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L’ETICA DISCUTIBILE DEI QUAQUARAQUA’ IN AZZURRO

di Francesco Signorile

NON ESISTE AL MONDO che alla fine di una partita che ha sancito una sì sacrosanta eliminazione Gigi Buffon, il capitano della nazionale italiana di calcio, ed uno dei suoi pilastri di centrocampo, Daniele De Rossi (spalleggiati tra l’altro in qualche modo dall’allenatore dimissionario), vadano a spalare merda su UNO E UNO SOLO dei 23 giocatori della rosa.
Cioè Balotelli, chi se no???
Un capitano vero, serio, irreprensibile, certi giudizi e certe lamentazioni non li esprime pubblicamente di fronte alla stampa, a partita appena finita, ma li pronuncia dinanzi al diretto interessato, nel sacro recinto dello spogliatoio, e davanti alle telecamere si limita a difendere il gruppo e a metterci la faccia di persona, senza lanciare strali contro il più facile dei capri espiatori.
Ma un capitano vero, serio, irreprensibile è tale sempre, non solo quando difende i colori della nazionale, e quando nella sua vita è stato già colto con le mani nel sacco nel tentativo di prendersi un diploma pagandolo, quando il suo nome è circolato per altre vicende scabrose dal punto di vista disciplinare, e non mi riferisco solo a calciopoli (vicenda nella quale era individualmente incolpevole, almeno lo spero), quando parla di “meglio due feriti che un morto” nel caso dei pareggi accomodati di fine campionato, quando rimette subito in campo un pallone entrato di un metro buono in porta nella partita decisiva facendo la faccia angelica come se non fosse successo nulla, quando lascia una moglie bellissima e due figli per un’altra donna (fa per carità una scelta legittima ma) NON PUO’ PROPORSI PROPRIO A NESSUNO COME GUIDA MORALE!
E nemmeno può allontanare le proprie responsabilità e quelle dei suoi amici veterani da uno scempio come quello del Mondiale brasiliano, facendo impunemente credere che solo la vecchia guardia si sia battuta onorevolmente sul campo, a differenza di altri; basti vedere come il “portiere più forte del mondo” sia stato del tutto amorfo nell’unico gol subito da tale Ruiz del Costarica in quella sconfitta che, essa sì, è stata la causa diretta e piena della nostra eliminazione: un colpo di testa da metri 1 in area piccola, senza che né lui né l’altro compagno di merende Chiellini, assolutamente insufficiente per tutto il Mondiale, abbiano potuto metterci una pezza.
O vogliamo dare la colpa al tenero virgulto Darmian, peraltro una delle poche note liete (l’altra è Verratti) del nostro bruttissimo Mondiale brasiliano???
A questo punto mi sorge anche il dubbio che se al posto di Buffon ci fosse stato Sirigu, ottimo con l’Inghilterra, certi gol non li avremmo presi: anzi, ora che ci penso mi domando addirittura se l’eticissimo Buffon non si sia fatto scudo della sua indubbia mediaticità per riprendersi il suo posto, magari anche non essendo del tutto sistemato fisicamente dopo l’infortunio a pochi giorni dall’inizio della manifestazione, a scapito del più timido ed inesperto, ma forse in questo momento anche più forte, rivale.
E non mi si parli di Pirlo, per cortesia, che ha pienamente dimostrato tutte le sue carenze dinamiche e agoni(sti)che, checché ne dica quello stralunato di Fabio Caressa, come attestano le millanta palle perse ai limiti della nostra area di rigore e le tantissime lanciate ad cazzum verso improbabili scatti nel vuoto dei nostri attaccanti, che poi erano solo uno, Balotelli, l’unico capace di crearsi comunque qualche occasione, l’unico capace di fare un gol, quello della vittoria contro l’Inghilterra.
L’unico, certo, mentre il celebratissimo Ciro Immobile, che un giornalista come Pistocchi, ormai patetico nella sua avversione per SuperMario, voleva titolare di questa nazionale con il secondo addirittura lasciato a casa, non ha cavato uno e un solo ragno dal buco, non un tiro, non un’azione ficcante, non un dribbling riuscito: lui e tutti gli altri attaccanti messi insieme un po’ alla “chi se ne fotte” dal tecnico di Orzinuovi, come Adriano Galliani oggi ha fatto acutamente notare.

A tal proposito leggo un’interessante statistica di Wikipedia sulle partite amichevoli e ufficiali della nazionale, tra Europeo, Confederations e Mondiale.
In 14 partite ufficiali tra Euro 2012 e Mondiale 2014 l’Italia ne ha perse 4, pareggiate due e vinte solo 5 nei 90′ (con Eire, Germania, Messico, Giappone e Inghilterra) tutte con l’apporto determinante di Mario Balotelli, autore di 6 reti, ne ha vinte due e persa una ai rigori.
La statistica assume poi aspetti addirittura debordanti, se aggiungiamo anche le qualificazioni euro-mondiali, da cui emerge che in sette partite di qualificazione il ragazzo ha fatto ben 5 reti, tutte nelle qualificazioni all’ultimo Mondiale.
Le altre due reti Balotelli le ha fatte nelle amichevoli, una specialità nella quale purtroppo è l’intera nazionale prandelliana che non ha mai particolarmente brillato in tutti i suoi quattro anni di vita.
Una di queste due, però, un siluro da trenta metri imparabile per Julio Cesar, nella prestigiosissima amichevole col Brasile finita 2-2 in rimonta, una partita che in quel momento mi aveva fatto veramente sognare per il piglio autorevole con cui Balotelli & C. avevano messo letteralmente alle corde i rivali, dopo anni di schiaffi in faccia.
Oh, incidentalmente faccio notare che la difesa nelle medesime 14 partite ha subito 20 pere, restando imbattuta solo 3 volte.

Non è così evidente come in nazionale comunque il buon SuperMario, A DIFFERENZA DI QUANTO SI POSSA DIRE PER LA DIFESA, abbia pur sempre fatto pienamente il suo dovere, e semmai è l’intera rosa della nazionale a non averne mai adeguatamente sfruttate le innegabili capacità tecnico-fisico-balistiche??
Pur con tutti i suoi difetti?
Pur con tutti i suoi errori?
Pur con tutta la sua indolenza, quasi più mentale che fisica?
Chi ha titolo per sparare contro Balotelli, ora? Chi? Chi può dire di essere meglio di lui in nazionale nel reparto d’attacco, tanto da doverlo sostituire senza se e senza ma?
Chi può permettersi di dare a lui lezioni di professionalità? Chi? De Rossi, forse? Quello che alla stessa età di Balotelli, nella seconda partita del Mondiale 2006, pur alla fine vittorioso, si rese autore di una gomitata assassina contro un avversario?
Finendo per essere espulso dopo pochi minuti di gioco nella delicatissima partita contro gli USA, e beccandosi una megasqualifica di CINQUE giornate?
(Gesto peraltro replicato in più e più occasioni nel corso della sua pur brillante carriera).
No, non è questa gente che può dar lezioni di bon ton, nè a Balotelli, nè a chiunque altro.

L’unico che salvo sul serio della pattuglia juventina che tanto bene doveva fare in azzurro è il povero Barzagli, purtroppo però tormentato da un’ormai cronica tendinite e peraltro comunque ben fermo piantato a terra a due metri di distanza mentre i quattro dell’Uruguay saltavano indisturbati nell’azione del maledetto gol della nostra eliminazione.
Balotelli ha fatto comunque un brutto mondiale, nessuno lo contesta (lui per primo credo, e ne fa fede il suo stato postato su Instagram poche ore fa), su di lui erano appuntate almeno l’80% delle speranze del nostro Mondiale, ma la vergognosa uscita pubblica di Gigi Buffon e di Daniele De Rossi, ignominiosamente spalleggiata dalla complicità della maggior parte dei mass media italiani, quand’anche fondata sul piano dei contenuti (e c’è da discuterne) è stata del tutto improvvida sul piano dell’opportunità, del buon senso e della stessa evidenza dei fatti, ed ha avuto il solo scopo di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica su un solo uomo, per distoglierla da quelle che sono le vere responsabilità.
Responsabilità di TUTTI, non di uno solo. E con ben precisi nomi e cognomi, tra i quali quello del portierone Buffon, di Chiellini, dello stesso Pirlo, dei diversi soggetti portati in Brasile pur non essendo evidentemente all’altezza, nomi sui quali la responsabilità di Prandelli è indiscutibile, anche solo per il fatto che al posto di questi ne potevano essere chiamati altri più affidabili.
E soprattutto di una Federazione che ormai da anni si era avvitata in un’abulia senza fine, tipica del democristianismo di chi era al suo vertice, quel Luigi Abete che finalmente dopo questa disfatta epocale ha deciso di lasciare la cadrega.

Capitani storici della nazionale come Scirea, Baresi, Maldini, lo stesso Cannavaro avebbero avuto ben diverso atteggiamento, con ben altra dignità e stile, in una situazione come quella del post partita di ieri sera.
Bene ha fatto Adriano Galliani , E FINALMENTE DICO, ad intervenire con energia e puntualità oggi in Lega contro questi assurdi, indiscriminati, ingiusti e fuorvianti attacchi ad un patrimonio non solo della nazionale e del calcio italiano ma anche del Milan come Mario Balotelli, da parte di chi non ha alcun titolo per dare lezioni di alcun genere.
ERA ORA!
Se ne sentiva la necessità.
Spero che le dichiarazioni di oggi siano il segno di un nuovo modo di intendere i rapporti tra il Milan e il mondo federale e del calcio nazionale tutto, alla vigilia di quella che, se sarà finalmente sfruttata a dovere, potrebbe essere finalmente l’inizio di una nuova Weltanschauung calcistica, una “nuova visione” che spero possa essere portata da chi subentrerà ai dimissionari Prandelli e, soprattutto, Abete (magari anche Beretta, presidente di Lega…)
Voglio sperarci, anche se si fanno dei nomi che…Brrrrrrrrrrrrr…