dimostra che alla fine c'è ancora troppa differenza tra i campioni d'Italia e la prima delle inseguitrici.
Al 9' la Juventus è già avanti. Pirlo sugli sviluppi di un calcio d'angolo pennella con il sinistro un cross che Chiellini raccoglie di testa sormontando Britos. Per De Sanctis non c'è niente da fare. La gara si infiamma a sprazzi, la Juventus tiene bene il campo, il Napoli con il cuore cerca di reagire, e la reazione avviene al minuto 42' quando Inler, fin li un mezzo disastro, fa partire un destro che complice la deviazione di Bonucci nel tentativo di fermare il tiro, inganna Buffon e si insacca per il pareggio azzurro.
Esplode il San Paolo, ma anche lo scontro Chiellini-Cavani che culmina con una gomitata bruttissima da parte del Matador a difensore bianconero. Sarebbe rosso diretto senza scusanti, tranne per Orsato, forse mal consigliato da De Marco giudice di porta. Certo è che anche Chiellini aveva fatto di tutto per provocare l'attaccante uruguaiano con botte e scontri culminato con una tirata ai folti capelli del 7 azzurro.
Al riposo quindi è 1-1. La ripresa continua sulla stessa trama della prima frazione, Juventus che copre gli spazi con ordine e Napoli che a fiammate cerca di venire a capo della gara. Non ci riesce rimane invariata la distanza dalla vetta, anzi, ora il Napoli dovrà guardarsi alle spalle ed al gruppone che ambisce alla Champions League.
Di questo gruppone fanno parte sicuramente Milan e Lazio. A San Siro si giocano il terzo posto, momentaneo, ovviamente. Allegri deve rinunciare a Balotelli mentre la Lazio ancora deve fare i conti con l'assenza di Klose. Pazzini in luogo del SuperMario rossonero non si farà certo rimpiangere. Partenza fiammante del Milan che con El Shaarawy e con lo stesso Pazzini ha almeno due palle gol nitide neutralizzate da Marchetti, la prima, mentre sul tiro di Pazzini a porta spalancata ma defilato, Biava compie un mezzo miracolo salvando di tacco sulla linea. Il Milan sembra quello del primo tempo del derby, macina sulle fasce che è un piacere. De Sciglio lancia El Shaarawy che viene atterrato da Candreva al limite dell'area ma lanciatissimo solo davanti a Marchetti. Per Rizzoli è chiara occasione da gol e cartellino rosso per il centrocampista laziale. Il Milan ci crede e da una percussione di Abate sulla destra nasce il gol del vantaggio. Tiro non trattenuto da Marchetti, si avventa il Faraone che non reisce a ribadire in rete ma serve Pazzini che comodamente fa 1-0. I rossoneri continuano ad attaccare e da un miracolo dell'estremo biancazzurro su Pazzini nasce il 2-0 di Boateng che ribadisce in rete. La Lazio è frastornata dall'uno-due rossonero e dall'inferiorità numerica. Così la ripresa è di fatto quasi accademia per il Milan che con Pazzini sigla il 3-0 definitivo con un bel tiro dal limite dell'aria che si insacca all'angolino. El Shaarawy prima e Niang dopo (traversa per lui) potrebbero arrotondare il risultato. A parte le polemiche sull'espulsione di Candreva, il risultato Ë netto e senza discussioni, con un Milan sempre padrone del campo e decisamente meritevole della vittoria.
Dopo i fuochi d'artificio nei due anticipi, nella prima partita della domenica, il Palermo del rientrante Gasperini va a fare visita al Torino di Ventura. Alla fine è 0-0, con qualche ramamrico in più per i granata che giocano meglio e sono sfortunati in almeno un paio di occasioni. Bianchi è fermato dal palo, D'Ambrosio non arriva ad un passo dalla porta a deviare in rete ed infine Sorrentino è magistrale quanto sciagurato Meggiorini che sceglie un tiro rasoterra che Sorrentino riesce ad intercettare con il piede. Per il Palermo un punto che serve forse pi˘ al morale che alla derelitta classifica.
Bologna-Cagliari è una di quelle partite che in questa fase di campionato si possono giocare a viso aperto senza assilli di classifica. Ma il Bologna dopo i tre punti con la Fiorentina vuole migliorare la sua classifica e lo fa a discapito di un Cagliari che da sette turni imbattuto.
Al 5' taider su una bella azione manovrata batte Agazzi con un un tiro al culmine di una incursione, poco dopo è Diamanti a scrivere una parabola perfetta di sinistro che da posizione defilata si infila nel sette. I felsinei sono completamente padroni della gara, Gilardino, Sorensen, una traversa di Moscardelli potrebbero valere il 3-0. Lo vale un gran tiro di Pasquato dai 30 metri che si infila anch'esso all'incrocio. Giusto omaggio al ricordo di Lucio Dalla grande tifoso rossoblu.
Dicevamo che era la giornata degli scontri diretti, infatti a Catania, l'Inter si gioca un posto per la Champions contro la rivelazione del Campionato, il catania di Maran. Settimana difficile in casa nerazzurra nonostante il pareggio in rimonta nel derby a causa dell'ennesima "cassanata". Il clima non è certamente dei migliori, ma il primo tempo nerazzurro è da film horror. Pronti via e praticamente l'Inter è già sotto. Juan Jesus commette una grave ingenuità, si fa soffiare il pallone da Bergessio che solo davanti ad Handanovic lo trafigge. Passano pochi minuti e Marchese su un'altra disattenzione difensiva, questa volta collettiva, di testa raddoppia. Sembra già di sentire il "requiem" nerazzurro, ma ancora una volta Stramaccioni ridisegna la squadra nell'intervallo. Fuori Kuzmanovic e Rocchi, dentro Stankovic e Palacio. E' un'altra squadra. Il serbo da le geometrie e i tempi di manovra giusti, l'attaccante argentino da profondità e imprevedibilità. Da un suo spunto sulla fascia destra nasce il cross che Alvarez deposita in rete. Il Catania si fa bloccare dalla paura, l'Inter continua a crescere e trova il pari di testa con Palacio. La gara si fa nervosa, Bergonzi fatica a tenerla in pugno, ma l'Inter è in crescendo e con Palacio, ancora lui, trova il gol del 2-3 finale su una incursione di Cambiasso rifinita dal "Trenza". Grande delusione per gli uomini di Maran, euforia alle stelle per Stramaccionie terzo posto ancora a portata di mano.
Un'altra delle squadre che ha il terzo posto nel mirino è senza dubbio la Fiorentina. Il Chievo però non è un avversario morbido e viene punito solamente da un gol del neo-arrivato Larrondo nei minuti finali. Pasqual nel primo tempo disegna una traiettoria su calcio di punizione imparabile per Puggioni. Sembra oramai spianata la strada per la Fiorentina, che perÚ ha sia Ljajic che Jovetic appannati. Sommando l'assenza di Cuadrado, le azioni degli avanti viola sono alquanto sconclusionate.
Il Chievo cresce, si fa padrone del centrocampo e pareggia con Cofie che con un rasoterra al volo di destro batte un incerto Viviano. Pareggio giusto e gara in salita per la Fiorentina. Così Montella ricorre al cross alto e lungo per le due torri in avanti, Toni e Larrondo. Saranno proprio loro, in un assalto confusionario a confezionare il 2-1 definitivo. Toni raccoglie un cross al centro dell'area in posizione sospetta e serve Larrondo che sempre di testa realizza. Tre punti sporchi, brutti ma importantissimi per la Fiorentina.
A Pescara, la squadra di casa è in una situazione al limite del disperato e riceve l'Udinese che ambirebbe ancora ad un piazzamento "Europa League". Così accade che Di Natale sigli il suo 150' gol in maglia bianconera, sbloccandosi da un digiuno di sette giornate, il Pescara invece raccoglie la settima sconfitta negli ultimi 8 turni e vede imminente una retrocessione che ad oggi pare quasi scontata. Bergodi può recriminare per un paio di rigori parsi netti, ma la sconfitta gli costa la panchina che oggi verrà affidata a Bucchi (allenatore della primavera pescarese, o addirittura a Galeone).
Sampdoria-Parma altra sfida abbastanza "tranquilla" e senza assilli di classifica. Delio Rossi cambia marcia alla Samp e centra la quarta vittoria consecutiva in casa. Continua la discesa del Parma in classifica, che nelle ultime otto partite ha raccolto solamente tre punti. A decidere la partita è un'uscita a vuoto di Mirante che premia l'inserimento di testa di Icardi al nono gol in campionato.
Se la Sampdoria con Delio Rossi ha trovato un'anima, Donadoni deve interrogarsi per capire se il suo Parma, la sua anima l'ha persa. La classifica ancora sorride, ma non vince dall'Epifania, i punti nel girone di ritorno scarseggiano, ma soprattutto quando subisce gol la squadra sembra smarrirsi immediatamente.
L'importanza della gara tra Siena e Atalanta, risiedeva nella capacità dei senesi di trovare altri punti per accorciare la classifica verso l'alto sfruttando il turno casalingo contro l'Atalanta, non brillantissima, dell'ultimo periodo.
Bonaventura, ispirato ricaccia indietro i fantasmi e stende i toscani con una doppietta. Prima rete in apertura con un destro da fuori area, gestione della gara fino al raddoppio nel secondo tempo sempre ad Opera di Bonaventura con un diagonale che non da scampo a Pegolo. Solco scavato e terzetto di coda (Siena, Pescara e Palermo) tutto fermo a 21 punti.
Chiusura di giornata per Roma e Genoa. Entrambe le squadre con il nuovo tecnico sembrano aver ritorvato smalto e coscienza nei propri mezzi. Chi sembra davvero in netta crescita è il Genoa, che magistralmente messo in campo da Ballardini gioca bene all'Olimpico. Prima però deve assistere allo storico gol di Francesco Totti, il numero 225 in Serie A, che permette al mitico "Pupone" di superare la gloria rossonera Nordhal nella classifica dei migliori marcatori di sempre in Serie A. Gol che arriva da un dubbio rigore fischiato per un contatto tra Bovo e De Rossi.
Ma il Genoa ad assistere alla celebrazione di Totti non ci sta e costringe Burdisso ad atterrare Borriello in area di rigore. Tiro dagli 11 metri e rete dell'ex per il bomebr genoano.
Ma come spesso accade, se da una parte Stekelenburg tiene a galla la Roma, dall'altra alla prima occasione i giallorossi riescono a tornare in vantaggio con un colpo di testa del giovanissimo Romagnoli da calcio d'angolo. Il Genoa sfiora ancora il pareggio con Bertolacci e Kucka, ma poi lo slovacco si fa espellere per un battibecco con Totti e di fatto fa ammainare la bandiera ai suoi. Perrotta allo scadere su assit di Totti con un bel tiro al volo chiude definitivamente la gara. Tre a uno, risultato troppo pesante per i genoani. Tre punti che rilanciano la Roma per il terzo posto.
Prossimo turno che si aprirà con Genoa-Milan di venerdi, anticipo di lusso per l'impegnio Champions dei rossoneri. Domenica interessante con Juventus-Catania in vetta, in coda scontro tra Palermo e Siena per non rimanere ultimi, soli ed abbandonati. Chiusura di giornata in grande stile tra Lazio e Fiorentina, "spareggio Champions".
Buon Campionato a tutti!
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Scritto da Gianpiero Sabato
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Il bambino è diventato uomo, ed ora caccia al secondo posto!
Stavolta siamo stati traditi da Supermario! Senza voler gettare la croce addosso a qualcuno e senza voler minimamente mettere in secondo piano il suo enorme impatto da quando veste il rossonero (4 reti in 4 partite), se il Milan non ha vinto il Derby lo deve quasi esclusivamente alle occasioni (almeno tre) mancate da Mario Balotelli (vuoi per la bravura di Handanovic vuoi per suoi demeriti), incapace di fissare l’ultimo chiodo sul coperchio della bara nerazzurra.
Era inevitabile che finisse così: il Milan ha triturato l’Inter per tutto il primo tempo, infliggendogli una autentica lezione di calcio, ma la nostra mancata concretezza ha vanificato tale dominio. Sulla gara, infatti, incombeva alla lunga “il fiato corto” della dispendiosissima gara di mercoledì col Barca, per cui la bellissima prestazione dei primi 45 minuti doveva necessariamente essere coronata da più di un gol di vantaggio. Aggiungiamoci un altro elemento: non scordiamoci mai che stiamo parlando di una squadra giovane che ancora manca della necessaria malizia per riuscire a gestire al meglio una gara dal coefficiente di difficoltà alto come può essere un derby in situazioni complicate (e cioè quando la stanchezza post Champions si fa sentire). Due considerazioni sul dopo derby risultano doverose. La prima riguarda alcuni giornali che hanno puntato l’attenzione sulla presunta capacità di Stramaccioni di correggere le gare durante l’intervallo. Beh, se dopo aver visto De Sciglio ed El Shaarawy mettere a ferro e fuoco la fascia destra dell’Inter Mr. Bean-Strama non avesse fatto un cambio tattico per arginare tale falla credo che un incaricato della Federazione sarebbe partito nottetempo da Coverciano per strappare il tesserino del tecnico nerazzurro e buttarlo direttamente nel cesso. L’Inter ringrazi Handanovic e Balotelli per essere rimasta in vita e non le presunte alchimie del suo allenatore. Secondo aspetto. Moratti ha sostenuto che nella ripresa l’Inter avrebbe dovuta essere più stanca del Milan perché ha giocato il giovedì contro il Cluji invece del mercoledì contro il Barcellona. Se per l’eminente presidente nerazzurro la stanchezza delle squadre si misura sulla base delle ore in cui le partite vengono giocate e non sulla base dell’intensità e le energie nervose che vengono spese per affrontare certe squadre piuttosto che altre (e in due competizioni dal peso specifico completamente diverso), allora non c’è più da stupirsi sulle reali capacità del signor Moratti di intendere e volere (ma, soprattutto, di capire di calcio). Se così fosse, allora ogni domenica pomeriggio mister Allegri (ma lo stesso varrebbe per ogni altro allenatore) potrebbe usare come alibi di una mancata vittoria in campionato la stanchezza accumulata per la gara disputata il giovedì pomeriggio a Solbiate Arno.
Comunque sia, al di là del risultato, usciamo da questo derby con una certezza: questo Milan è nettamente più forte dell’Inter, e se non succedono cose turche da qui alla fine del campionato non c’è dubbio sul fatto che i nerazzurri arriveranno in classifica dietro al Milan.
Guardando il modo in cui il Milan ha affrontato gli impegni gravosi della settimana scorsa non possiamo non essere contenti di constatare che il Milan impaurito e mediocre di inizio stagione non c’è più. La squadra è cresciuta nel tempo in modo quasi sbalorditivo, ed oggi si permette di affrontare anche il grande Barcellona (come l’Inter) con la chiara intenzione di fargli male. Oggi possiamo fare come quei genitori soddisfatti che ad un certo punto della loro vita guardano il proprio figlio e si accorgono che il bambino di un tempo ha ormai lasciato il posto ad un uomo. Oggi tra le squadre che lottano ai vertici della classifica diamo nettamente la sensazione di essere la squadra più in palla e quella con il margine di miglioramento più ampio. A tal proposito, visto la tabella di marcia che stiamo tenendo, è nostro dovere puntare al terzo posto che significa preliminari di Champions senza peraltro accantonare l’idea di raggiungere il secondo posto in
classifica. In fin dei conti il Napoli dista “solo” 7 punti dai rossoneri, e sta dimostrando una dipendenza esagerata dai gol di Cavani. Oggi possiamo dire che il destino di questa stagione dipende esclusivamente da noi, e per questo sarà importantissimo cominciare ad indirizzarlo nel verso giusto fin dalla partita di sabato sera contro la Lazio. Battere i biancocelesti per essere terzi da soli per la prima volta e per avvantaggiarsi nel confronto diretto con gli uomini di Pektovic. Sarebbe già una piccola svolta!
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Scritto da Alberto Rini
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Il Napoli non ce la fa a reggere il ritmo della Juventus, il derby lascia speranze di Champions alle milanesi, la Lazio si rialza. In coda il Palermo è quasi spacciato dopo il pari con il Genoa in casa. Scontro salvezza al Barbera di Palermo, dove i rosanero di Malesani ricevono il Genoa di Ballardini.
Per il Palermo è un pò l'ultima spiaggia, non vincere significa dire quasi addio alla serie A. Così in una partita con poche emozioni, ma con parate decisive di Sorrentino e Frey, ne esce uno 0-0 che non aiuta il Palermo, rinforza la classifica genoana.
Malesani dice addio alla panchina palermitana dopo appena due partite, convincendo Zamparini a richiamare Gasperini. Preziosi invece può cominciare a sorridere con Ballardini, grazie al quale si è rilanciato in classifica abbandonando le ultime posizioni e soprattutto vedendo una squadra con una chiara identità di gioco. Altra squadra che con il cambio di panchina ha beneficiato di nuova linfa è senza dubbio la Sampdoria. I ragazzi di Delio Rossi contro il Chievo di Corini al Ferraris, sfoggiano un'altra buona gara, basata su organizzazione e capacità di gestione della gara. Terza vittoria consecutiva in casa. Questa volta è il Chievo ad inchinarsi, non demeritando nemmeno troppo, ma praticamente mai in grado di impensierire seriamente Romero. Al minuto 33 del primo tempo è Poli a portare in vantaggio i blucerchiati con un gran bel diagonale all'angolo lontano imparabile per Puggioni. Romero si guadagna la giornata poco dopo con una bella parata sul tiro di Guana. Nella ripresa Icardi è costetto ad uscire per un brutto fallo di Puggioni che l'esordiente Abbattista non valuta correttamente (ci sarebbe stato il rosso per l'estremo clivense), entra Eder ed in contropiede sigla il 2-0 finale. Sotto la neve copiosa di Bergamo, Atalanta e Roma si sfidano con opposte motivazioni. Da una parte gli orobici devono riprendersi da un periodo abbastanza negativo, mente i giallorossi vorrebebro dare seguito alla vittoria contro la Juventus.
Andreazzoli conferma la difesa a 3, sopperisce alle assenze di De Rossi e Totti con un Pjanic in cabina di regia e Marquinho insieme a Lamela dietro a Osvaldo. L'Atalanta nel suo solito 4-4-2 comincia bene con Bonaventura che con un tiro sbilenco serve di fatto Livaja che è bravo a siglare il vantaggio. E' marquinho con un'azione personale a sistemare le cose per la Roma, poi Pjanic con una bella punizione dal limite porta in vantaggio i giallorossi con un Consigli un pò troppo fermo. Alla mezz'ora, in piena nevicata la Roma è quindi in vantaggio 2-1. Ma Livaja non ci sta e realizza la sua prima doppietta sfruttando una indecisione in chiusura aerea di Torosidis (poteva starci anche una leggera spinta dell'attaccante). La ripresa è meno frizzante della prima parte di gara, la ROma non punge molto e l'Atalanta è molto confusionaria. Così da una azione nata quasi per caso, Torosidis di testa punisce un incerto Consigli e sigla il definitivo 3-2 giallorosso, che rilancia le ambizioni europee dei romanisti. Ad Is Arenas, la lotteria "stadio chiuso-stadio aperto" premia la prima opzione e purtroppo per gli assenti obbligati che si perdono una partita piacevole e ricca di gol. La partita si accende tardino, solamente quando Sau in area viene steso da Ogbonna e nel conseguente rigore porta in vantaggio gli uomini di casa. E' la scintilla che fa scoccare un secondo tempo ricco di gol. Il Toro parte forte trova il pareggio con Cerci che al volo secca Agazzi. Il portiere sardo però non è bravo nell'uscita su un cross dello scatenato Cerci e Stevanovic lo punisce.
Il cagliari scosso dall'uno-due granata impiega un pò a riprendersi, ma alla mezz'ora della ripresa, Conti ristabilisce la parità con un bel colpo di testa. Ogbonna in grande difficoltà stende Pinilla, si guadagna il secondo giallo e conseguente espulsione, ma soprattutto regala il calcio di rigore del sorpasso al cagliari. Pinilla ringrazia e fa 3-2. Sembrerebbe tutto finito specialmente dopo l'espulsione di Diop appena entrato nel Torino, ma nel recupero succede di tutto. Peruzzo fischia un rigore per trattenuta di Astori su Bianchi che il capitano del Toro realizza e fa 3-3. Conti, a pochi secondi dalal fine tenta un tiro dai ternta metri che trova la deviazione di Glik che spiazza Gillet e fissa il risultato sul definitivo 4-3. Cone questi 3 punti il Cagliari aggancia così il Torino a 31 punti. La capolista Juventus riceve il Siena di Iachini e deve riprendere il cammino in testa al campionato dopo il brutto K.O. a Roma. Il risultato finale, 3-0 per i bianconeri, però è bugiardo e racconta una gara diversa rispetto al tabellino dei marcatori. Lichtsteiner porta in vantaggio una Juventus non brillante che comunque prova a fare la partita in modo un pò fortunoso, sfruttando un rimpallo nell'uscita a terra di Pegolo. Il Siena cerca di rimanere sempre in partita con quello che può, con un Emeghara pungente. Giovinco sigla il 2-0, Emeghara ci prova ma Buffon devia sulla traversa un bel colpo di testa. Terlizzi colpisce un palo ed il gol di Pogba per il tre a zero spegne qualsiasi velleità toscana. Conte raccoglie tre punti col minimo sforzo, rilancia Chiellini all'esordio nel 2013 e guarda con fiducia alla sfida del San Paolo. Chi continua a sognare è sicuramente il Catania di Maran. Il Parma forse non sa più vincere, due mesi senza vittorie, ma i ragazzi di Maran dominando il primo tempo e gestendo il secondo si assicurano ter punti che profumano di "Europa". In apertura di gara, Lodi beffa Mirante con una punizione che passa nella barriera. bergessio si mangia il raddoppio sbagliando una conclusione dal centro dell'area, ma Keko all'esordio da titolare sigla il raddopio su una respinta di Mirante. La ripresa vede un Parma un pò più pimpante che però trova solo al 42° il gol con Amauri. Il Parma lentamente scivola in classifica, anche se non verso zone rischiose, mentre il Catania vola sempre più su, e domenica arriva l'Inter...
Il posticipo serale della domenica è il derby della "Madunina". Inter contro Milan, Stramaccioni contro Allegri. Pronti via e il Milan sembra quello visto contro il Barcellona, attento in difesa, rapido a centrocampo ad innescare De Sciglio a sinistra e Abate a destra. E' la chiave del primo tempo di marca rossonera, con un De Sciglio scatenato che si mangia Guarin e Nagatomo in tandem con El Sharaawy. Balotelli il grande atteso è poco presente, forse troppo anestetizzato. Non controlla una bella palla scivolando davanti a Handanovic, che potrebbe valere il vantaggio. ma ci pensa il Faraone al culmine di una azione stupenda rossonera. Zapata precupera su Cassano, serve Boateng che trova il diagonale giusto per lanciare El Shaarawy davanti ad Handanovic e fulminarlo con un sublime tocco di esterno destro. Il Milan macina le fasce che è un piacere, Handanovic compie un miracolo su un colpo di testa di Balotelli. Lo stesso attaccante bresciano su un pregevole assist di De Sciglio non trova il giusto tocco per battere l'estremo nerazzurro. Una Inter completamente in bambola riesce a limitare i danni grazie al suo portiere. La ripresa ved un Milan calare alla distanza e dare campo all'Inter. Ancora Handanovic salva su Balotelli prima del patatrac della difesa rossonera. Nocerino non pressa a dovere nagatomo che ha il tempo di servire Schelotto lasciato libero al centro dell'area che di testa batte Abbiati, che poco prima era stato bravo a dire di no a Guarin. Muntari ci prova da fuori, ma oramai è troppo tardi e il Milan butta via due punti contro una Inter davvero povera.
Il Napoli a -7 dalla Juventus è costretto a vincere ad Udine per giocarsi qualche chance scudetto nella sfida del San Paolo. Ma il Napoli è irriconoscibile, in attacco assente e sterile. L'Udinese al solito messa benissimo in campo da Guidolin blocca le fonti di gioco azzurre. Davvero stentiamo a trovare azioni salienti da segnalare. Grave per gli azzurri che così vedono allontanarsi ancora di più la Juventus alla vigilia della sfida al vertice del prossimo turno al San paolo contro la Juventus.
Chi approfitta del pareggio tra Milan ed Inter è la Lazio che vincendo in casa col Pescara riagguanta il terzo posto. Gara in discesa per i biancocelesti laziali che prima con Radu e poi con Lulic, nei minuti centrali del primo tempo, indirizzano la gara sul binario vincente. I laziali così si rilanciano in vista dello scontro "spareggio-champions" contro il Milan del prossimo turno. Per il Pescara situazione sempre più rischiosa.
La giornata si conclude nella serata di martedi con Bologna-Fiorentina posticipata a causa della neve copiosa di venerdi sul capoluogo emiliano. La Fiorentina sembra padrona del campo sin da subito e Ljajic realizza il gol del vantaggio con un diagonale da dentro l'area. La supremazia viola si manifesta anche in avvio di secondo tempo, fino a quando però, Diamanti non calibra una bella punizione che Motta di testa tramuta nel pareggio rossoblu. Poi accade che, Lazaros Christodoulopoulos, laterale greco pescato in prestito dal Panathinaikos, alla prima in serie A, risolve in mischia una palla rimasta vagante in area viola. Toni, sigla la beffa viola mangiandosi il gol del pareggio. Per il Bologna è una vittoria che vuole dire sicurezza, per la Fiorentina il mancato aggancio al Milan in quarta posizione. La prossima giornata è segnata dagli scontri al vertice. Spicca su tutti Napoli-Juventus alle 20:45 di venerdi. per il Napoli è l'ultima chiamata per mantenere vivo il discorso scudetto. Un risultato diverso dalla vittoria di fatto consegnerebbe lo scudetto ai bianconeri. L'altro scontro importante è senza dubbio quello tra Milan e Lazio che può valere il terzo posto, ma occhio anche a catania-Inter. In coda Siena-Atalanta può ancora valere in chiave salvezza.
Buon Campionato a tutti!