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LA FINE DI UN’EPOCA

di Francesco Signorile

Le dichiarazioni di ieri di Adriano Galliani all’ANSA certificano una rottura traumatica tra lui e Barbara Berlusconi, quella rottura traumatica che il patron Silvio stava disperatamente cercando di evitare.
L’ultimo tentativo di ricomposizione personale tra i due, andato in onda ieri sera e protrattosi a lungo negli uffici della nuova sede di Via Aldo Rossi 8, ha probabilmente sancito l’impossibilità di una effettiva tregua transitoria verso un epilogo comunque ormai pacifico ad aprile.
Ma in tutto questo che ruolo ha avuto Silvio Berlusconi?

Riavvolgiamo il nastro della memoria e torniamo ad una sera di maggio: ecco, secondo me proprio il patron aveva provato a fare fuori Galliani con la famosa “lettera” dettata ad Aldo Biscardi e da quest’ultimo letta nella sua trasmissione.
Il blitz di Berlusconi non era riuscito, era stato stoppato quasi in tempo reale dall’A.D. con una risoluta ed immediata opera di insabbiamento, che pur non andando assolutamente ad incidere sulla sostanza delle cose dette da Berlusconi (perché che le avesse dette non ci sono dubbi…) finisse col derubricarla ad una sorta di attacco all’allenatore e stop, tra l’altro questionando sulla natura formale di quelle stesse dichiarazioni, non essendoci stata alcuna vera e propria lettera.
La “smentita” dell’ufficio stampa del Milan (e non di Berlusconi) aveva avuto successo, sia per il sostegno dato da giornalisti amici, sia per la folcloristica considerazione in cui è tenuta la trasmissione di Biscardi, certo non un esempio di giornalismo anglosassone comunemente inteso, sia perchè era più giornalistico l’argomento dell’allenatore.

Così, quando la sera del 2 giugno si tenne la famosa cena a tre tra Berlusconi, Galliani e Allegri, il primo, che già aveva le sue belle gatte da pelare per conto suo, non se la sentì di ribadire vis a vis le sue perplessità all’A.D. e ne accettò la proposta di continuare la collaborazione con Allegri, dal canto suo ovviamente ben lieto di restare a Milanello.
Unica condizione posta al dirigente dal cavaliere: va bene, però io non ci metto una lira, tu dici che farai con quello che hai in cassa, l’allenatore è d’accordo, sembra che ci siano grandi possibilità di vendere Robinho, Boateng e soprattutto il Faraone e con i soldi del ricavato prendere diversi giocatori e allora ti faccio fare…Ma non aspettarti niente da me, soldi non ce ne sono.

Così il blitz non era riuscito, ma il successivo andamento delle cose in casa Milan purtroppo non rispecchiò sin dall’inizio le aspettative che l’A.D. riponeva nelle vicende di mercato tanto che solo alla fine, ed in maniera quasi inaspettata, si riuscì a prendere Matri e Kakà (un grandissmo colpo quest’ultimo, bisogna dirlo).
Le vicende del campionato, come sappiamo, non sono state affatto favorevoli, anche se a mio parere la squadra al completo è assolutamente competitiva per la vittoria finale in Italia e anche per un possibile quarto di finale in Champions League, ed a quel punto anche l’insofferenza di Barbara Berlusconi, cui il Milan è ormai destinato, è cresciuta, via via aumentata mano a mano che emergevano le differenze anagrafiche, d’idee, di concetto tra l’ereditiera e il masimo dirigente rossonero.

Galliani preferiva la sede di Via Turati, Barbara ha imposto quella nuova di Via Rossi, Galliani preferisce San Siro, Barbara opta probabilmente assai di più per uno stadio nuovo, costruito a immagine e somiglianza del nuovo Milan che lei vuole realizzare, e poi ancora il restyling dello stemma societario, sembra un nuovo inno, tutte cose che un tradizionalista come Galliani, ormai abituatosi a trattare la società rossonera, com’è umano che fosse, come come sua, non poteva nemmeno concepire…
Ecco quindi accadere l’inevitabile: nel momento di massima debolezza di Adriano Galliani, cioè dopo la sconfitta con la Fiorentina, Barbara si è andata a lamnetare direttamente col padre, probabilmente scocciata dalla vicenda del rinnovo/allungamento del contratto con ADIDAS che l’aveva messa di fronte al fatto compiuto (non deve essere stato estraneo l’apprezzamento di Marina e di FININVEST, cosa che forse non è sfuggita anche alla madre Veronica Lario).
E il padre si è ricordato di quella sera di maggio, e ha colto in pieno l’occasione per prendere due piccioni con una fava: colpire Adriano Galliani e spianare la strada alla figlia, senza apparire ufficialmente come l’esecutore della condanna del suo dirigente più fedele e capace (una cosa che a lui non sarebbe certo piaciuta, sia perché è sinceramente affezionato all’A.D. sia anche perché probabilmente gli piace anche autoconvincersi di non essere stato lui a farlo fuori).
Anche se in teoria mi risulta fosse già tutto pianificato per questo giugno l’inizio del passaggio di poteri, da completarsi poi dopo un anno, probabilmente senza un simil colpo di Stato come questo Galliani sua sponte non sarebbe mai andato via (mi sono arrivati spifferi di un suo continuo freno alle iniziative di Barbara di provare a introdurre suoi uomini nell’organigramma, oltre che nell’effettuazione dei suoi progetti): ma una volta messo di fronte al comunicato di Barbara e del padre, poi nuovamente ribadito nella sostanza da un’altra dichiarazione ANSA, stavolta della sola figlia, e di fronte al silenzio del patron CHE CONTINUA TUTTORA, Adriano Galliani per la prima volta si è probabilmente visto ormai sconfitto. E se l’è legata al dito.

Probabilmente fidandosi del rapporto umano col suo A.D. Berlusconi contava comunque di tenere sotto controllo la situazione sino ad aprile, ma stavolta è evidente che lo scazzo per Galliani sia stato troppo forte, così quest’ultimo ha approfittato del colpo di Glasgow, primo e finora unico lampo positivo della stagione, per restituire la pariglia con eguale clamore massmediatico sia a Barbara ma sotto sotto anche a suo padre, che certo in una settimana come questa non si aspettava pure un contrattempo del genere.
Certo il Milan ci ha abituati a gestire ben diversamente le situazioni scabrose, ma se devo dirla tutta proprio la reazione offesa e puntuale di Adriano Galliani fa capire quanto sarebbe stato difficile mandarlo via senza quell’aut aut da parte di Barbarella…
E con tutto il bene che voglio a Galliani, che insieme a Berlusconi E’ il Milan 1986-2013 e già so mi mancherà un secondo dopo la sua uscita ufficiale dal club, c’era bisogno di aria nuova in società.
Non credo proprio che si finirà in tribunale, comunque.