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Il ritorno di Clarence

di Nicola d’Altilia

Il ritorno di Clarence apre scenari sicuramente interessanti dal punto di vista sportivo ma come sappiamo per chi è appassionato di questo sport, il calcio non sono solo i 90 minuti ma un insieme di emozioni e sentimenti che hanno origine nel cuore di una persona.
Clarence insieme ad altri campioni come Inzaghi,Nesta, Maldini,Gattuso,Kakà sono stati per i milanisti non solo un gruppo di fuoriclasse che hanno portato il Milan sulle maggiori vette d’Europa e del Mondo ma un manipolo di eletti che, con modi e caratteristiche diverse, hanno marchiato a fuoco il loro nome nell’animo di ogni rossonero.
Non me ne vogliano gli altri ma mi rivolgo in particolare a chi è nato verso la fine degli anni ’80/inizio anni ’90 ovvero a coloro che hanno vissuto le vicende del Milan e le sue vittorie negli anni dell’infanzia o comunque della gioventù e che quindi avevano ancora quella capacità di sognare senza se e senza ma legata proprio alla fanciulezza.
In noi, figli di quella generazioni, sono legati forse i ricordi migliori di quando da bambini si tentava di imitare con gli amici i goal di questi campioni nel campetto sotto casa, c’era chi sognava un giorno di alzare la Champions League proprio come nel 2003 la alzò Paolo, oppure chi sperava un giorno di segnar quel goal allo scadere come SuperPippo contro l’Ajax, chi invece ha provato mille volte a portare a spasso i propri avversari come fece Seedorf nel derby con Cambiasso e Pandev, chi tentava di fermare un avversario con una scivolata alla Nesta ed alzi la mano chi non ha fantasticato sul goal di Kakà contro lo United.
Tutte questo e molto altro sperano di riviverlo con il ritorno di Seedorf, questa volta da allenatore, dopo 1 anno di delizie grazie a Zlatan Ibrahimovic seguiti però da un trienno caratterizzato da una filosofia non avvezza alla mentalità del Milan e dei milanisti.
Perchè al momento è questo che si chiede a Seedorf non si chiedono vittorie imminenti ed importanti ma di poter rialzare la testa, come ha fatto tante volte lui prima di un’azione, e poter tornare con orgoglio a sottolineare la propria fede rossonera.