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Gufi, brontosauri e…

di Stefano Fontana

E così è finita anche l’andata della sfida che ha contraddistinto gli ultimi anni di Champions League: Milan Barcellona 1 a 1; a Robinho ha replicato Messi con una delle sue solite piccole magie. Ma va bene così, al Milan, viste le assenze ed i giocatori con poca preparazione nelle gambe che Allegri ha dovuto schierare. Privi di Balotelli, sono scesi in campo sollevando ironie dagli addetti ai lavori (ahi, quanto fan male le risatine degli ex!), schierando Amelia in porta, alla prima uscita ufficiale, e tridente d’attacco assolutamente non degno del blasone della squadra, sempre secondo gli ‘esperti’: un Kakà ormai finito e, se non bastasse, perfino rientrante da un infortunio, un Birsa anche lui semi-convalescente e con poca birra nei garretti e Robinho, l’evanescente Robinho, croce e delizia dei tifosi rossoneri.
Orbene, alla faccia dei detrattori di ogni colore e forma (eh, eh, eh…) Amelia ha salvato il risultato in un paio di occasioni, con interventi reattivi e decisivi, senza far rimpiangere né Abbiati né Gabriel; onore al nostro n. 1, che si è fatto trovare prontissimo per un esordio non proprio fra i più semplici, a S. Siro (stracolmo), in CL e contro gli osannati spagnoli e, per giunta, con addosso gli occhi dei menagramo sparsi per il continente in trepidante attesa di un suo ‘lissio’ per dar sfogo a critiche roboanti.
Ma la partita, come sapete, è terminata 1 a 1: chi ha segnato per il Milan? Toh, il desaparecido Robinho, con un’azione di forza che ha uccellato Mascherano e la retroguardia giallorossa tutta! (Inguardabili le seconde divise del Barça: sembrava Milan Giulianova, ieri sera. Possibile che lo sponsor tecnico della squadra spagnola non sia in grado di ideare un completo non dico ‘bello’ ma perlomeno decente? Misteri del marketing.)
Ma non è mica finita qui: Robinho ruba palla, la passa sulla sinistra dove il bollito Kakà corre come un quattrocentrista di vent’anni, va sul fondo e ripassa il pallone all’altro brasiliano. Ed è gol.
Questi 3, Amelia, Kakà e Robinho, sono stati fra i migliori in campo, ieri sera; la lezione era da mandare a memoria ma solo per chi una memoria ce l’ha. Un Pistocchi, ad esempio, che sì elogia Kakà ma demolisce il resto della squadra, non ha imparato la lezione; insomma, il giochetto è sempre quello: se c’è da parlar bene della squadra rossonera, bisogna trovare comunque il lato negativo. Sempre.
A volte viene il sospetto che tutto ciò che abbiamo in bacheca lo si sia trovato nei Kinder Sorpresa e che abbiamo solo 4 tifosi male in arnese sparsi per il globo terracqueo…
Manco avessimo scudetti vinti a tavolino o scheletri di brontosauro negli armadi…